Fluttuando sulle linee

Fluttuando sulle Linee, il blog di Manuela Capece che porta oltrecortina

Conoscere davvero la cultura di quella vasta regione che chiamiamo Europa centro-orientale, penetrarne le contraddizioni, illuminarne le pieghe, è cosa per pochi – si pensi al progetto Est/ranei o al podcast Cemento, di Angelo Zinna ed Eleonora Sacco, oggi impegnati a lanciare il nuovissimo Kult – e richiede la capacità di connettere luoghi, eventi, estetiche e musiche. Sicuramente, una progetto culturale che raggiunge la rarefazione, elevatissimi livelli, sconfinando nell’immaterialità, è Fluttuando sulle Linee di Manuela Capece. Già, nell’immaterialità dell’altrove e persino della morte, in un viaggio che porta oltre, oltrecortina e … oltretomba. No, niente di macabro, per carità. Ma memorie di pietra, tombe di artisti russi, polacchi, ungheresi, che ci dicono di antiche connessioni, influenze, scambi culturali tra le due parti d’Europa – ma erano poi davvero due?

Ecco allora il senso della fluttuazione che Manuela Capece, storica solidissima e dall’originale vena intellettuale, esprime nel suo lavoro: le linee sono oltrepassate, sono un segno arbitrario, qualcosa su cui volare alto, cercando di ritrovare i fili che da sempre annodano la cultura europea. «Collaboro con il Museo del Risorgimento e la Certosa di Bologna – il cimitero monumentale, ndr – e curo una rubrica di curiosità e aneddoti storici e artistici a partire dallo studio di alcuni monumenti funebri in Italia o in Europa orientale» spiega Capece «alla ricerca di legami culturali tra le diverse parti d’Europa». Legami che risalgono al Risorgimento: «Ad esempio Italia e Polonia sono paesi che hanno un passato comune, e si citano nei reciproci inni nazionali e proprio a Bologna venne fondata nel 1879 la prima Accademia di letteratura e di storia polacca e slava. intitolata al celebre poeta polacco Adam Mickiewicz».

Già, Mickiewicz, uno che sulle linee ci ha fluttuato parecchio, nato a Zavossie, oggi in Bielorussia; studiò all’Università di Vilnius, oggi Lituania; esule in Russia e poi a Parigi; promotore della “Legione Polacca” che combatté in Lombardia durante la Prima guerra d’Indipendenza italiana e poi prese parte alla difesa della Repubblica Romana nel 1849, prendendo così parte attiva al Risorgimento italiano. E i legami non finiscono qui: «Furono i polacchi del Secondo Corpo d’Armata, guidato dal generale Władysław Anders, a liberare Imola nel 1945, contribuendo anche alla liberazione di Bologna». Non solo polacchi, però. «Monumenti funebri ai partigiani sovietici che combatterono in Italia sono presenti a Bologna e in altre città». Esempi di come la Storia offra collegamenti, incroci, che la storiografia nazionale talvolta esclude o minimizza. Eppure basta guardare all’altro lato dell’Adriatico, come fa l’autrice di Fluttuando sulle Linee, per vedere tutto il retaggio veneziano sulle coste della Dalmazia o del Montenegro, nei percorsi che rendono il Mediterraneo un enorme spazio di cultura condivisa. O ancora rivolgersi alla vita di Aristotele Fioravanti, architetto bolognese al servizio di Mattia Corvino, re d’Ungheria, e poi dei primi zar di Mosca dove diresse i lavori della Cattedrale della Dormizione, chiesa madre del nascente granducato di Moscovia, all’interno del Cremlino.

Fluttuando sulle Linee non è solo la ricerca di percorsi sotterranei, di luoghi meno comuni, da cui far emergere una lunga storia di reciproche influenze tra Italia ed Europa centro-orientale. È anche interesse per l’estetica sovietica – «che va difesa, come ogni forma artistica, dalla damnatio che oggi travolge qualsiasi espressione culturale russa» – per i libri e la letteratura, per la musica, segno di una passione profonda diventata mestiere: «La passione per l’Europa orientale ce l’ho da quand’ero bambina. Mia madre lavorava in una ditta di autotrasporti e, dopo la caduta del Muro, c’era parecchio lavoro con i paese dell’ex blocco sovietico. Così cominciarono ad arrivare in casa matrioske e bottiglie di vodka, qualcosa che ha lasciato un segno visivo. All’università sono poi venuti gli studi storici e un Erasmus a Varsavia a ravvivare quel legame che soggiaceva nel profondo».

Fluttuando sulle Linee è un progetto raffinato, colto, capace di aprirsi a chi – come noi – coltiva sentimenti, memorie e passioni che lo spingono a guardare verso quell’altra parte d’Europa, rispondendo a curiosità che nemmeno sapevamo di avere, e ti costringe a passare da un articolo all’altro, da una sezione all’altra di un sito che è anche esteticamente bello da vedere, e che ha atmosfere gotiche, romantiche, capaci di portare lontano – nel tempo e nello spazio – per scoprire infine qualcosa che ci è inaspettatamente vicino.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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