L’ambasciata americana a Sarajevo ha invitato oggi le autorità della Republika Srpska e della Chiesa serba ortodossa a desistere dalla costruzione di una chiesa presso la località di Budak, adiacente a una fossa comune esumata di recente e in prossimità del memoriale e cimitero di Potocari dove sono seppellite le vittime, musulmane, del genocidio del 1995, quando le forze serbe trucidarono oltre ottomila persone a Srebrenica.
“Lo scopo della costruzione di una chiesa nelle vicinanze della quale non c’è un vero centro abitato, ma che è così vicina a una fossa comune e al Memoriale del genocidio di Srebrenica, è una provocazione e non serve a soddisfare i legittimi bisogni dei fedeli”, si dice in un comunicato dell’Ambasciata, in cui si ricorda anche che il Comune aveva invano offerto alcuni terreni per la costruzione, più vicini alla comunità ortodossa del villaggio di Dugo Polje.
Secondo quanto ha dichiarato il sindaco, musulmano, di Srebrenica, Camil Durakovic, il Comune aveva vietato la costruzione della chiesa a Budak, ma la decisione comunale è stata annullata dal ministero della Republika Srpska per la pianificazione del territorio, così i lavori sono ripresi.
Secondo Durakovic, si vuole minare quello che si è fatto in questi anni sul piano della riconciliazione, “si vuole creare l’impressione che noi siamo contro le chiese, ma non è vero, la chiesa ortodossa nel centro di Srebrenica non è stata toccata con un dito nemmeno durante la guerra, nonostante tutto”.
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Foto di Matteo Zola