Quella di Daryna è una storia comune a un’intera generazione di donne ucraine che lasciano il proprio paese per lavorare in Italia e garantire un futuro migliore alla propria famiglia. Trasferitasi a Genova per lavorare illegalmente come badante grazie all’aggancio con una donna del suo stesso paesino, Daryna torna dopo due anni nel villaggio dei Carpazi orientali, in Bucovina, dove vive la sua famiglia. Un ritorno che rivela lo sgretolamento della sua stessa vita e di quella dei suoi cari: per alcune vicende – che non riveliamo per quanti lo volessero vedere – Daryna diventa l’amante dell’avvocato, figlio della signora per cui lavora, e rimane incinta, il marito ha problemi con l’alcol, e la figlia è rimasta essa stessa incinta di un giovane e superficiale ragazzo che si rifiuta di sposarla. Il rientro della donna la mette dinanzi a una scelta difficile: tenere il bambino e cercare in Italia una nuova vita rovinando la sua famiglia, come ha fatto la sua amica Galya diventata Lina nel Belpaese, oppure abortire.
Un’esistenza solitaria, quella della protagonista, trattata con disprezzo dalla “signora” e costretta tra le mura di quella casa dove lavora, instancabile, tutto il giorno, per finanziare la costruzione di una nuova casa che il marito sta lentamente costruendo per accogliere i turisti che frequentano i Carpazi. Durante l’anteprima italiana a Roma, lo scorso weekend, l’attrice protagonista Rimma Zyubina ha dichiarato alle donne presenti in sala: «il film racconta di voi. Ciascuna di voi potrebbe essere la protagonista di una storia simile che fa luce su un problema sociale che non possiamo risolvere».
«Grazie per questa proiezione. È importante mostrare questo film in Italia perché l’ho girato per gli ucraini e per gli italiani» ha affermato il regista Taras Tkachenko alla sua prima opera di lungometraggio. E non è un caso, infatti, che questo dramma, che si consuma in entrambi i paesi, sia tra le prime esperienze di coproduzione tra Ucraina e Italia, Insight Media per la prima e 4Rooms per la seconda. Una collaborazione cinematografica che nell’opera di Tkachenko si è aggiudicata il premio come miglior film ucraino all’Odessa International Film Festival 2016, 6 Golden Dziga (i nostri Golden Globe per intenderci), e il premio della giuria all’International Film Festival Mannheim-Heidelberg, festival internazionale tedesco dedicato ai registi emergenti.
L’Ucraina si racconta a Roma attraverso il cinema
Il Nido di Tortora ha aperto la 1° Rassegna del cinema ucraino a Roma, una quattro giorni dedicata al meglio della cinematografia ucraina ancora poco conosciuta nel nostro paese. L’evento, ideato e organizzato dalla produzione italiana 4Rooms, è stato presentato dalla Fondazione Igor Iankovskyi “Initiative for the future” in collaborazione con l’Agenzia Cinematografica di Stato Ucraina. «Abbiamo voluto raccontare diversi aspetti della cinematografia ucraina e approfondire le tematiche care al paese, tra cui la loro diaspora, il conflitto generazionale e l’identità nazionale in periodo sovietico con il classico White Bird With Black Mark» ha affermato Alessandro d’Alessandro, produttore di 4Rooms, casa italiana di produzione indipendente nata nel 2015 con lo scopo proprio di realizzare coproduzioni internazionali.