UCRAINA: Ma che belle elezioni! La festa in maschera della democrazia

Con le truppe Nato sul confine occidentale e quelle russe sul confine orientale, le elezioni ucraine saranno senz’altro un esempio di democrazia e – c’è da starne certi – la gente voterà serena, senza pressioni, in santa pace. Ah, la pace, quella per cui si sta per fare la guerra, con miliziani diretti dal Cremlino che controllano parte del paese e l’esercito ucraino che spara per le strade di Sloviansk e Mariupol al fine di riportare sotto il controllo di Kiev le aree controllate dai separatisti filorussi. E poi i lunghi coltelli, le teste calde, i criminali, le squadracce che scorrazzano impunemente per il paese, e i regolamenti conti, le sparatorie nei bar, i militanti e i capi di questo o quel partito (che siano gli estremisti di Pravy Sector o quelli del Partito comunista ucraino) minacciati o uccisi.

Che belle elezioni saranno! Un esempio di democrazia. Agli elettori sarà risparmiata anche la fatica di scegliere poiché uno solo è già stato designato a essere il futuro presidente, Petro Poroshenko, il re della cioccolata che piace a Mosca e a Washington, uno che non può certo fregiarsi del titolo di homo novus. E’ il vecchio che avanza, il più classico dei gattopardismi, sempre la stessa classe politico-economica, gente che ha fatto i soldi nel torbido e che non ha nessun interesse a cambiare le cose.

E cambiare le cose è il motivo per cui la protesta di piazza Indipendenza è scoppiata. Mancava il lavoro, la classe dirigente era troppo corrotta per essere ancora tollerata, le briciole che cadevano dal tavolo degli oligarchi non bastavano più. Si è scesi in piazza per la disoccupazione, le pensioni non versate, gli stipendi insufficienti, il desiderio di avere un po’ di benessere e qualche diritto in più. Questo è il motivo scatenante del “Maidan”, non la democrazia o l’europeismo.

Ma purtroppo la protesta di Maidan ha perso. Gruppi estremisti l’hanno cavalcata, politici incapaci si sono affermati protetti dai padrini di turno, e il paese è stato fatto saltare in aria a causa delle mire espansionistiche delle opposte potenze cui – sia chiaro – del benessere della gente non interessa nulla. La stessa gente che domani andrà a votare. La stessa gente che, tra non molto, tornerà a protestare per le ragioni di sempre: lavoro, sicurezza sociale, futuro.

Che belle elezioni saranno! La festa della democrazia. Ma quale democrazia? Quella in voga oggi, quella oligarchica, perché è una oligarchia anche quella che ci ostiniamo a chiamare “democrazia occidentale” ed è questa la democrazia che viene esportata a Kiev. Sarà una bella festa in maschera quella di domenica. Una festa per tutti, non solo a Kiev. Anche noi abbiamo la nostra oligarchia da legittimare con il voto. Un voto che va bene finché si vota giustoAtene insegna –  e questo gli ucraini forse ancora non lo sanno.

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Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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5 commenti

  1. Purtroppo lo sanno anche gli ucraini.Il popolo si trova davanti un muro che separa il benessere di oligarchia dalla vita di ucraino comune. Purtroppo i politici finora non hanno mai pensato al suo popolo (ne sua situazione economica, ne culturale,ne morale)
    La gente speranziosa ma anche depressa difronte alle difficoltà da afrontare.

  2. La verità è che gli Ucraini dopo aver fatto tanto casino,staranno ancor peggio di prima,stritolati dallo strapotere economico e militare russo e dal cinismo degli americani che una volta preso atto del fallimento del tentativo di cacciare i russi dal mar nero per istallarvi le proprie basi navali,abbandoneranno gli ucraini al loro triste destino.

  3. Fully agree. Purtroppo di ciò che succede nella parte “libera” dell’Ucraina sappiamo molto poco… Quanti di voi, ad esempio, hanno sentito parlare del rapimento dei giornalisti di LifeNews?

  4. Non capisco queste eterne prefiche di sciagure. Visto che è tutto un gioco di potere tra brontosauri affaristi e corrotti, allora non andiamo addirittura a votare, tanto non cambia niente!
    Invece bisogna appigliarsi ad ogni scampolo di partecipazione e di possibilità di manifestare le proprie opinioni. Per lo meno in Ucraina queste “cooptazioni” oligarchiche richiedono una qualche approvazione popolare, la Gran Bretagna ha sofferto il fenomeno dei rotten boroughs nel primo ottocento ma comunque è riuscita a riformare il sistema elettorale (e a realizzare grandi riforme politiche e sociali).
    Certo che da quelle parti il sistema di partecipazioni democratica alla vita pubbliche è ancora molto arretrato e rudimentale, ma quale è l’alternativa? Le piazze plaudenti l’Uomo del Destino? I fideistici abbandoni alla retorica ultranazionalista? La ricerca nostalgica di “glorie” di un passato più o meno lontano? La rassegnata e acritica accettazione delle logiche gattopardesche?
    Dobbiamo sperare che qualchecosa succeda e possa cambiare anche in Ucraina. Si sono visti troppi “referendum” coi risultati dopo mezzora dalla chiusura dei “seggi”, con le schede fotocopiate, senza nemmeno sapere quanti elettori hanno effettivamente partecipato, ma solo le solite percentuali “bulgare”. Il popolo ucraino merita qualcosa di più!
    Oppure bisogna piegare la testa e non andare a votare: ad ovest perché tanto non cambia niente, ed a est perché i pistoleros mandati da oltre confine dicono niet, niet?

  5. in queste condizioni è già un miracolo che si sia potuto votare. ma questo voto è importante, perché il Paese ritrovi la normalità…e perché si ritorni a trattative pacifiche…senza inutili guerre fratricide…

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