ALBANIA: La guerra perduta alla cannabis

L’Albania e’ al centro dei traffici di stupefacenti verso l’Europa, in particolare per quanto riguarda la cannabis sativa. Le notizie di sequestri di grandi quantità di droga da parte di polizia e carabinieri occupano gran parte dei telegiornali locali non solo nelle regioni meridionali dell’Italia, ma anche nelle regioni del nord. Negli ultimi tre mesi il sequestro di cannabis sativa proveniente dalle coste albanesi è di diverse tonnellate. Secondo il Procuratore della Repubblica di Lecce Cattaldo Motta: “il canale d’Otranto è diventato un autostrada della droga”. Il canale d’Otranto e’ un tratto di mare che si attraversa facilmente e velocemente con i motoscafi, e i criminali lo sanno e hanno mantenuto e intensificato i rapporti tra i sodalizi criminali che operano sulle due sponde.

Ma non c’e’ solo l’Italia. Le statistiche della polizia della Grecia sui bilanci trimestrali parlano di 10 tonnellate di cannabis sativa sequestrate nei mesi di gennaio-marzo. Inoltre la geografia dei trafficanti per il trasporto della droga dal territorio albanese ai paesi UE ha contagiato anche la Croazia dove il mese scorso sono stati sequestrati 800 chilogrammi di cannabis sativa; ma una partita di droga è stata catturata anche dalla polizia serba.

Ovviamente l’infrastruttura della criminalità organizzata nei Balcani occidentali o nei paesi UE non soffre la crisi finanziaria dei mercati internazionali ed ha fonti di finanziamento illimitate per i suoi traffici illeciti. Secondo alcune segnalazioni dei servizi segreti albanesi, SHISH, i narcotrafficanti nell’ultimo periodo starebbero utilizzando anche dei velivoli per le loro attività illecite in Albania. Inizialmente si parlava nei media e nel parlamento albanese di un presunto traffico dall’ex base militare di Gjader, nel nord dell’Albania.

Tuttavia alcuni giorni fa la polizia locale ha fermato un cittadino italiano, G. R, 68 anni, originario di Varese, atterrato con un piccolo aereo privato sulla spiaggia di Divjaka, a circa 80 chilometri a sud di Tirana. Un altra persona, un cittadino albanese S. B., residente in Italia, e’ stato arrestato nella stessa zona, dopo che nella sua auto sono stati trovati ingenti quantitativi di marijuana e durante l’interrogatorio ha detto che il carico doveva essere messo sull’aereo.

Nel caso di utilizzo di velivoli e piccoli aeroporti, non dobbiamo essere tanto sorpresi perché stiamo parlando solo di diversificazione dei mezzi di trasporto della droga. Più comuni sono le motobarche con due o quattro motori diesel di 6-12 metri , ma anche automobili e camion. Il viaggio della droga verso l’Italia ormai è noto. Parte dall’Afghanistan e arriva a destinazione dopo avere attraversato Turchia, Macedonia e Albania.

Secondo i documenti dell’Antimafia in Albania ci sono delle vere e proprie officine specializzate nell’individuare dove piazzare la droga tra le lamiere delle automobili. I meccanici, foraggiati delle organizzazioni criminali, smontano le auto e le studiano. Ogni modello ha le sue caratteristiche.

Sempre secondo il rapportodell’Antimafia, in Albania ci sono centinaia di piantagioni di marijuana da esportazione. Uno dei più conosciuti centri di produzione è il villaggio di Lazarat, vicino e Gjirokastra dove la coltivazione di cannabis rappresenta un’importante forma di sostegno al reddito dei 5 mila contadini che vi lavorano. Ma in Albania ci sarebbero anche altri villaggi più o meno noti che coltivano cannabis sativa. Secondo una ricognizione aerea condotta nell’entroterra albanese da parte della Guardia di Finanza si sarebbe scoperta la presenza di circa 500 piantagioni di marijuana.

Tuttavia negli ultimi giorni, sta prendendo corpo nell’ opinione pubblica albanese, l’idea legalizzare la marijuana per controllarne e tassarne il mercato, che ad oggi sarebbe quantificabile in 4,5 miliardi di euro circa.

Il presidente della Camera di Commercio Americana, Mark Crawford, prendendo esempio dalla legalizzazione nello stato del Colorado, ha detto che “l’Albania dovrebbe tassare la cannabis sativa, perché ciò sarebbe molto redditizio per lo stato”.

Chi è Lavdrim Lita

Giornalista albanese, classe 1985, per East Journal si occupa di Albania, Kosovo, Macedonia e Montenegro. Cofondatore di #ZeriIntegrimit, piattaforma sull'Integrazione Europea. Policy analyst, PR e editorialista con varie testate nei Balcani. Per 4 anni è stato direttore del Centro Pubblicazioni del Ministero della Difesa Albanese. MA in giornalismo alla Sapienza e Alti Studi Europei al Collegio Europeo di Parma.

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Un commento

  1. Giusto… legalizzare tutte le droghe! Non perché siano redditizie ma per tutelare un pochino chi è costretto a comprarla di nascosto rischiando la vita. Di certo io non la userò mai però meglio comprarla in farmacia con l’avvertimento che fa male alla salute piuttosto che dagli spacciatori che ti costringono a tenere la bocca chiusa in caso di arresto o controllo da parte delle forze dell’ordine. Comprarlo in farmacia è anche garanzia di prodotto più pulito invece di quello mischiato con adrenalina x cavalli da corsa o chissà cos’altro ancora. Non penso che cominceremo a drogarci tutti solo perché legale come non fumiamo tutti e non beviamo alcoliciAnche io albanese ma più grande di te di 10 anni. Cerca di ridimensionare il tuo orgoglio da albanese perché per orgoglio si sono fatte le guerre e non credere che sia un punto di forza. In conto è preservare la propria dignità altro è essere orgogliosi

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