cittadini fuggiti da mariupol

Reinsediati in Russia, parlano i cittadini fuggiti da Mariupol

La fuga da Mariupol verso la Russia e il programma di reinsediamento: la situazione di alcuni degli ex abitanti della città simbolo della guerra

Da quasi un mese, più di 300 rifugiati di Mariupol vivono a Vrangel, nell’estremo oriente della Russia. Durante le settimane di assedio della città, caduta con la resa degli ultimi soldati asserragliati all’interno dell’acciaieria Azovstal, molti cittadini ucraini non sono riusciti a scappare a ovest come avrebbero voluto, poiché le tregue concordate per l’apertura di corridoi umanitari verso il territorio controllato da Kiev sono state quasi sempre interrotte da bombardamenti e rappresaglie russe.

Da Mariupol a Vrangler, via Taganrog

Nel corso delle ultime settimane dell’assedio, diversi abitanti di Mariupol hanno trovato riparo a Taganrog, in Russia. Qui hanno ricevuto molte promesse: alcuni testimoni raccontano che alla stazione cittadina venivano distribuiti volantini della Russian Far East and Arctic Development Corporation, un’organizzazione statale volta a convincere i rifugiati a reinsediarsi in estremo oriente.

Alloggio gratuito, lavoro garantito e non solo

Per tutti coloro che, da un giorno all’altro, si sono trovati senza più nulla tra le mani, l’offerta appariva necessariamente interessante, per quanto obbligata. Alloggio gratuito, tassi dei mutui ridotti, supporto economico al trasferimento (170.000 rubli per ogni membro della famiglia) e, soprattutto, la garanzia di un lavoro per ricominciare da zero. Una possibilità accolta da molti degli sfollati che, ad oggi, però raccontano di non aver ancora visto nulla di quanto era stato loro promesso in quella stazione.

La testimonianza di Olga

Olga, nome di fantasia, ha raccontato al sito indipendente in lingua russa Meduza.io la storia del trasferimento della sua famiglia verso la Russia. A Mariupol, prima del 24 febbraio, vivevano bene. Con lo scoppio della guerra, però, tutto è cambiato e per un mese e mezzo, insieme al marito e alla figlia, Olga ha vissuto in un seminterrato senza alcuna possibilità di fuga verso le zone più sicure dell’Ucraina. L’unico modo per garantirsi la sopravvivenza era passare il confine russo,

In accordo con il marito e la figlia, Olga ha deciso di partire verso la Russia con destinazione Kirov o Vladivostok, e ricostruirsi una vita lontana dalla guerra nell’ambito del programma di reinsediamento. Solo sul treno sono poi venuti a conoscenza dei dettagli del tanto decantato programma: i mutui a tasso agevolato sono destinati solo alle famiglie in cui entrambi i coniugi hanno meno di 35 anni e che le case, nel Primorsky Krai, sono tutt’altro che economiche.

Più di 900.000 sfollati ucraini oggi vivono in Russia

Dall’inizio della guerra, secondo il ministero degli Esteri russo, oltre 900.000 sfollati ucraini sono entrati in Russia. Molte testimonianze raccontano che arrivare dall’altra parte non è stato semplice, poiché le autorità russe hanno sottoposto i rifugiati a interrogatori e ispezioni di ogni tipo, controllando perfino gli smartphone di ciascuno di loro. Qualcuno afferma addirittura di essere stato fermato per diversi giorni in centri di “filtraggio” prima di poter raggiungere la destinazione finale: Vladivostok. Peccato che quasi nessuno abbia poi raggiunto la città, poiché senza troppe spiegazioni gli sfollati sono stati re-indirizzati nella piccola città di Vrangel, vicino a Nakhodka, a circa 160 km da Vladivostok.

Tante le promesse disattese, tra cui quella del lavoro garantito

Ad oggi Vrangel ospita circa 308 profughi arrivati da Mariupol via Taganrog. Nella sua azione di propaganda, il governo regionale aveva parlato di oltre 1.700 posti di lavoro disponibili in oltre 200 aziende. I dati diffusi dal ministero per lo Sviluppo dell’Estremo Oriente russo e dell’Artico addirittura menzionavano più di 62.000 posti vacanti elencati nel database del Primorsky Employment Service, dichiarando inoltre che molte aziende stavano già offrendo posti di lavoro ai rifugiati. La realtà è che agli ex abitanti di Mariupol vengono offerte posizioni con stipendio ridotto rispetto alla media, insufficiente perfino a coprire l’affitto di un piccolo appartamento.

Il futuro dove non c’è futuro

I più fortunati oggi vivono in hotel, pagati di tasca propria con i risparmi che sono riusciti a portare in Russia, mentre quelli che hanno perso tutto alloggiano in appartamenti aiutati dalle persone del luogo. Nonostante molte persone siano arrivate dall’Ucraina nell’Estremo Oriente russo senza vestiti e beni di prima necessità, il governo russo continua a non fornire aiuti, disattendendo le promesse e riversando questa responsabilità sui volontari del luogo che, nonostante l’avviso contrario da parte delle autorità, continuano ad aiutare tutti coloro che ne hanno necessità.

Immagine di copertina: Wikipedia by Mvs.gov.ua, CC BY 4.0,

Chi è Valentina Chiara Baldon

Classe 1986, da sempre innamorata della comunicazione in tutte le sue forme. Le parole possono cambiare il mondo, ecco perché ha scelto di utilizzarle come strumento principale nel suo lavoro. SEO copywriter e Social media manager per professione, aspirante giornalista per passione. East Journal è la prima testata con cui collabora.

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