BIELORUSSIA: Alla Conferenza di Riga interviene la leader dell’opposizione Tichanovskaja

La Conferenza di Riga è un appuntamento annuale che, dal 2006, riunisce esperti regionali e internazionali di politica estera e difesa, giornalisti e rappresentanti politici al fine di promuovere un dialogo costruttivo sulle questioni che interessano la comunità transatlantica. Trasmesso quest’anno interamente online a causa delle misure restrittive imposte dalla pandemia di coronavirus, l’evento ha accolto anche un intervento di Svetlana Tichanovskaja, leader e fondatrice del Consiglio di Coordinamento bielorusso.

L’agenda della Conferenza di Riga 2020

La Conferenza di Riga, tenutasi quest’anno il 12 e il 13 novembre, è stata organizzata congiuntamente dall’Organizzazione transatlantica lettone (LATO) e dai ministeri della Difesa e degli Affari esteri della Repubblica di Lettonia. Rinomati oratori vi hanno partecipato, discutendo di temi di estrema importanza: il ruolo dell’UE e i cambiamenti nelle élite politiche europee, le sfide che la NATO sta affrontando per il suo 71° anniversario, la sicurezza nell’era dell’informazione digitale e della guerra ibrida, le relazioni dell’Occidente con la Russia e le prospettive di cooperazione e partenariato tra i diversi paesi.

L’intervento di Svetlana Tichanovskaja

Al forum internazionale su sicurezza e politica alla Conferenza di Riga, è intervenuta anche la candidata alle presidenziali bielorusse e leader dell’opposizione, Svetlana Tichanovskaja, che ha parlato degli eroi delle proteste nel suo paese natale e ha chiesto ulteriori sanzioni per le autorità bielorusse da parte della comunità europea e internazionale.

Ribadendo come, durante le proteste pacifiche in corso Bielorussia dallo scorso 9 agosto, più di 18.000 persone siano state arrestate, altrettante migliaia torturate e 8 uccise, la leader dell’opposizione ha invitato l’Ue a intraprendere un’azione più ferrea nei confronti del suo paese. “Le repressioni sono così grandi che queste cifre suonano come pure statistiche. Ma dietro queste cifre ci sono persone reali”, ha sottolineato, aggiungendo che le sanzioni individuali contro i cittadini bielorussi coinvolti in frodi elettorali e la repressione politica sono stati un primo passo importante, ma che questo elenco dovrebbe essere ampliato anche alle imprese che sostengono il regime di Aleksandr Lukashenko.

Inoltre, sempre rivolgendosi alla comunità europea, Svetlana Tichanovskaja ha chiesto di dichiarare estremiste l’organizzazione bielorussa GUBOPiK (Direzione principale per la lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione) e la polizia antisommossa OMON, nonché che venga aperta un’indagine internazionale sull’omicidio di Roman Bondarenko. Al ragazzo 31enne Tichanovskaja insieme alla diaspora bielorussa ha dedicato un messaggio speciale, accedendo anche alcune candele presso il Monumento alla Libertà di Riga.

Durante la sua visita nella capitale lettone, Svetlana Tichanovskaja ha avuto modo di incontrare e dialogare con il presidente, il primo ministro, il ministro degli Affari Esteri e i rappresentanti di alcune ONG lettoni, che si sono detti d’accordo a introdurre ulteriori sanzioni individuali e a prevedere la possibilità di cancellare il campionato di hockey sul ghiaccio previsto nelle rispettive capitali, Minsk e Riga, per il 2021.

La violenza non si ferma

Repressione e violenza continuano a essere all’ordine del giorno in Bielorussia. Nonostante il poeta Dmitrij Strocev e la docente di italiano Natalia Dulina – entrambi arrestati per aver partecipato alle manifestazioni contro il regime di Aleksandr Lukashenko – siano di nuovo liberi, la violenza nei confronti dei manifestanti pacifici non si ferma.

Domenica 15 novembre hanno avuto luogo altri arresti durante una protesta alla stazione della metropolitana Puškinskaja, a Minsk. Alcuni testimoni oculari hanno riferito che, prima di iniziare ad arrestare le persone, le forze di sicurezza hanno spruzzato gas lacrimogeni e granate.

Per saperne di più: Cosa succede in Bielorussia, tutti gli articoli. E in ordine

Immagine: Ужывую/YouTube

Chi è Claudia Bettiol

Nata lo stesso giorno di Gorbačëv nell'anno della catastrofe di Chernobyl, sono una slavista di formazione. Grande appassionata di architettura sovietica, dopo un anno di studio alla pari ad Astrakhan, un Erasmus a Tartu e un volontariato a Sumy, ho lasciato definitivamente l'Italia per l'Ucraina, dove attualmente abito e lavoro. Collaboro con East Journal e Osservatorio Balcani e Caucaso, occupandomi principalmente di Ucraina e dell'area russofona.

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