La decisione della Spagna di riconoscere dall’inizio del nuovo anno i passaporti del Kosovo è certamente per Pristina e per l’Europa una notizia distensiva. E per i kosovari questa non è l’unica buona notizia, dopo l’entrata in vigore della liberalizzazione dei visti per entrare nell’area Schengen.
Dal 1° gennaio il Kosovo si trova ad essere un po’ più vicino all’Europa e compie un sensibile passo nella normalizzazione dei rapporti con i paesi che non riconoscono la sua indipendenza. Dal 2024 infatti anche la Spagna riconoscerà i passaporti kosovari e i cittadini di Pristina potranno così adesso viaggiare senza visto in tutti i 27 paesi Ue dello spazio Schengen, ponendo fine ad una lunga discriminazione. Resta valido per i cittadini kosovari il limite standard della permanenza di massimo 90 giorni in un periodo complessivo di 180 in assenza di un permesso di lavoro o di studio.
Tale decisione distensiva non cambia tuttavia la posizione di Madrid riguardo il non riconoscimento dell’indipendenza della ex provincia serba, e come lei in Unione europea restano su questa posizione la Romania e Cipro, che non fanno parte dello spazio Schengen, e la Grecia e la Slovacchia che come la Spagna accettano i passaporti kosovari.
La reazione a Pristina e Bruxelles
La notizia è stata accolta positivamente sia a Pristina che a Bruxelles e l’Alto rappresentante UE per gli affari esteri (ed ex ministro degli esteri spagnolo) Josep Borrell ha commentato la decisione come “un passo positivo nell’implementazione dell’accordo sulla strada verso la normalizzazione”.
Nella capitale kosovara il premier Albin Kurti ha definito tale notizia come “un passo fuori dall’isolamento, un passo più vicino all’Unione Europea”.
La questione catalana
Dietro la scelta della Spagna di non riconoscere l’indipendenza del Kosovo c’è la questione della Catalogna, regione spagnola con velleità secessioniste e anche quest’ultima inversione di rotta del governo di Pedro Sanchez ha preoccupato le opposizioni a Madrid. Tra i maggiori critici ci sono i partiti centralisti e madrileni che mal sopportano l’appoggio di partiti autonomisti catalani al nuovo governo e valutano questo cambio di rotta come una pericolosa concessione. La critica nello specifico verte sul fatto che riconoscere i passaporti kosovari potrebbe in futuro rappresentare un precedente per qualsiasi altro Paese che voglia accettare un ipotetico passaporto catalano.
Il Ministro degli Esteri spagnolo Jose Manuel Albares ha chiarito che Madrid pur continuando a non riconoscere il Kosovo come stato indipendente è tuttavia favorevole al dialogo tra le parti nella regione balcanica e non sarà mai un ostacolo al dialogo tra Pristina, l’Unione Europea e Belgrado. In generale la Spagna non riconosce “dichiarazioni unilaterali di indipendenza” come quella del Kosovo.
Buone notizie anche da Belgrado
Per il Kosovo quella proveniente dalla Spagna non è l’unica novità positiva di questi ultimi giorni. Anche con la Serbia ci sono state alcuni passi avanti nella normalizzazione dei rapporti. Grazie anche alla mediazione europea sembra infatti essersi conclusa la battaglia delle targhe e i due paesi hanno deciso di riconoscere formalmente le targhe delle auto rilasciate dalle rispettive autorità nazionali.
Questa scelta a Belgrado arriva nella settimana delle proteste di piazza post elezioni e secondo molti critici è un tentativo di allentare le pressioni europee ed internazionali sul presidente Aleksandar Vučić che è accusato di brogli elettorali. Aldilà delle motivazioni politiche spesso di convenienza o per scopi elettorali, ci sono però piccoli, ma concreti passi di distensione e normalizzazione dei rapporti che soprattutto incidono realmente nella vita di ogni cittadino.
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