Un gruppo di ribelli ha occupato armi in pugno il Parlamento ceceno a Grozny. L’azione dei guerriglieri è durata poco, un blitz dei reparti di sicurezza ha ucciso tutti i ribelli che si erano asserragliati all’interno del Parlamento. “L’operazione e’ conclusa, tutti i guerriglieri sono stati uccisi”, ha riferito a Interfax una fonte delle forze di sicurezza cecene. Secondo la stessa agenzia russa, è al momento in corso un incontro tra il ministro dell’Interno russo che si trova oggi a Grozny e il presidente della Cecenia Ramzan Kadyrov. Si tratta di terroristi? Per il Cremlino, sì. Difficile definire dov’è il torto e dove la ragione. La Cecenia è stata politicamente normalizzata dall’intervento russo dopo due guerre condotte da Mosca contro la piccola provincia del Caucaso settentrionale. Una guerra brutale, e Politkovskaya, Estemirova, e il nostro Antonio Russo, sono morti per averla voluta raccontare. L’attuale presidente ceceno, Razman Kadyrov, è l’uomo di Mosca. East Journal seguirà per voi la vicenda, cercando di raccontarvi la complessità che si cela dietro questo attacco.
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Curioso e macabro che ciò accada il giorno precedente la pubblicazione in Italia dell’ultima fatica di Jonathan Littell* “Cecenia anno III” (ieri su Repubblica, per dirne una: download.repubblica.it/pdf/domenica/2009/08112009.pdf )
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* “Le benevole”…”Il secco e l’umido.”