Contro la chiusura di Radio Radicale

La redazione di East Journal si unisce alla battaglia in difesa di Radio Radicale. Troviamo che sia inaccettabile che una voce libera come quella di Radio Radicale sia costretta a contare i propri giorni per via della cocciutaggine di una parte del parlamento italiano. Quello stesso parlamento le cui sedute sono state trasmesse ininterrottamente per 43 anni esclusivamente da Radio Radicale.

Far morire Radio Radicale significa infatti far morire il lavoro pluridecennale di giornalisti professionisti che hanno dedicato la propria carriera alla causa della trasparenza pubblica, della democrazia e del pluralismo di voci e idee. Significa anche far morire quel poco di stampa libera rimasto in Italia, nonché far morire una parte del nostro paese.

Con Radio Radicale condividiamo esperienze di collaborazione ed amicizie personali, in primis con Roberto Spagnoli, che da anni cura con rara professionalità l’appuntamento settimanale Passaggio a Sud-Est – una delle pochissime finestre mediatiche che in Italia si occupa di Balcani e sud-est europeo.

Sarebbe altrettanto grave perdere l’appuntamento settimanale con la rassegna stampa turca di Mariano Giustino, corrispondente da Istanbul. Una voce sempre precisa, oggettiva ed autorevole che da anni ci aiuta a comprendere una realtà complessa e spesso erroneamente ignorata come la Turchia.

Una presa di posizione anche in ricordo di Massimo Bordin, storica voce radiofonica che tutte le mattine ha accompagnato il risveglio dei cittadini con la rassegna “Stampa e regime”. La sua dipartita, appena un mese e mezzo fa, gli ha per lo meno evitato di assistere all’ingiusta agonia a cui è costretta la testata che ha diretto per anni.

Siamo di fronte a un provvedimento che ci ricorda molto quelli che riportiamo e raccontiamo su queste colonne: di quelle realtà il cui autoritarismo e populismo stanno plasmando sempre più il nostro continente, sotto la falsa bandiera del patriottismo.

E permetteteci infine di ripetere che siamo di fronte ad una questione ideologica. Un’ideologia contraria al pluralismo dell’informazione. Perché, a fronte di una spesa pubblica da 11 miliardi di euro, non sono gli undici milioni destinati a Radio Radicale a impedire il risanamento della nostra economia. Anzi, questo provvedimento lo ricorderemo come una mutilazione del servizio d’informazione offerto ai cittadini.

Quel che è peggio è che anche l’ingiusta chiusura di Radio Radicale verrà presto dimenticata, così come verranno dimenticati gli attacchi subiti quotidianamente da quei giornalisti che non piacciono a un qualche ministro – che con fare da bullo prometterà di rivedere il piano nazionale di assegnazione delle scorte pur di prevalere sull’informazione.

In un paese in cui l’informazione si sta sempre più appiattendo sulla necessità di smentire false notizie, diffuse  con chiari intenti propagandistici, quello che noi non dimenticheremo sono gli anni di servizio che Radio Radicale ha offerto in esclusiva ad un intero popolo, occupandosi della politica e della società di un paese a 360 gradi, garantendo spazio e tempo agli elementi della nostra società senza cadere nel banale e nella sciatteria che domina i cosiddetti media “mainstream”.

Si spegnerà un’altra voce e il silenzio lasciato verrà presto fagocitato come una scelta frutto della politica del suo tempo. Un’opinione condivisa da molti cittadini e fazioni politiche di quel tempo. Noi lo ricorderemo come un ingiusto accanimento di natura ideologica.
Di giornali e radio che lavorano senza essere ostacolati dalla politica ce ne saranno – forse – sempre meno, con sempre meno garanzie e meno tutele. Per qualcuno forse sarà un periodo migliore. Ricorderemo anche quello.

Chi è redazione

East Journal nasce il 15 marzo 2010, dal 2011 è testata registrata. La redazione è composta da giovani ricercatori e giornalisti, coadiuvati da reporter d'esperienza, storici e accademici. Gli articoli a firma di "redazione" sono pubblicati e curati dalla redazione, scritti a più mani o da collaboratori esterni (in tal caso il nome dell'autore è indicato nel corpo del testo), oppure da autori che hanno scelto l'anonimato.

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