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Gli albanesi in piazza a Londra per denunciare il razzismo

Le parole della segretaria agli interni britannica Suella Braverman hanno fatto esplodere la protesta degli albanesi residenti nel Regno Unito.

Domenica 13 novembre, migliaia di albanesi residenti nel Regno Unito hanno partecipato ad una manifestazione nel centro di Londra; il motivo della protesta sono le parole della neo segretaria degli interni britannica Suella Braverman che ha definito “un’invasione” l’aumento dei migranti irregolari di nazionalità albanese che arrivano nel Regno Unito attraversando il canale della Manica.

La protesta ha visto scendere in piazza oltre 3.500 persone che chiedono di mettere termine alla campagna razzista e denigratoria portata avanti dal governo nei confronti della loro comunità. Molti cartelli esposti sottolineano come la gran parte degli appartenenti a questa comunità siano “lavoratori e contribuenti”. Attualmente nel Regno Unito vivono circa 140.000 albanesi la maggioranza dei quali sono perfettamente integrati nella società e svolgono lavori di tutti i tipi.

I numeri di Downing Street

Secondo i dati del governo di Londra i migranti irregolari di nazionalità albanese sono passati dagli 800 del 2021 agli oltre 12.000 di quest’anno. Secondo il ministro per l’Immigrazione Robert Jenrik gli albanesi tra questi sarebbero l’80%, per lo più uomini giovani e single che farebbero parte di bande criminali organizzate. Secondo la Braverman, l’aumento degli arrivi irregolari sarebbe dovuto alla presenza nel Regno Unito della mafia albanese che, oltre alla droga, avrebbe allargato le sue attività anche al traffico di esseri umani.

La questione migratoria nel Regno Unito è strettamente collegata alla Brexit poiché dopo l’uscita del paese dall’Ue il fenomeno migratorio attraverso la Manica si è notevolmente intensificato, da inizio anno sono arrivate sulle coste inglesi provenienti da Francia, Belgio e Olanda circa 40.000 persone. Inoltre con l’uscita dall’UE per Londra chiedere informazioni e aiuti ai paesi continentali è molto più difficile e ciò complica notevolmente le procedure necessarie per accogliere e integrare le tante persone che arrivano. Il partito Tory, uno dei promotori della Brexit, prometteva che con essa il fenomeno migratorio sarebbe diminuito perché causato esclusivamente dalle politiche di Bruxelles. I numeri sembrano sconfessare le promesse e le convinzioni del partito conservatore e in questo senso le parole della ministra Braveman si rivelano come un tentativo di addossare ad altri problemi che non si è stati capaci di risolvere.

Come scritto da Lea Ypi, autrice albanese e accademica alla London School of Economics, additare un intero gruppo minoritario di essere “invasore” interrompe il percorso di integrazione nella società e alimenta invece la rabbia e la legittima ostilità.

Le accuse del primo ministro Rama

La protesta di piazza dei tanti albanesi che vivono in Gran Bretagna è stata preceduta dal commento di condanna del primo ministro albanese Edi Rama il quale ha dichiarato che il governo britannico utilizza la “retorica del crimine” per accusare gli immigrati albanesi e “far dimenticare i fallimenti politici nella questione migratoria“. Il premier, rieletto nel 2021, ha poi specificato che il 70% degli albanesi arrivati nel Regno Unito provenivano da altri paesi europei e non erano partiti da Tirana.

Rama ha aggiunto anche che se Londra vuole maggiore aiuto deve trattare con rispetto l’Albania. Alla fine di agosto l’ex segretario di Stato per l’interno Priti Patel aveva annunciato un accordo con il governo albanese per accelerare il rimpatrio dei cittadini non autorizzati a rimanere nel Regno Unito e già dal 2021 tra i due paesi sono in vigore accordi bilaterali per permettere il rimpatrio degli albanesi che commettano reati oltremanica.

L’Albania, paese tra i più poveri d’Europa e che tuttavia nel 2021 non si è tirata indietro ed ha accolto 4.000 rifugiati afghani, ha sempre collaborato con i paesi europei, compreso il Regno Unito, per favorire l’integrazione dei propri cittadini nei paesi ospitanti. Le parole espresse dalla ministra inglese fanno invece sorgere dubbi riguardo le intenzioni di reale e proficua cooperazione del nuovo governo conservatore guidato da Rishi Sunak rispetto ad un’emergenza che il loro stesso partito ha creato ed aggravato.

Foto: @sinanbaykent, twitter

Chi è Andrea Mercurio

Ho 26 anni, sono laureato in Scienze Politiche, amo scrivere in ogni modo e in ogni forma. Sono appassionato di Storia e Attualità, da qualche anno mi sono interessato in particolare ai Balcani.

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