POLONIA: Katyn, Smolensk e l'estrema destra. Per delegittimare la democrazia polacca

DA VARSAVIA – Il quotidiano polacco Rzeczpospolita ha pubblicato un articolo-bufala, del quale si é occupato recentemente anche East Journal, nel quale affermava che l’incidente di Smolensk (Katastrofa Smoleńska) fu causata da un attentato. Non ho nessuna intenzione di entrare in una discussione sulle cause di quell’incidente aereo. L’articolo, per me, é interessante soprattutto in quanto riassume la narrativa inventata dall’estrema destra polacca che, fin dal primo momento, ha utilizzato quel tragico incidente aereo come un’arma nella sua guerra senza esclusione di colpi contro le istituzioni democratiche della Polonia indipendente. Questo non é, del resto, nulla di nuovo. É dalla fine del comunismo che l’estrema destra polacca sforna, a ritmo industriale, teorie del complotto degne della repubblica di Weimar. Prendere sul serio queste teorie non ha senso. Le si deve, invece, analizzare come parte di una propaganda volta a delegittimare l’attuale stato democratico polacco.

E’ importante sottolineare che quando parlo di estrema destra non mi riferisco a dei piccoli gruppi marginali (anche se va notato che i gruppi neo-fascisti si sono rafforzati moltissimo negli ultimi anni e sono divenuti sempre più aggressivi e violenti). Parlo di un blocco elettorale che somma più del 30% dei voti in ogni elezione e che, secondo gli ultimi sondaggi, potrebbe tornare al potere in caso di elezioni anticipate. Un blocco composto da individui e partiti per i quali gli “accordi della tavola rotonda” furono un atto infame, un tradimento, la svendita di quelli che, per loro, erano gli ideali autentici di Solidarność. L’attuale Polonia democratica é, per questa gente, una mera appendice della PRL (la Repubblica Popolare Polacca comunista). Questi figuri non riconoscono l’attuale Costituzione, non rispettano le istituzioni democratiche che il popolo polacco si é dato. Molti di loro sognano una Polonia nazionalcattolica in stile franchista e sono contro la presenza della Polonia nell’Unione Europea. I più estremisti tra di loro vorrebbero persino precipitare il paese in un scontro suicida con la Russia (e la Germania).

Ma la vera ossessione di questa gente é la storia polacca (un fatto scarsamente sorprendente in un paese che è, di per sé, ossessionato dal passato). Una storia che non cessano di tentare di riscrivere a loro uso e consumo. Quando giunsero al potere lanciarono un’enorme caccia alle streghe in puro stile maccartista al fine di purgare la Polonia da tutti gli ex-collaboratori del Regime comunista. Diedero milioni di złoty a una sorta di “ministero della verità” (un’ istituzione vergognosa, indegna di un paese civile), affinché provasse che tutta la leadership di Solidarność, da Wałęsa in giù, era composta di traditori e “TW” (collaboratori della polizia segreta), e proclamasse urbi et orbi che gli unici veri eroi della lotta contro il comunismo erano loro, i veri polacchi. Hanno sperperato milioni invano, insozzato la memoria di eroi e patrioti, perseguitato uomini e donne stupendi che diedero la loro vita per la democrazia. É difficile esprimere l’orrore e il disgusto che tanti in Polonia abbiamo provato a vedere come dei trentenni senza scrupoli né morale (gente che non ha conosciuto la dittatura e non si è mai opposta a nulla in vita sua), facevano carriera dando del traditore o del “collabo” a eroi che, in alcuni casi, hanno speso più di dieci anni in galera durante il comunismo.

Oggi l’estrema destra parlamentare (che i mezzi di comunicazione occidentali continuano a definire in termini eufemistici come “destra conservatrice”) bombarda il governo e le istituzioni con messaggi sempre più violenti. Dal suo bunker il loro leader lancia strali contro il premier Tusk e il presidente della Repubblica Komorowski accusandoli di essere responsabili dell’incidente di Smoleńsk. Parla con malcelata soddisfazione di una Polonia devastata e di una Varsavia in stato d’assedio, sogna ad alta voce con una Götterdämmerung. All’estero si è teso fino ad oggi a sottovalutare la pericolosità dell’estrema destra polacca. Eppure questa estrema destra é la più grande minaccia che oggi pesa sulla Polonia democratica.

