RUSSIA: Enorme manifestazione di protesta indetta da Navalny, oltre mille arresti

Disordini si sono registrati nelle principali città russe lunedì 12 giugno, in occasione della festività nazionale del “Giorno della Russia”. Le manifestazioni di protesta indette dall’oppositore del Cremlino Aleksej Navalny hanno sfidato le autorità recandosi nelle vie e nei luoghi centrali dove erano in corso gli eventi ufficiali organizzati dalle municipalità. La provocazione ha offerto la possibilità alla polizia e agli agenti antisommossa di intervenire anche violentemente sui manifestanti: oltre un migliaio sono stati gli arresti; Mosca e Pietroburgo i poli dei principali scontri.

I disordini a Mosca

Sono stati oltre 700 gli arresti nella capitale; tra loro sembrerebbero esserci minorenni e stranieri, e c’è anche lo stesso Navalny, bloccato dalla polizia fuori di casa prima ancora di partecipare alla manifestazione da lui indetta. L’oppositore è ora accusato di due reati amministrativi, secondo gli articoli 20.2 – ripetuta violazione delle regole per l’organizzazione di manifestazioni – e 19.3 – mancata osservanza degli ordini dati da un agente di polizia. Dovrebbe restare in stato di arresto per trenta giorni. 

La città di Mosca aveva dato il suo consenso per l’organizzazione della manifestazione di protesta, tuttavia indicando il prospekt Sacharov come luogo designato. Inaspettatamente Navalny domenica sera ha invitato i partecipanti a riversarsi invece nella centralissima via Tverskaja, dove si sarebbero tenuti gli eventi ufficiali legati alla festività del 12 giugno. Seguendo il suo invito, i manifestanti si sono quindi indirizzati in centro città, dove sono subito iniziati gli scontri con la polizia e gli agenti antisommossa. Mentre Navalny veniva arrestato, inoltre, nell’ufficio del suo Fondo anticorruzione sono stati sospesi corrente ed internet, ha fatto sapere Leonid Volkov, che si stava occupando di trasmettere in diretta live gli aggiornamenti sulla manifestazione.

I disordini a Pietroburgo e le altre città

Copione simile per gli organizzatori delle proteste di Pietroburgo: l’ok da parte della città è arrivato, ma indicando come luogo designato il periferico parco Udel’nyj. Anche qui è stata la scelta provocatoria di raggiungere invece il Campo di Marte a far scaturire la reazione della polizia. Dei 10000 manifestanti (secondo gli organizzatori) sono state arrestate almeno 500 persone. Presa di mira ed “arrestata” anche una grande anatra gialla gonfiabile, che “contro Putin non aveva gridato nulla”, come hanno sottolineato ironicamente alcuni manifestanti.

L’anatra gialla è divenuta simbolo delle proteste anticorruzione in seguito al documentario On vam ne Dimon di Navalny, dove tra le varie tenute e beni di lusso del primo ministro Medvedev si ricorda uno stagno con annessa casa per le anatre. Pubblicato su YouTube il 2 marzo, il film in tre mesi ha raggiunto 22 milioni di visualizzazioni. A fine maggio un’azione legale aperta da Ališer Usmanov ha chiesto a Navalny di ritirare il documentario dalla piattaforma online, ma l’oppositore si è finora sempre rifiutato di farlo. Ricordiamo inoltre che già il 26 marzo in tutta la Russia ci sono state importanti manifestazioni contro la corruzione, scatenate soprattutto dal film di Navalny, divenuto in brevissimo tempo virale in internet.

Manifestazioni di protesta ed arresti il 12 giugno si sono registrati in oltre trenta città, tra cui Vladivostok, Novosibirsk, Omsk, Ekaterinburg e Kazan’. Qui, curiosamente, gli organi della città hanno consentito agli organizzatori di indire l’evento solo alle sette del mattino. 

Il Giorno della Russia

La festività del 12 giugno – ufficialmente “Giorno della Russia” dal 2002 – ricorda la dichiarazione di sovranità nazionale adottata nel 1990. Nonostante alcuni sondaggi del Levada Center sottolineino come per oltre metà della popolazione il motivo della festività rimanga poco chiaro, in questa giornata ogni anno le città prevedono concerti, rievocazioni storiche ed altri eventi. La tematica è principalmente nazionale, se non nazionalistica: tra i titoli degli eventi nella capitale quest’anno, si leggono “Russia, eri e sarai!”, “Russia: la mia Patria!”, “Orgoglioso della mia Russia”, “Amata, libera, unita”. La gamma di manifestazioni è andata dal folklore alla storia patria, passando per il Samovarfest – dove si è preparato un samovar di 300 litri – e le dimostrazioni delle forze speciali al Gorky Park.

Tuttavia, il tentativo di dimostrare pubblicamente che sulla piazza non c’è posto per Navalny e l’opposizione in realtà non sembra essere andato a buon fine. La manifestazione di fedeltà al potere tanto ostentata e propagandata dalle municipalità nella giornata del 12 giugno non è riuscita ad evitare i disordini e le proteste. A cinque anni da piazza Bolotnaja sembra che qualcosa stia tornando a bollire e che qualcos’altro, forse, cominci a sgretolarsi.

Foto: Meduza.io

Chi è Martina Napolitano

Dottoressa di ricerca in Slavistica presso l'Università di Udine, è direttrice editoriale di East Journal e scrive principalmente di Russia.

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