Europee in Rep. Ceca: Non vince nessuno ma perde il governo

Il risultato delle elezioni europee disegna un paese politicamente frammentato e mostra un governo in crisi di consensi. Il partito del premier Andrej Babiš è ancora una volta primo, ma in netto calo rispetto alle aspettative. Una vittoria di Pirro per il premier, con i suoi alleati socialdemocratici che non superano la soglia di sbarramento e rimangono clamorosamente fuori dal parlamento europeo.

In testa ma in crisi

L’affluenza si è attestata poco sopra il 28%, tra le più basse in Europa ma in rialzo se confrontata con il 18% di cinque anni fa, anche grazie alla possibilità per i cittadini cechi di spalmare il voto su due giorni. ANO2011 di Babiš si è confermato primo partito, ma il 21% ottenuto alle urne è inferiore a quel 25% che sembrava alla portata del miliardario, e quasi dieci punti sotto al risultato che nel 2017 lo aveva portato alla formazione del governo. La rappresentanza del partito al parlamento europeo sale comunque da 4 a 6 deputati, crescendo di 5 punti percentuali rispetto alla tornata europea del 2014.

Con un lungo post pubblicato su Facebook, il premier si è detto soddisfatto del risultato delle urne, rivendicando la vittoria elettorale e sottolineando i successi della sua leadership. Tuttavia, il voto sembra aver assunto i caratteri di un referendum sul governo piuttosto che un giudizio sulle posizioni europee delle forze politiche del paese. E seppur primo classificato e tecnicamente vincitore della tornata elettorale, questo referendum Babiš lo ha perso.

L’alleato di governo, quel partito socialdemocratico che ha dominato gli ultimi anni della politica ceca, ha perso, per la prima volta, la sua intera rappresentanza parlamentare a Bruxelles. Il 3,95% ottenuto dalla formazione che condivide l’esecutivo con Babiš non è bastato per superare la soglia di sbarramento, e rappresenta un fallimento addirittura peggiore di quanto annunciato dai sondaggi delle scorse settimane.

Le aspettative del primo ministro erano altre. La dispendiosa campagna elettorale messa in campo aveva posto le basi per un successo netto di ANO2011 e dei suoi candidati al consesso europeo. Il partito però non è stato capace di mobilitare l’elettorato di riferimento, decisamente disinteressato dalle tematiche dell’Unione Europea e ampiamente al riparo dalla sua onerosa e insistente campagna per incentivare al voto.

Destre divise ma in forma

Al secondo posto si è piazzato ODS, partito conservatore di ispirazione liberale che ha raccolto il 14,5% delle preferenze degli elettori cechi. La formazione guidata da Petr Fiala è riuscita a eleggere ben 4 europarlamentari, confermandosi come forza predominante nel centro-destra anti-Babiš. Sia l’alleanza liberale tra TOP09 e STAN che i cristiano democratici, fermi rispettivamente all’11% e al 7%, hanno tenuto testa alla sfida elettorale, perdendo però seggi rispetto a cinque anni fa.

L’estrema destra dell’SPD di Tomio Okamura, invece, ha conquistato solamente il 9% dei voti, in flessione anche a causa dello spostamento a destra del paese su alcune tematiche europee come quella dell’immigrazione. Nonostante il risultato al di sotto delle attese, la rappresentanza dei nazionalisti cechi in Europa passa da 0 a 2 parlamentari.

Il successo dei Pirati

Terzo per numero di voti e a pochissima distanza dalla seconda piazza, il partito pirata può dirsi soddisfatto dell’esito elettorale. La formazione guidata da Ivan Barto, ha sfiorato il 14% dei voti validi eleggendo ben 3 nuovi parlamentari europei, a fronte del 4% di cinque anni fa che non era bastato ai pirati per ottenere rappresentanza a Bruxelles.

Difficilmente il voto europeo avrà immediate ripercussioni politiche sulle dinamiche interne del paese, ma Babiš è avvertito: le opposizioni crescono mentre il suo governo perde consensi.

Foto: Reuters

Chi è Leonardo Benedetti

Nato, cresciuto e laureatosi a Roma, si è innamorato della Mitteleuropa dopo un soggiorno studio a Praga. Attualmente vive in Polonia dopo aver transitato tra Romania e Repubblica Ceca, dedicando a quest'ultima gran parte dei suoi sforzi accademici ma soprattutto epatici.

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