Foto: Wikipedia

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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9 commenti

  1. La Polonia e i polacchi hanno sviluppato un gran bel firewall contro il partito dei Kaczynski. Io non mi preoccuperei troppo.

    M.

  2. Carissimo redattore,
    vorrei precisare che la tragedia aerea di Smolensk ha avuto e purtroppo ha tantissime questioni a dir poco imbarazzanti dal punto di vista della procura (indicazioni sbagliate dalla torre di Smolensk, scambio corpi dei defunti, ecc.), inoltre mi rendo conto della sua mentalità italiana che sembrerebbe rimasta agli inizi del 1920…(senza offesa) quando in Europa si formavano due grandi ideologie “destra” e “sinistra” (oggi siamo nel 2012 per chi non lo sapesse) e mi reiferisco in particolare ad alcune frasi del tipo ” tra di loro vorrebbero persino precipitare il paese in un scontro suicida con la Russia (e la Germania)”. Con questo le ricordo che la Polonia ha attraversato numerose crisi politiche dall’inizio dele 20° secolo sia di destra che sinista abbandonando entrambe le vie introducendo maggiore qualità politica al contrario di quella italiana (studi la costituzione e magari anche prenda qualche lezione di diritto comparato), Faccio presente anche che queste persone delle quali parla in una maniera da poter anche intraprendere una via in ricorso civile, sono state comunque al governo portando il paese ad una crescita del Pil del 6,9% cambiato numerose norme rendendo favorevole la costruzione delle infrastrutture e apportato numerosi ammortamenti sociali(sopratutto a famiglie e ragazzi), non scordiamo anche un ottima politica estera da loro condotta con Germania Inghilterra e USA oltre che con repubbliche ex socialiste per la loro integrazione con l’EU.

    • Egr. Karol

      sono quello che dirige la testata, e rispondo solo per quel che mi riguarda. Lei scrive: ” faccio presente anche che queste persone delle quali parla in una maniera da poter anche intraprendere una via in ricorso civile”. Per quanto concerne l’ordinamento italiano ciò è impossibile perché manca, in primo luogo, il reato. Quanto espresso dall’articolista è nei limiti del diritto di critica, tutelato dalla legge 47/1948 che regola in materia di libertà di stampa. Limiti che non vengono superati né per il reato di diffamazione a mezzo stampa né per il reato di ingiuria poiché mancano sia la diffamazione (dire “tizio è un ladro”, è diffamazione; “tizio è un estremista” è diritto di critica/opinione) che l’insulto. Tali reati, peraltro, si configurano nel codice penale e quindi da un procedimento penale andrebbero regolati, qualora un pubblico ministero (o l’interessato, di cui peraltro non si fa il nome) lo ritenessero necessario. Il ricorso al procedimento civile per i reati a mezzo stampa, infine, è prassi intimidatoria contro la quale ogni persona che abbia a cuore la libertà d’espressione dovrebbe rivoltarsi: colpire nel portafoglio non serve ad avere giustizia, ma solo denaro. E’ un modo per far sì che il giornalista si autocensuri per timore di doverne rispondere economicamente e non (come sarebbe giusto) penalmente. Cordialmente

