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SERBIA: Trionfo per Vucic al 63%, solo altri due partiti in parlamento

Nessuna sorpresa arriva dalla Serbia, dove nella giornata di domenica 21 giugno si sono svolte le elezioni parlamentari e amministrative. Il vincitore annunciato è il Partito Progressista Serbo (SNS) del presidente Aleksandar Vucić che ottiene il 63,4% dei consensi, rispettando i pronostici della vigilia. Si tratta di una maggioranza senza precedenti per il partito già al governo: 2 milioni di voti su 3.300.000 partecipanti alle urne, che garantiranno al SNS 187 seggi su 250. L’affluenza è rimasta invece al 49%.

Al secondo posto, ma lontanissima da SNS, la lista presentata dalla coalizione formata dal Partito socialista serbo (SPS) e dal partito Serbia Unita (JS), chiamata “Ivica Dačić – SPS – JS – Dragan Marković Palma”, con il 10% dei voti.

Delle 21 liste presentate prima del voto solo queste due, stando ai sondaggi, potevano avere l’assoluta certezza di superare la soglia di sbarramento del 3%.

In parlamento entrerà anche il partito di opposizione SPAS, centrodestra, guidato dall’ex pallanuotista Aleksandar Šapić, dato al 4%. Entreranno in parlamento anche le liste delle minoranze etniche alle quali non si applica la soglia di sbarramento.

L’opposizione fuori dal parlamento

I movimenti e partiti che si opponevano a Vucić (accreditati intorno al 14%) avevano inizialmente deciso di boicottare le elezioni non ritenendole libere e democratiche. Dopo la decisione del governo di abbassare la soglia di sbarramento dal 5 al 3% il fronte si è spaccato e il Movimento dei cittadini liberi (PSG) di Sergej Trifunović ha deciso di partecipare – ma con l’1,8% dei consensi anch’esso resterà senza rappresentanza parlamentare. Ha insistito con il boicottaggio invece la lista Alleanza per la Serbia (SZS), guidata, tra gli altri, da Dragan Djilas.

Il primo dei partiti non ammessi è il POKS, Movimento per la ricostruzione del Regno di Serbia che ha ottenuto il 2,9% dei voti. Rimane fuori dal parlamento anche (2%) il Partito Radicale Serbo (SRS), guidato dall’ultranazionalista Vojislav Šešelj, già condannato dal tribunale dell’Aja. Nessuna speranza neanche per il movimento animalista di estrema destra Levijatan (0,8%), al centro di una controversia sulla raccolta delle firme utili a presentarsi.

Le reazioni e i prossimi passi

Vucić ha dichiarato che «dobbiamo accelerare il cammino verso la Ue e dobbiamo accelerare sulle riforme». Già lunedì il presidente incontrerà Miroslav Lajcak, inviato dell’Ue per il dialogo con il Kosovo, mentre martedì sarà a Mosca a colloquio con Vladimir Putin e il prossimo weekend sarà a Washington per il summit organizzato proprio per trovare un accordo con Pristina.

Le elezioni politiche erano inizialmente state fissate per il 26 aprile, ma sono poi state posticipate a causa del lockdown a seguito della pandemia globale di coronavirus.

 

La redazione di East Journal ha commentato a caldo la giornata elettorale e lo stato della democrazia in Serbia. Puoi riascoltare il live qui.

Chi è Tommaso Meo

Giornalista freelance, si occupa soprattutto di Balcani, migranti e ambiente. Ha scritto per il manifesto, The Submarine e La Via Libera, tra gli altri. Collabora con East Journal dal 2019.

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