Tsikhanouski

BIELORUSSIA: Liberato l’oppositore Tsikhanouski

Il 21 giugno, Siarhei Tsikhanouski, uno dei volti più noti del movimento democratico bielorusso del 2020, è stato scarcerato dopo cinque anni di detenzione. Insieme a lui sono stati liberate altre 13 persone, tra cui il giornalista di Radio Free Europe Ihar Karnei.

La carcerazione

A cinque anni dalle massicce proteste per le contestate elezioni presidenziali, Siarhei Tsikhanouski è finalmente libero. Nel 2020 si era candidato alla presidenza del paese nel tentativo di scalzare Lukashenko dal ruolo che copre ormai da trent’anni. Pochi mesi prima del voto, tuttavia, il blogger e politico era stato raggiunto dalle autorità bielorusse ed arrestato. La condanna ufficiale era arrivata l’11 marzo 2021: 18 anni di reclusione con riferimento agli articoli sull’organizzazione di rivolte di massa, incitamento all’odio sociale, ostruzione del lavoro della Commissione elettorale Centrale e organizzazione di azioni contro l’ordine pubblico.

Da allora la persona che più si è spesa per la sua liberazione è stata la moglie, Sviatlana Tsikhanouskaya, candidata e vincitrice – poi costretta ad emigrare – delle stesse elezioni del 2020 e oggi voce più nota dell’opposizione al regime di Lukashenko.

Altrettanto importante è stata la liberazione di Ihar Karnei, giornalista del servizio bielorusso di Radio Free Europe dall’esperienza ventennale, arrestato nel 2023 e condannato a tre anni di prigionia in quanto “estremista”.

I retroscena

La scarcerazione di figure così importanti nel panorama dell’opposizione bielorussa è avvenuta a seguito di un incontro tra Keith Kellogg – inviato speciale degli Stati Uniti per Russia e Ucraina – e Lukashenko. Non sono noti i temi al centro della discussione, come non è nota la contropartita richiesta da Minsk per la liberazione dei 14 detenuti. Secondo quanto riportato da Reuters, oltre alle relazioni bilaterali tra i due paesi, si sarebbe parlato del più ampio tema della fine del conflitto in Ucraina.

Alla fruttuosa mediazione, sempre secondo quanto riportato, avrebbe partecipato anche il governo della Lituania, paese in cui è avvenuta la scarcerazione.

E ora?

Per parlare dell’improvvisa scarcerazione e del futuro del movimento democratico bielorusso, East Journal ha raggiunto Yuliya Yukhno, attivista e presidente dell’Ambasciata Popolare della Belarus in Italia – un progetto che rappresenta diplomaticamente la Bielorussia democratica occupandosi della promozione della causa, avocazione dei diritti dei bielorussi in Italia e costruzione di rapporti.

Le abbiamo chiesto: la liberazione di queste 14 persone cambia le carte in tavola?

Non dobbiamo illuderci” – ci ha risposto – “Il regime non è cambiato, questo è soltanto uno scambio di cui non conosciamo le clausole, anche se influiscono sicuramente il lavoro diplomatico e le sanzioni. Non è buona volontà.” E ancora: “Certo siamo felici di questa scarcerazione, ma dobbiamo andare avanti: nelle carceri bielorusse ci sono ancora più di mille persone, ostaggi del regime” – facendo eco alle stesse parole di Sviatlana Tsikhanouskaya, che ha commentato in modo simile la scarcerazione del marito su X

Sul perché di questo scambio, invece: “Lukashenko prova a parlare con i partner internazionali, ed è evidente che vuole ricucire lo strappo che è stato il 2020. Ma non sarà facile: 14 persone sono state liberate, ma altrettante verranno incarcerate e le loro famiglie perseguitate. La situazione nel paese non è cambiata“.

Foto: dal profilo X di Sviatlana Tsikhanouskaya, il marito prima e dopo i cinque anni di carcere

Chi è Davide Cavallini

Laureando in Storia. Cuore diviso tra la provincia est di Milano e l'Est Europa. Appassionato di movimenti giovanili, politiche migratorie e ambientali, si occupa principalmente di Romania, Moldavia e Russia.

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