Biden riconosce il genocidio armeno

Nel giorno in cui in Armenia e nel mondo si commemora il 106esimo anniversario del Medz Yeghern (“il Grande Crimine” in armeno), il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha riconosciuto l’eccidio di 1,5 milioni di armeni perpetrato dall’Impero Ottomano a partire dal 1915 come genocidio.

“Ogni anno, in questo giorno, ricordiamo le vite di tutti coloro che sono morti nel genocidio armeno dell’era ottomana e ci impegniamo a impedire che una tale atrocità si ripeta”. L’uso del termine genocidio nel comunicato della Casa Bianca rappresenta una scelta storica, in quanto Biden è il primo capo di stato americano in carica a farne volutamente ricorso il 24 aprile. Il solo Ronald Reagan aveva parlato di un “genocidio armeno” in un comunicato del 1981 sull’Olocausto, ma la cosa non si era poi convertita in un riconoscimento formale.

La presa di posizione di Biden è simbolica e non avrà conseguenze a livello legale. Nel diritto internazionale, infatti, la prima definizione di genocidio in quanto crimine contro l’umanità si trova nella risoluzione 96/I dell’Assemblea Generale dell’ONU risalente al 1946, diversi decenni dopo i fatti in questione. Tuttavia, la Turchia da sempre si batte contro il riconoscimento del genocidio armeno da parte degli altri stati per evitare che parte della sua storia venga equiparata all’Olocausto

La posizione ufficiale di Ankara al riguardo è che, se pur le stragi di armeni durante la prima guerra mondiale sono realmente avvenute, esse non corrispondono alla definizione di diritto internazionale di genocidio. In altre parole, esse non erano dettate dall’intenzione di sterminare sistematicamente la popolazione armena. 

La mossa della Casa Bianca quindi inevitabilmente complicherà le relazioni con Ankara. Già nei giorni scorsi, il ministro degli Esteri turco, Mevlüt Çavuşoğlu, al riguardo aveva dichiarato che “se gli Stati Uniti vogliono peggiorare le relazioni con la Turchia, la decisione spetta a loro”. A questo, secondo diverse indiscrezioni, ha fatto seguito una chiamata tra Biden e Recep Tayyip Erdoğan nella giornata di ieri (23 aprile), in cui il capo di stato americano avrebbe anticipato i suoi piani al collega turco.

Nonostante la forte opposizione della Turchia, nel corso degli anni 29 stati (tra cui l’Italia) hanno riconosciuto con modalità diverse il genocidio armeno. Allo sforzo turco, infatti, ne corrisponde uno equivalente per il riconoscimento da parte degli armeni nel mondo, per i quali la memoria del genocidio è ormai un elemento fondante della propria identità.

Negli Stati Uniti, il riconoscimento di Biden, era stato anticipato da quello del Congresso nel dicembre 2019. Allora come adesso, la presa di posizione americana incrinò le relazioni con la Turchia, alleato strategico e membro della NATO. La speranza che la pressione internazionale possa far partire una riflessione nella società turca sugli errori del passato, resta sempre debole. 

Immagine: L’annuale manifestazione sulla collina Dzidzernagapert a Erevan, dove sorge il Mausoleo che ricorda le vittime del genocidio armeno, 24 aprile 2016 (East Journal/Aleksej Tilman).

Chi è Alessio Saburtalo

Alessio Saburtalo è uno pseudonimo. L'autore che vi si cela si occupa principalmente di Caucaso con sporadici sconfinamenti in Russia e Asia Centrale. Saburtalo è un quartiere di Tbilisi.

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