Con i suoi 100 mila abitanti, Daugavpils è la seconda città della Lettonia. Situata a circa 200 km a sud-est di Riga, la città si trova in un crocevia strategico vicino al confine bielorusso (30 km), lituano (25 km) e russo (120 km). Nota in parte per aver dato i natali al pittore Mark Rothko – a cui è dedicato un museo interattivo – Daugavpils ha soprattutto la fama di essere “la città più russa nell’Unione Europea”, come recita lo slogan di un progetto della locale università, che invita studenti stranieri a studiarvi russo.
“La città più russa nell’Unione Europea”
Stando ai dati dell’Agenzia Centrale di Statistica lettone (Centrālās statistikas pārvalde), se il 37% dei lettoni è russofono (e il 62% parla invece lettone), a Daugavpils il 79% parla russo (e solo il 10% lettone; Riga vede un 50% di russofoni). Tuttavia, a livello ufficiale il russo non è riconosciuto; pertanto ogni documento, indicazione stradale, manifesto pubblico et similia anche a Daugavpils viene redatto in lettone o, al massimo, in doppia lingua. Pertanto, i nomi delle vie riporteranno il lettone “iela” e non il russo “ulica”; gli spettacoli al teatro cittadino, anche quando in lingua russa, avranno la locandina anche in lettone.
Le politiche linguistiche della Lettonia
Nel 2012 un referendum aveva proposto di riconoscere il russo come seconda lingua ufficiale della Lettonia, cosa che avrebbe messo fine a quella che per alcuni è una vera discriminazione linguistica. Tuttavia, il 75% dei votanti ha espresso un secco rifiuto alla proposta referendaria.
Attualmente, quindi, le politiche linguistiche del paese seguono le direttive della Costituzione (art. 4 e 114) e della Legge sulla Lingua Ufficiale del 1999 (qui in traduzione inglese). Il lettone è l’unica lingua riconosciuta come ufficiale; tutte le altre (escluso il livone, sostanzialmente estinto) vengono considerate lingue minoritarie e straniere, russo compreso, per quanto questo sia lingua madre per circa un terzo della popolazione. La Legge inoltre favorisce “un incremento di influenza della lingua lettone nell’ambito culturale della Lettonia, che vada a promuovere una più rapida integrazione della società”. Quello che sembrerebbe essere un bilinguismo naturale per i parlanti, davanti alla legge non viene preso in considerazione. Lo sanno bene i politici lettoni russofoni, come il sindaco di Riga Nils Ušakovs, costantemente richiamati e multati per essersi espressi in pubblico nella loro lingua madre.
La Costituzione lettone sembra vedere il russo direttamente e unicamente in relazione a Mosca, la quale a sua volta è portata a vedere la componente russofona della repubblica baltica come una sua possibile base di supporto ideologico; Riga pertanto in risposta a ciò sottolinea pubblicamente e promuove una certa idea di “etnicità lettone”. Tuttavia, l’identità dei russofoni lettoni – come sottolinea Ammon Cheskin dell’Università di Glasgow (si veda il suo volume Russian Speakers in Post-Soviet Latvia. Discursive Identity Strategies, Edinburgh UP, 2016) – sembra essere ben più “ibrida”: da un lato, i russofoni non per forza si riconoscono nella “russità” propagandata dal Cremlino; dall’altro, non si sentono parte di quella “etnicità lettone” che la Costituzione mette al centro del loro stato.
Russo vs. Lettone
Russo e lettone appartengono a ceppi diversi delle lingue indoeuropee, l’una a quelle slave, l’altra a quelle baltiche. La loro compresenza nell’area baltica è dovuta a motivi geografici e storici. Dopo la seconda guerra mondiale si registrarono alcune politiche sovietiche di trasferimento e migrazione più e meno forzata verso le tre repubbliche: alla fine degli anni Ottanta, mentre in Lituania meno del 10% della popolazione era costituito da russi, in Estonia e Lettonia questi avevano raggiunto rispettivamente un terzo e addirittura la metà degli abitanti.
Il russo dei lettoni
Nonostante l’Università di Daugavpils presentando il progetto “Learn Russian in the European Union” sottolinei come nella città si parli “moderno russo standard”, in realtà è inevitabile che il russo parlato nella repubblica, soprattutto nell’area più occidentale, viva di influenze reciproche con il lettone. Oltre a consueti calchi e prestiti lessicali, essendo entrambe lingue flessive, anche l’utilizzo dei casi non sempre corrisponde a quello del russo standard. La stessa fonetica, così varia anche solo all’interno della Federazione Russa, è inoltre soggetta a particolarità differenti.