Albania satelliti

ALBANIA: Due satelliti nello spazio per combattere la criminalità

L’Albania ha inviato i suoi primi due razzi nello spazio. Lanciati lo scorso 3 gennaio dalla stazione di Cape Canaveral in Florida, i razzi portano nello spazio due satelliti come parte della missione congiunta Transporter-6 di SpaceX. I due satelliti, denominati Albania-1 e Albania-2, rientrano nell’accordo, dal valore di 6 milioni di dollari, siglato tra l’Agenzia Nazionale di Protezione Civile di Tirana e Satellogic USA Inc., noto osservatorio geospaziale americano. Il contratto ha lo scopo di sviluppare una “costellazione satellitare” dedicata al monitoraggio del territorio albanese.

Prospettive cosmiche

Sulla base dell’accordo, i due satelliti saranno utilizzati per un periodo di tre anni. L’obiettivo è il controllo del territorio attraverso la lettura dei dati satellitari. Satellogic si ocuperà anche di formare i tecnici albanesi a tale scopo. L’elaborazione delle informazioni geospaziali sarà dunque a capo degli stessi uffici di Tirana, grazie alle immagini e ai dati predisposti dall’ente statunitense.

Il lancio e’ stato annunciato dal primo ministro Edi Rama, che ha sottolineato che «Da oggi l’Albania ha più capacità high-tech per controllare, proteggere e amministrare il territorio, fornendo in tempo reale dati importanti su una serie di aspetti chiave per lo sviluppo sostenibile».

Questo servizio consentirà alle istituzioni albanesi di ricevere materiali satellitari che forniscono una copertura completa e periodica della superficie terrestre. Una ricchezza di informazioni che intende contribuire all’efficacia delle politiche e dei processi decisionali del paese in diversi settori. Tra questi, la gestione dell’agricoltura e del traffico, le attività di costruzione, gli incendi e il monitoraggio ambientale, ma anche le questioni di sicurezza delle frontiere. Non solo: questa “visione dell’alto” sarà un nuovo tentativo dell’Albania di controllare attività illecite – dalla coltivazione della marijuana al trasporto di eroina lungo la rotta balcanica.

Questioni terrene

Il traffico di droga dall’Albania è cosa nota. Diversi rapporti, tra cui il recente “Spot Prices” (2021) della Global Initiative Against Transnational Organized Crime (GI-TOC), descrivono in dettaglio questo fenomeno, con focus su flussi di persone, stupefacenti e denaro nei Balcani occidentali e nell’area adiacente. Da questo report emergono le forti connessioni tra reti illecite e strutturate, con le quali la criminalità organizzata genera miliardi di euro che vengono reinvestiti in ulteriori traffici, convogliati all’estero o riciclati in economie locali.

L’Albania, in particolare, si distingue per la produzione di marijuana. I dati del rapporto GI-TOC ci indicano che la coltivazione deriva da una forte domanda di questa droga nella regione e lungo una vasta rete di scambio. Il territorio albanese è geograficamente strategico per la vendita su larga scala: raggiunge la linea mediterranea (Grecia e Italia), si muove sulla linea orientale (fino alla Repubblica Ceca) ed entra nel mercato continentale, percorrendo la rotta balcanica verso l’Austria. Una contingenza spaziale che replica la sua affidabilità prestandosi anche come zona di transito per altri traffici, come l’eroina in arrivo dalla Turchia.

Luogo simbolo della coltivazione di marijuana in Albania è stato per anni Lazarat, villaggio dell’Albania meridionale noto per le vaste piantagioni che lo circondavano: dopo l’operazione di polizia su larga scala nel 2014 (poco dopo aver ricevuto lo status di Paese candidato all’UE), durante la quale sono state sequestrate diverse centinaia di piantagioni, la portata di questa attività è diventata un caso diffuso dalla stampa internazionale. I rapporti dell’Antimafia in Albania dell’epoca segnalavano una solida struttura di economia sommersa – si stimava infatti che da queste coltivazioni fosse possibile il sostegno al reddito di cinquemila contadini impiegati nella produzione.

Nonostante l’operazione, la coltivazione di marijuana continua a ledere l’immagine delle istituzioni albanesi, spesso dipinte come complici e corrotte. Il governo di Tirana si è difeso a più riprese, pubblicizzando gli ingenti sforzi mossi per sradicare la coltivazione, con l’obiettivo di avvicinarsi all’ingresso nell’Unione europea. Il lancio dei due satelliti si rivela in questo senso un passo ulteriore verso una nuova immagine del Paese, nella speranza che si traduca in azioni concrete contro la criminalità.

Foto: Wikicommons

Chi è Ivana Ristovska

Nata nel 1996 a Štip (Macedonia del Nord), vive in Piemonte. Laureata in Scienze Internazionali a Torino, con una sosta francese a Sciences Po Lyon e una formazione pregressa in Comunicazione Interculturale. Attualmente operativa nel settore della progettazione ambientale. Attività che trova posto accanto ad un costante sguardo verso la storia e il presente dell'area balcanica. Ne parla qui su East Journal.

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