di Matteo Zola
Il numero di morti aumenta di minuto in minuto, come quello dei feriti. Il bilancio dell’attentato kamikadze di oggi pomeriggio all’aeroporto Domodedovo di Mosca segna, al momento, trentuno morti e centotrenta feriti. Un attacco suicida di quelli che negli ultimi anni sconvolgono la Russia, ed è facile intravederne la matrice caucasica, anche se finora nessuna fonte ufficiale ha rilasciato dichiarazioni sull’origine dell’attentato, che non è stato ancora rivendicato.
Nel frattempo, il ministero della salute precisa che dei centotrenta feriti nell’attentato, venti sono in condizioni gravi. Tutte le persone colpite sono stati trasportate in quattro diversi ospedali. L’esplosione è avvenuta alle 16.32 (le 14.32 in Italia) nella zona per il ritiro dei bagagli agli arrivi internazionali. Testimoni oculari raccontano del caos in cui ancora si trova la scena dell’attentato, dove le persone si aggirano ”coperte di sangue”, come ha spiegato uno di loro al quotidiano moscovita ‘Vijesti’. Gli stessi inquirenti ammettono a microfoni spenti che a causa del fumo che avvolge lo scalo è ancora difficile fare il bilancio preciso delle vittime. Il presidente russo Dimitri Medvedev ha disposto lo stato di massima allerta terrorismo per gli hub dei trasporti di tutto il Paese. La disposizione, annunciata in tv, ha effetto immediato e riguarda scali aerei e stazioni ferroviarie. Tutti i voli internazionali verso lo scalo moscovita più importante per traffico passeggeri sono stati sospesi dalle autorità. La polizia moscovita sta inoltre effettuando accurati controlli anche nelle stazioni della metropolitana, dove l’anno scorso un attentatore suicida ceceno si è fatto esplodere causando quaranta morti, e in quelle ferroviarie.
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