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Invasione russa dell’Ucraina? Attenzione agli esiti irrazionali

La minaccia di invasione russa dell’Ucraina sembra finalizzata a influenzare i negoziati, ma attenzione agli esiti irrazionali…

L’invasione russa dell’Ucraina sarebbe alle porte. È davvero così? Ci sono dei dati oggettivi ai quali è bene attenersi, e l’accumulo di truppe ai confini è uno di questi. Ci sono prove evidenti del prolungato afflusso di uomini e mezzi militari in aree strategiche lungo le frontiere del Donbass e della Crimea. Queste truppe rappresentano un evidente strumento di pressione mentre sono in corso i colloqui a Ginevra.

Le armi e la diplomazia

La partita diplomatica – assai dura – non può che essere influenzata dalle costanti sollecitazioni militari messe in atto dal Cremlino. L’ingresso di truppe russe in Bielorussia al fine di accerchiare l’Ucraina anche da quella posizione, è un altro fatto. Si tratta di un dispiegamento di forze che non lascia tranquilli. Ma finché resta aperta la partita diplomatica, queste minacce servono ad alzare la posta al tavolo negoziale. Anche la presenza di mercenari tra le fila russe è un fatto, e ricordiamo come in passato il Cremlino si avvalse di queste truppe. Tuttavia risulta singolare che molti dei mercenari convocati non sapessero per quale obiettivo militare fossero stati mobilitati, rinunciando persino all’ingaggio quando hanno capito che si trattava dell’Ucraina.

L’esibizione muscolare del Cremlino è evidente, ma che sia realmente finalizzata a un’invasione è tutt’altro che ovvio. Il numero di truppe finora dislocate dai russi non è sufficiente a un’invasione militare su larga scala – fino a Kiev, per intenderci – ma non sembra adeguato nemmeno a mantenere il controllo dell’area meridionale, quella di Odessa. Un intervento circoscritto al Donbass appare tuttavia poco conveniente in quanto la Russia controlla già de facto quel territorio e non ha bisogno di un’occupazione militare.

L’impressione, piuttosto, è che il Cremlino stia giocando una partita ibrida al fine di riscuotere qualcosa per via diplomatica agitando lo spettro di un conflitto. Una finzione – almeno speriamo che lo sia – che dovrà trovare un esito rapidamente in quanto non è possibile alzare la tensione fino al punto di rottura. Il recente annuncio di massicce esercitazioni navali, destinate a coinvolge nel prossimo febbraio tutte flotte della marina russa, mostra come il build up militare possa proseguire anche su altri quadranti, allentando la tensione sull’Ucraina.

Isteria, propaganda ed esiti irrazionali

Il Cremlino ha suoi strumenti di propaganda e ha caricato a molla l’opinione pubblica nazionale, e alla fine dovrà in qualche modo risponderne. Anche se l’esibizione muscolare cui stiamo assistendo può essere finalizzata a influenzare il tavolo dei negoziati, occorre prestare attenzione alle mosse del Cremlino. La Russia non agisce in modi razionali. Lo dimostra il fatto che il paese, economicamente in difficoltà, con una demografia insostenibile e piegato dalla pandemia, investe enormi quantità di denaro in spese militari e nel mantenimento di un dispositivo bellico pronto all’uso. Esiti irrazionali sono sempre possibili.

Chi è Alessandro Ajres

Alessandro Ajres (1974) si è laureato all’Università di Torino con una tesi su Gustaw Herling-Grudziński, specializzandosi nello studio della lingua e letteratura polacca. Nel 2004 ha conseguito il dottorato di ricerca in Slavistica con un lavoro sull’Avanguardia di Cracovia, da cui scaturirà poi il volume Avanguardie in movimento. Polonia 1917-1923 (Libria 2013). Attualmente è professore a contratto di Lingua Polacca all’Università di Torino.

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