Si terranno il 30 novembre. Formalmente per iniziativa del Consiglio Supremo del Kirghizistan (Parlamento monocamerale) che ha annunciato il proprio scioglimento a fine settembre. Inutile dire che tale decisione non va in realtà imputata ai membri dell’assemblea legislativa, ma al presidente Sadyr Japarov che governa il paese in modo sempre più autoritario.
Le nuove regole
A giugno il governo aveva approvato alcuni emendamenti alle procedure di elezione dei parlamentari. La nuova legislazione prevede 30 distretti elettorali, ognuno dei quali eleggerà tre deputati di cui almeno una donna obbligatoriamente. In tutto, quindi, saranno eletti 90 parlamentari di cui almeno 30 donne. Oggi solo 20 membri del parlamento sono donne. Gli aspetti positivi finiscono qui.
Gli emendamenti, infatti, prevedono che i partiti politici potranno presentare candidati anticipando una cauzione elettorale altissima (intorno ai 100.000 dollari), mentre i candidati indipendenti pagheranno solo 1.000 dollari. Leader locali e uomini d’affari vicini a Japarov e non affiliati ai partiti politici saranno quindi fortemente spinti a candidarsi.
La riforma farà quindi tornare il paese ad un sistema elettorale uninominale eliminando completamente le liste di partito. Lo stesso presidente Japarov ha dichiarato che “forse tra 40 o 50 anni, quando il popolo e i politici saranno pronti, potremo tornare ad un sistema basato sui partiti.” È una frase abbastanza sorprendente perché tutti gli altri paesi della regione usano liste di partito per eleggere i parlamentari.
Il caso dell’omicidio di Aisuluu Mukasheva
L’idea di Japarov è quella di tenere in concomitanza alle elezioni legislative anche un referendum costituzionale con il quale verrebbe reintrodotta la pena di morte, come risposta agli efferati crimini contro donne e minori. La decisione è stata apertamente ispirata al tragico caso dell’omicidio della minorenne Aisuluu Mukasheva a Issyk-Kul, le cui indagini sono sottoposte al controllo diretto del presidente, come ha comunicato il suo portavoce.
Tale caso di cronaca ha effettivamente scosso il paese e molti cittadini hanno chiesto cambiamenti radicali nel sistema giudiziario. È abbastanza evidente che Japarov stia politicamente cavalcando questo evento per portare più persone alle urne il 30 novembre, non solo per rinnovare il parlamento ma anche per approvare il quesito referendario, facendo dei risultati un plebiscito su di lui.
Alle ultime elezioni legislative nel 2021 aveva partecipato poco più del 30% dell’intero corpo elettorale. Questa volta Japarov spera di portare quante più persone alle urne, anche facendo leva sui recenti fatti di cronaca. Le elezioni si svolgeranno secondo le nuove regole e si prevede un parlamento molto orientato sulle riforme proposte dal presidente e dalla sua squadra di stretti collaboratori.
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