In Slovenia il primo trimestre del 2009 sara’ uno dei peggiori dai tempi dell’indipendenza. Nulla di buono all’orizzonte per l’economia in base alle previsioni dell’Istituto per l’analisi macroeconomica e lo sviluppo (Imad). Il direttore dell’Imad, Bostjan Vasle, ha affermato che la crisi in Slovenia non sara’ affatto breve, dal momento che non ha ancora toccato il fondo e che non sono previsti miglioramenti prima del prossimo anno. La possibilita’ di una crescita negativa per due trimestri consecutivi non puo’ quindi essere esclusa.
L’economia slovena riuscirà probabilmente a reggere l’urto della crisi quest’anno in attesa che l’economia dell’Eurozona trovi nuove possibilità di ripresa. Intanto, mentre alla BCE cercano soluzioni, l’economia slovena e’ scesa considerevolmente: -14,2% le esportazioni, -12,7%ela produzione nel manifatturiero e’ scesa del 12,7%; -8,1% il settore edile.
La notizia più grave è che il deterioramento dell’attivita’ economica ha influenzato anche il mercato del lavoro, dove la crescita del numero di persone occupate sta decelerando in tutti i settori, soprattutto nel manifatturiero e nelle costruzione e i salari non crescono quasi affatto. La situazione tenderà ad aggravarsi nei prossimi mesi e c’è il rischio reale di una destabilizzazione socialenon differente da quella che sta investendo i Balcani meridionali. A uscirne rafforzati potranno essere ancora i partiti populisti e conservatori, che nella regione già godono d’ampio consenso, sempre sulla cresta dell’onda quando dominano insicurezza e instabilità. Le ricette economiche di questi schieramenti non paiono però adeguate al periodo di crisi ed è possibile che nuovi partiti politici prendano il sopravvento. La crisi economica è un’opportunità da non sprecare e l’Europa dell’Est è come sempre il laboratorio di tali cambiamenti.
Fonte: Ansa Balcani, Osservatorio Balcani