Fonte: spectator.sme.sk

SLOVACCHIA: Tutti contro il candidato neonazista

Nel 2013, Marian Kotleba, leader del partito di estrema destra, l’SNS, vinse le elezioni come governatore della regione di Banská Bystrica, in Slovacchia centrale. Le elezioni si ripeteranno quest’anno, e sembra che tutti i potenziali oppositori si stiano coalizzando per evitare di garantirgli un secondo mandato.

Le elezioni

Il neo-nazista Marian Kotleba, è dal 2009 il leader di L’SNS, ovvero Partito del Popolo – Nostra Slovacchia. L’anno scorso il partito ha superato le aspettative raccogliendo l’8% delle preferenze e 14 seggi in Parlamento. Nel 2013, Kotleba si è candidato per il posto di governatore di Banská Bystrica, battendo inaspettatamente il candidato Smer-SD Vladimir Manka.

A gennaio di quest’anno, a proporsi come candidato per il posto di governatore è stato Ján Lunter, proprietario dell’omonima azienda per la produzione di cibo sano. Il candidato governatore ha cambiato carriera nel 1980, quando dall’informatica è passato alla produzione di tofu. Nel 1991 ha fondato la sua compagnia diventata famosa con il nome di Alfa Bio, ma a seguito di uno scandalo nel 2015, riguardante la possibile presenza di botulino nei suoi prodotti, ha cambiato il nome dell’azienda in Lunter.

Tra i candidati al posto di governatore, oltre a Lunter e allo stesso Kotleba, ci sono il rappresentante di Libertà e Solidarietà Martin Klus e il direttore del museo SNP Stanislav Mičev. È stato proprio quest’ultimo a chiedere che i candidati “democratici” si coalizzino al fine di sconfiggere Kotleba. Quando i sondaggi di settembre indicheranno quale sarà il candidato favorito gli altri dovranno ritirare la loro candidatura e sostenere colui che potrà sconfiggere Kotleba in una campagna elettorale congiunta. Mičev ha dichiarato: “Se fermiamo Kotleba qui dove l’abbiamo creato, lo fermeremo anche in tutto il resto della Slovacchia.” La proposta è stata condivisa sotto forma di memorandum sul suo sito il 20 maggio, alla vigilia del giorno per la diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo.

L’opposizione della società civile

Non solo i candidati, anche la società civile si oppone a Kotleba. Il 23 maggio, all’apice della serie di manifestazioni “Slovacchia Dimenticata” organizzate dal giornalista Andrej Bán e dall’attivista Michal Karako, centinaia di persone si sono riunite di fronte al palazzo del governatore regionale di Banská Bystrica. Il blogger Ján Benčík, nel suo discorso alla folla ha detto: “Anche se nel nome del partito dicono che la Slovacchia è loro, in realtà appartiene a noi.” Alla manifestazione ha partecipato anche il presidente della repubblica Andrej Kiska che ha affermato di sostenere “l’intervento della polizia contro i politici del L’SNS”, riferendosi alle vicende giudiziarie che hanno riguardato alcuni membri del partito.

Da cinque anni le organizzazioni non-governative Slovacchia Arcobaleno e Istituto per i Diritti Umani organizzano una competizione con voto online per sancire chi sia il vincitore dell’anti-premio Omofobo dell’anno 2016. L’anno scorso ad aggiudicarsi la gara è stato Kotleba che riferendosi alla censura e ai diritti delle persone LGBTI ha detto: “Introdurremo regole per controllare il contenuto dei media. Non lasceremo che i nostri bambini vengano raggirati da depravati.”

Tutti sembrano essersi coalizzati contro Kotleba e ciò che rappresenta. Resta da vedere se il sentimento di sdegno che ha attraversato l’opinione pubblica nelle ultime settimane sarà condiviso dall’elettorato. Le regioni in cui L’SNS ha ottenuto le percentuali più alte nel 2016 sono tra le più povere della Slovacchia, e Banská Bystrica non fa eccezione. L’alleanza democratica potrebbe non essere sufficiente per battere gli estremisti, la campagna elettorale è solo agli inizi.

Chi è Gian Marco Moisé

Dottorando alla scuola di Law and Government della Dublin City University, ha conseguito una magistrale in ricerca e studi interdisciplinari sull'Europa orientale e un master di secondo livello in diritti umani nei Balcani occidentali. Ha vissuto a Dublino, Budapest, Sarajevo e Pristina. Parla inglese e francese, e di se stesso in terza persona.

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