A quindici anni dal massacro di Srebrenica, il parlamento serbo ha stanotte adottato una risoluzione di condanna di una delle peggiori atrocità della guerra in Bosnia, rendendo omaggio alle sue 8 mila vittime e scusandosi per non avere fatto abbastanza per impedirlo. Il documento è stato approvato al termine di un infuocato dibattito protrattosi per 13 ore e trasmesso in diretta dalla Tv.
Nel testo la parola ‘genocidio’ non compare: è il frutto di un compromesso e, in definitiva, riflette le divisioni esistenti ancora in Serbia su un passato recente su cui ancora gravano ombre, rancori e odio. La Dichiarazione su Srebrenica è stata votata soltanto da democratici e socialisti, partiti filo-occidentali intenzionati a fare il possibile per portare finalmente la Serbia nell’alveo dell’Unione Europea. La strage di Srebrenica risale al luglio 1995 quando, poco prima della fine di un sanguinoso conflitto che da tre anni stava dilaniando la Bosnia multi-etnica, 8 mila musulmani furono trucidati dalle truppe della Republika Srpska al comando del generale Ratko Mladic, ancora ricercato per genocidio e crimini di guerra dal Tribunale internazionale dell’Aja per la ex Jugoslavia. Nel documento adottato stanotte si afferma che il Parlamento serbo “condanna nel modo più severo” l’eccidio e esprime “profonde condoglianze e scuse per le famiglie delle vittime in quanto non è stato abbastanza per prevenire la tragedia”.
Nella risoluzione, il parlamento ribadisce la sua disponibilità a una piena collaborazione con il Tribunale penale del’Aja, che chiede da tempo a Belgrado di cooperare per l’arresto e l’estradizione della ‘primula rossa’ Mladic, il ricercato ‘numero uno’ del Tpi. E’ per ottenere il massimo dei consensi possibili e per porre fine a un dibattito che sembrava non finire più che la maggioranza governativa ha proposto di ricorrere al termine ‘crimine’, piuttosto che a ‘genocidio’. L’opposizione ha insistito perché nella stessa Dichiarazione fosse sia inserita anche la condanna dei crimini commessi contro il popolo serbo.
La presidente del parlamento Slavica Djukic-Dejanovic ha tuttavia annunciato che i deputati già tra due giorni potrà essere discussa una seconda risoluzione nella quale si condannano anche i crimini contro i serbi. E’ la prima volta in 15 anni che il parlamento di Belgrado si pronuncia sui fatti di Srebrenica, un eccidio che in Serbia era stato finora tabù e una macchia della quale si è sempre preferito parlare il meno possibile. Un diplomatico che all’epoca del conflitto in Bosnia era di stanza a Sarajevo ha detto all’agenzia Reuters che, agli occhi dell’Europa, la dichiarazione avrà un valore minimo se non verrà presto seguita dalla cattura di Mladic.
ANSA