STORIA: Il Novecento e lo splendore delle masse

Una delle caratteristiche peculiari che gli storici riconoscono alla Prima guerra mondiale è di essere l’espressione della massificazione della società. Oltre che una guerra industriale, nella quale si fronteggiavano come mai prima le risorse produttive e tecnologiche delle potenze belligeranti, essa fu una guerra fordista, che mise al centro delle operazioni militari la forza d’urto di milioni di uomini.

La modernità ha nella nascita delle metropoli e delle folle urbane il proprio battesimo. La scoperta delle folle che si accalcano nelle vie delle grandi metropoli come Londra, Parigi e Berlino viene registrata con stupore dagli scrittori dell’Ottocento – tra tutti Hoffmann, Baudelaire, Poe, Balzac, Zola. Ma la folla non è ancora massa. La massa per esistere richiede non solo una moltitudine di individui, ma un legame che li unisca e questo elemento colloidale è secreto nelle trinceedella Grande Guerra. Dal fronte tornano non solo gli individui, i reduci, ma la massa.Elias Canetti, il grande studioso della massa e delle sue metamorfosi, ne “Il frutto del fuoco”racconta come il 15 luglio 1927 a Vienna, quando avvenne l’assalto al Palazzo di Giustizia, “quel giorno tremendo, di luce abbagliante, lasciò in me la vera immagine della massa, la massa che riempie il nostro secolo”.Il periodo che va dalla fine dell’Ottocento è il periodo in cui nasce l’interesse teorico verso le “masse”. Uno dei libri più noti è “Psicologia delle folle” (1895) di Gustav Le Bon. Etnologo e psicologo fu il primo a proporsi di studiare scientificamente il comportamento delle folle, cercando di identificarne i caratteri peculiari e proponendo tecniche adatte per guidarle e controllarle. Per questa ragione le sue opere vennero lette e attentamente studiate dai dittatori del novecento, i quali basarono il proprio potere sulla capacità di controllare e manipolare le masse.

Con Le Bon si confronta anche Sigmund Freud quando scrive “Psicologia delle masse e analisi dell’Io” (1921) come pure Gustav Jung. Nel 1930 José Ortega y Gasset scrive “La ribellione delle masse” dove descrive l’apparizione di un nuovo tipo d’uomo, animato da uno spirito gregario che cela una profonda “distruttività” e che rappresenta un pericolo mortale per la civiltà europea. Tuttavia il grande libro novecentesco sulla massa è “Massa e potere” di Elias Canetti, pubblicato nel 1960 ma iniziato nel 1925 e nato – come egli stesso afferma – dalla necessità di comprendere il nazionalsocialismo e l’enigma della massa, ovvero il desiderio del singolo di dissolversi nella massa. Tutte queste riflessioni, che confluiranno nella definizione della società novecentesca come la “società di massa”, hanno la loro origine nella temperie della Grande Guerra, nei legami che si formano al fronte, nei movimenti politici che seguono la Guerra e di cui i reduci sono i protagonisti.

Affronta questi importanti temi Massimo Libardi nell’incontro-dibattito “Lo splendore delle masse”, che si terrà a Trento mercoledì 28 gennaio, alle ore 17,30, nella Sala degli affreschi della Biblioteca comunale (Via Roma 55). L’incontro è organizzato dal Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale e dalla Fondazione Museo Storico del Trentino. L’iniziativa rientra nel programma ufficiale della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale per la commemorazione del centenario della Prima Guerra Mondiale.

Foto: fotogramma tratto da “Il trionfo della volontà”, il film di propaganda nazista del 1935, diretto da Leni Riefenstahl. Il film documenta il Raduno di Norimberga del partito nazionalsocialista svoltosi dal 4 al 10 settembre 1934.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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Un commento

  1. articolo istruttivo…

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