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UCRAINA: Mercenari russi al confine, restano i timori per un attacco

Mercenari russi al confine, ordinanze per fosse comuni, accumulo di armamenti in Crimea. Le notizie che arrivano dalla Russia non fanno dormire sonni tranquilli a Kiev…

Sarà il primo febbraio il giorno in cui la Russia invaderà l’Ucraina? L’accumulo di truppe e mezzi militari in posizione strategica per un attacco continua senza sosta, nonostante il dialogo intrapreso con gli Stati Uniti per definire gli assetti militari in Europa. A preoccupare è un documento emanato dalla Protezione Civile russa che riguarda l’urgente sepoltura di cadaveri in tempo di guerra e di pace. Si tratta del Gost R 42.7.01 – 2021, norme tecniche – accompagnate da disegni che illustrano come seppellire i corpi – per la realizzazione urgente di fosse comuni, qualora il numero ingente di cadaveri non consenta la normale inumazione. L’ordinanza entrerà in vigore a partire dal primo febbraio.

La coincidenza del documento con l’accumulazione massiccia di truppe ai confini ucraini è sinistra. E non è il solo segno inquietante di un’escalation che prosegue imperterrita. Giornalisti indipendenti russi hanno raccolto numerose testimonianze su una convocazione di mercenari e volontari presso Rostov sul Don, a partire da settembre, nelle stesse strutture utilizzate per l’attacco all’Ucraina del 2014. I numeri dei convocati non erano mai stati tanto alti da quel periodo. Nella convocazione è indicato uno stipendio molto elevato, e non è espressamente specificata la destinazione. Alcuni volontari intervistati pensavano di partire per l’Africa, e quando hanno capito che si trattava di Ucraina hanno rinunciato. Ancora esistono volontari e mercenari che non accettano di andare ad uccidere in un paese fratello. A tal proposito si legga questo reportage, realizzato dal sito indipendente Meduza.

La Reuters riferisce che secondo le immagini satellitari registrate dalla società statunitense Maxar Technologies, una base russa in Crimea – semivuota ad ottobre – a partire dal 13 dicembre è stata riempita con centinaia di veicoli corazzati, ovvero “veicoli da combattimento di fanteria della serie BMP, carri armati, artiglieria semovente e equipaggiamento per la difesa aerea”. Secondo altre fonti, sono state dispiegate in Crimea cospicue forze aeree, assenti nei periodi precedenti.

Appare evidente come, in caso di attacco, il fronte meridionale sia forse il più pericoloso per l’Ucraina, che potrebbe rapidamente perdere il controllo del Canale di Crimea (indispensabile all’approvvigionamento idrico della penisola occupata) nonché la linea costiera del Mar d’Azov, per non parlare di un possibile attacco, anche dal mare, verso Odessa.

Il Cremlino ha le sue preoccupazioni, da un lato teme i droni turchi Bayraktar, in dotazione all’Ucraina, che hanno permesso all’Azerbaigian di vincere la recente guerra nel Nagorno-Kharabakh ma soprattutto teme il progetto turco-ucraino di costruire uno stabilimento in Ucraina per produrli direttamente in loco. La frenesia del Cremlino di riappropriarsi in tempi brevi dell’Ucraina, o come minimo di cancellare l’influenza occidentale sul paese, non è del tutto comprensibile, e potrebbe essere dettata dal timore di non poterlo più fare agevolmente una volta che l’Ucraina possa rafforzare tecnicamente le proprie difese. Il desiderio di Vladimir Putin di ripristinare il controllo di Mosca sullo spazio post-sovietico è da tempo evidente, ma è l’accelerazione impressa agli eventi che sorprende. Le voci che parlano di una sua malattia – per quanto non confermate – potrebbero forse spiegare tanta fretta.

Chi è Giovanni Catelli

Giovanni Catelli, cremonese, è scrittore e poeta, esperto di cultura e geopolitica dell’Europa orientale. Suoi racconti sono apparsi in numerose testate e riviste, tra cui il Corriere della Sera, la Nouvelle Revue Française, Nazione Indiana, L’Indice dei Libri. Ha pubblicato In fondo alla notte, Partenze, Geografie, Lontananze, Treni, Diorama dell'Est, Camus deve morire, Il vizio del vuoto, Parigi e un padre (candidato al Premio Strega 2021). Geografie e Camus deve morire (con prefazione di Paul Auster) sono stati tradotti in varie lingue. Collabora con Panorama e dirige Café Golem, la pagina di cultura di East Journal. Da più di vent'anni segue gli eventi letterari, storici e politici dell'Europa orientale, e viaggia come corrispondente nei paesi dell'antico blocco sovietico.

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