KULTURA: Seta e veleni, racconti dall'Asia centrale

di Giovanni Catelli

Le terre dell’Asia centrale rappresentano da sempre per l’occidente un luogo favoloso, in cui la storia, la suggestione dei luoghi e l’impreciso fascino della distanza si mescolano a creare una fortissima attrazione. I tempi delle antiche culture, e dello splendore testimoniato da Marco Polo, sono però tramontati, ed il ventesimo secolo ha rappresentato per questi luoghi un susseguirsi di traumi difficilmente sanabili: variazioni di confini, trasferimenti di popolazioni, radicali e catastrofici cambiamenti dell’assetto idrogeologico, decenni di esperimenti nucleari, hanno profondamente segnato il destino e la speranza di vita degli abitanti; su tutto, l’ascesa e la catastrofe economica del sistema sovietico, che ha condannato per decenni queste terre all’arbitrio dell’apparato scientifico-militare, con le conseguenze che ora sono del tutto manifeste.

Il libro di Duilio Giammaria è prezioso per la sua attualità e per l’immediatezza con cui descrive lo stato presente dei luoghi, l’umanità prodotta da una catena di sciagure e difficoltà, l’implosione di un mondo che aveva trovato un meccanismo di funzionamento e che d’improvviso è stato abbandonato a un destino senza leggi; il controllo sul petrolio del Mar Caspio, la distruzione delle risorse ittiche, i depositi segreti di armi batteriologiche, il progressivo prosciugamento del Lago d’Aral, il lascito terribile delle esplosioni nucleari nel Kazakhstan, sono i grandi scenari attraverso cui si muove l’indagine dell’autore, per mostrare poi le minute conseguenze di questi eventi sulla vita, sulla quotidianità delle persone, che continuano a vivere tra immani difficoltà, ambientali ed economiche, con livelli di inquinamento e contaminazione impensabili per i nostri standard, sotto il dominio di poteri lontani, e di logiche di sfruttamento più potenti di ogni considerazione umanitaria.

Leggendo queste storie non si può non pensare a Tiziano Terzani, e al suo magnifico Buonanotte, signor Lenin, ove si ricordano gli immensi sprechi umani compiuti in queste terre, e al grande Joseph Roth, con il suo Viaggio in Russia, ove si considera l’inevitabile, perenne sconfitta storica del singolo individuo.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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