      Matteo Zola

      • Signor Matteo Zola, Le faccio presente visto che Lei insiste tanto sul riferimento alla legge 47/1948 (e direi anche se posso appellarmi in aggiunta ai valori di libertà Costituzionali…) che nelle sue critiche Lei si è spinto oltre dando dell'”estemista” con frasi: “guerra contro istituzioni democratiche”, “non riconoscono l’attuale Costituzione, “non rispettano le istituzioni democratiche”, “vorrebbero persino precipitare il paese in un scontro suicida con la Russia (e la Germania)” , ” perseguitato uomini e donne stupendi che diedero la loro vita per la democrazia.” e ha omesso alcuni fatti non presentando un immagine completa della situazione reale(La prego di non tirare il discorso della soggettività, visto che non si tratta di questa). Per questo le consiglio di vedere l’art. 595 C.P. che Lei sicuramente conoscerà benissimo.
        Le faccio appello infine che il lavoro di giornalista a mio avviso è uno di quelli più complessi dato che ripone un enorme responsabilità verso la formazione delle idee purtroppo distorte perchè molti giornalisti hanno un ideale proprio per il quale alterano la notizia a proprio favore e piacimento, anzichè presentare tutti i fatti senza prendere parte del “giustiziere”, ma permettendo al lettore un autonomia di riflessione senza ulteriori fantasie. Distinti saluti
        Karol

        • le ripeto, in virtù dell’articolo 595 cp., se un responsabile della repubblica polacca vorrà coprirsi di ridicolo querelandoci, ne ha facoltà. Peccato che non potrà procedere perché non ce ne sono gli estremi penali. La diffamazione, le ripeto, implica una affermazione di un fatto circostanziato e falso attribuito a persona singola che può rivalersi nelle sedi appropriate. Non lei, ma il diffamato, può procedere. Ma qui non si diffama nessuno. Mi sembra evidente. Sulla distorsione della notizia potrei risponderle allo stesso modo. Cordialmente

          Matteo Zola

    • Sei un GRANDE
      Sottoscrivo ogni tua parola!!!

  3. Ci tengo a precisare che il mio commento è riferito alle parole di Karol, non del redattore. E’ Karol il “grande” in questione.

  4. Se non puoi batterli unisciti a loro. I gemelli hanno fatto di tutto per diventare amici degli USA aiutandoli nelle missioni estere e liberando la Polonia dai collaboratori sovietici. Chi blatera di “grande Europa” e di amicizia con i russi è l’attuale governo, guarda caso le cose combinate sarebbero un pessimo affare per gli USA che con Obama sonnambulo hanno già perso il nordafrica.
    Governo che neanche avrebbe senso delegittimare attribuendogli responsabilità o complicità del disastro aereo causato da Putin visto che i loro stessi membri ogni tanto si suicidano ogni volta che si scopre come utilizzano i membri europei.
    In ogni caso bisogna insospettirsi quando attorno a una persona si radunano persone con ideologia completamente diversa e questa persona non riuscendo ad adempire nessuna delle proprie promesse continua ad ottenere consensi elettorali: Berlusconi non esiste solo in Italia.

    • Concordo con Michele, infatti ecco un breve filmato che mostra la faccia della real politic sulla dirigenza di Obama: http://www.youtube.com/watch?v=4JpPU-SwcbE
      Oltre a questo vorrei ricordare anche l’evento della spia Chapman, arrestata il giorno dopo che i due presidenti si sono pappati a pranzo un hamburger…
      Per quanto riguarda i “suicidi” anche in questa questione c’erano troppe morti e problemi, sia nella procura russa…che anche tra i testimoni chiave (nessuno sa perchè il dirigente della torre di Smolensk sia stato trovato misteriosamente impiccato).
      Rimango sconcertato quando le persone anzichè riflettere sulle verità preferiscono menzogne rassicuranti, mi riferisco specialmente allo show che è stato creato sulla politica estera dei gemelli: creazione di un esercito Europeo, creazione di istituzioni e leggi del mercato UE per l’intera Comunità(molto solide per evitare altre Grecie) e infine la creazione degli Stati Uniti d’Europa, idea che era proposta ancora nel 1948…queste erano le mete da loro ambite, ma poi sento dire dai media che erano anti europei…insomma basta continuare a fare uno spettacolo mediatico e ottenere consenso. Sia in Italia che in Polonia questo modo ha funzionato.

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