foto di Ron Haviv

LA GUERRA IN CASA # 6: Krajina, la riconquista croata

Quattrocento anni. Tanto è durata la presenza serba nei territori della Vojna Krajina. Dopo quattro anni dalla battaglia di Vukovar parte la riconquista croata della “frontiera militare” asburgica. All’alba del 4 agosto 1995 l’esercito croato, addestrato da esperti americani, muove da sud, da nord e da ovest contro i secessionisti serbi della Krajina di Knin, appoggiato da oriente dal Quinto corpo bosniaco che attacca dall’interno dell’area assediata di Bihac. […]: conquisteranno in meno di 32 ore un territorio montagnoso coperto di foreste inestricabili dove neppure la potenza tedesca nel ’41 ebbe il coraggio di entrare. L’intero sistema di telecomunicazioni serbo e messo a tacere da strategie di “guerra elettronica” messe a punto dagli americani.

Knin, la capitale secessionista, cade il giorno successivo: i serbi fuggono da tutti i territori conquistati in Croazia nel 1991 con l’eccezione di Vukovar e della Slavonia orientale. Una fiumana di profughi, stimata in 120.000 persone, muove verso la Bosnia settentrionale e la Serbia. […] Viene proposto (dallUnione Europea, ndrun ponte aereo per gli aiuti ai profughi serbi. Ma è proprio la repubblica madre, la Serbia, a chiudere la frontiera impedendo l’accesso a gran parte dei fuggitivi che si riversano nelle città bosniache conquistate nel 1992. La conseguenza è una nuova ondata di pulizia etnica contro i pochi croati e musulmani rimasti nella Bosnia settentrionale per far posto ai profughi in arrivo: una massa di persone si riversa sulle rive del fiume Sava nella speranza di passare la frontiera con la Croazia. I croati concedono il transito solo ai bosniaci di religione cattolica.

[…] Nei mesi successivi, in tutti i territori riconquistati, i croati scateneranno una vera e propria caccia al serbo: a decine saranno segnalati episodi di violenza e omicidi ai danni di anziani serbi rimasti nella regione “liberata”. Su questo massacro sottaciuto esiste un libro straordinario: Croazia, Operazione Tempesta, di Giacomo Scotti (Gamberetti Ed. 1996).

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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