Sarajevo Festival

BOSNIA: La 29esima edizione del Sarajevo Film Festival

Dal 11 al 18 agosto, East Journal ha seguito dal vivo la ventinovesima edizione del Sarajevo Film Festival. Nato nel 1995 dopo la guerra, è da allora il fulcro della vita culturale della capitale bosniaca. Ogni anno, migliaia di visitatori, film-maker e artisti affollano Sarajevo per assistere a proiezioni giornaliere e anteprime. Nonostante l’atmosfera mondana, l’edizione 2023 è stata segnata anche da forti polemiche.

Kiss the Future: l’anima punk e sfrontata di una città sotto assedio

Il SFF si è aperto con l’attesissima première del film “Kiss the Future” di Nenad Čičin-Šain e prodotto da Matt Damon, Sarah Anthony e Ben Affleck. Il film intreccia la resistenza sprezzante e unica dei cittadini di Sarajevo e della scena musicale della città, con le vicende che hanno portato nel 1997 all’esibizione degli U2 nello stadio di Koševo.

La pellicola è il prodotto di storie di persone comuni, musicisti e giornalisti, che hanno deciso di fare della propria creatività e intraprendenza uno strumento di resistenza e di lotta. Non sono mancate testimonianze inedite dalla scena punk sotto assedio, con Enes Zlatar, frontman dei Siktar e vigile del fuoco di giorno, fino al mondo del giornalismo con Senad Zaimović e sua moglie Vesna.

Le loro storie si incroceranno con quella di Bill Carter, volontario americano giunto a Sarajevo con The Serious Road Trip. Ciò porterà prima Sarajevo e i suoi cittadini nei concerti del tour Zooropa degli U2, per poi portare la band stessa a Sarajevo nel 1997 in un concerto storico, che segnò ufficialmente la fine della guerra in Bosnia.

Il cinema come momento di confronto per la collettività

Insieme a Kiss the Future, sono stati presentati molti altri film prodotti in Bosnia e nel resto dei Balcani. Il SFF assume un valore collettivo unico e trasversale. Attraversando diverse generazioni il Festival rende fruibile alla comunità il meglio della produzione artistica regionale e internazionale. In questo modo, le proiezioni permettono agli spettatori di confrontarsi con vari argomenti e messaggi.

Tra le centinaia di film proiettati, hanno trovato spazio tematiche legate al mondo LGBTQIA+ con titoli come “Femme” di Sam H. Freeman e Ng Choon Ping e “Orlando, ma autobiographie politique” di Paul B. Preciado. Fino a toccare temi come la migrazione lungo la rotta balcanica e le ansie delle nuove generazioni per la mancanza di prospettive di vita in Bosnia con la raccolta di cortometraggi “Omnibus: What does BiH mean to you?“, realizzato da Anvar Nijemčević, Mina Vavan, Isidora Ratković e Ilija Pujić.

Un tema particolarmente sentito per il pubblico è stato il protrarsi della guerra in Ucraina.  Fortemente apprezzato è stato il documentario “We Will Not Fade Away” di Alisa Kovalenko che riporta l’esperienza di vita di quattro giovani ragazzi ucraini provenienti dal Donbass.  In più,  attraverso il film “From Bosnia With Love” di Benjamin Jung, sullo schermo sono state condivise le ansie e le preoccupazioni delle persone comuni nel Paese, angosciate dal ritorno della guerra in Europa e dalla mai sopita retorica nazionalista in Bosnia.

Lacune organizzative e sensibilità ignorate

Fin dalla sua apertura il Sarajevo Film Festival è stato interessato da forti polemiche. Nonostante le pressioni da parte di una parte dell’opinione pubblica, il femminicidio di Gradačac, dove Nizama Hećimović è stata uccisa dall’ex marito, non ha trovato il giusto spazio. L’organizzazione è stata criticata per non aver  dato voce abbastanza ad un tema di drammatica attualità in Bosnia.

Infine, la proiezione del film “Heroes of Halyard” di Radoš Bajić è stato motivo di forte imbarazzo per la direzione del SFF. Il film, distribuito da Cinelink e finanziato dal ministero della Difesa serbo e dall’Esercito Serbo, celebra la figura di Draža Mihailović, capo del movimento dei cetnici durante la Seconda Guerra Mondiale. Mihailović si rese responsabile di crimini di guerra ai danni della popolazione musulmana e croata durante l’occupazione nazifascista della Jugoslavia. Ciò ha attirato numerose critiche tra cui la richiesta di dimissioni  della direzione dalla sindaca Benjamina Karić. La direzione artistica del Festival ha risposto prendendo le distanze, specificando come la promozione del film fosse al di fuori della cornice ufficiale del festival.

Un Festival specchio di un Paese

Nonostante le criticità emerse, il Sarajevo Film Festival si conferma, come ogni anno, un’occasione imperdibile per immergersi nella cultura e nella creatività di Sarajevo. Le pellicole presentate al grande pubblico sono il prodotto inestimabile di una comunità che, nonostante decenni di corruzione e inettitudine politica, continua a fare i conti con il proprio passato e guarda al futuro con la stessa vivacità e speranza di trent’anni fa.

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