Nonostante negli ultimi mesi si sia assistito ad un abbassamento dei toni sul fenomeno migratorio da parte del primo ministro Robert Fico, l’estrema destra continua a rafforzare l’ intolleranza della società slovacca nei confronti delle minoranze.
Le pattuglie neonaziste
Dal primo gennaio di quest’anno è entrata in vigore la legislazione che rende illegali le pattuglie cittadine tese ad aumentare il controllo e la sicurezza nelle strade slovacche. Questa disposizione nasce con l’obiettivo di mettere un freno alle ronde organizzate dal partito del popolo, L-SNS, sostenitore di posizioni antisemite, anti-rom ed euroscettiche.
Il partito ha una storia travagliata, dichiarato illegale nel 2006 è tornato ad essere ufficialmente un partito nel 2009 sotto la guida di Marian Kotleba. Alle elezioni del 2012 ha ottenuto solamente l’1,6% dei voti, ma l’anno scorso ha superato le aspettative raccogliendo l’8% dei voti e 14 seggi in Parlamento. Secondo l’agenzia Focus, questo incremento è dovuto alla sottrazione del 18,5% dei voti destinati a SMER-SD, partito del premier Fico, dimostrando quindi uno spostamento delle preferenze dell’elettorato verso posizioni di estrema destra.
Lo scorso aprile il furto di un portafoglio su un treno da parte di un rom ai danni di una giovane ragazza, aveva convinto Marian Kotleba della necessità di pattuglie regolari sui treni slovacchi considerati poco sicuri. Il leader di L-SNS aveva promesso di spendere parte del rimborso elettorale per creare la milizia che si è aggirata per mesi in uniforme tra i treni slovacchi con l’obiettivo di spaventare la minoranza rom. Questo non sarà più possibile dopo l’approvazione della legge.
L’indagine nei confronti del candidato di L-SNS
Secondo quanto dichiarato dal portavoce della polizia di Žilina, Marián Magát, candidato del partito del popolo alle elezioni del 2016, è sotto indagine per dichiarazioni antisemite, negazioniste e a sostegno di Adolf Hitler. In passato, Magát ha organizzato proteste contro l’Islam e l’Unione Europea, oltre ad aver contribuito a fondare il gruppo estremista paramilitare Vzdor Kysuce.
Non è la prima volta che Magát ha problemi con la giustizia. Infatti, nell’agosto del 2015 è stato detenuto in Repubblica Ceca per aver commesso il crimine di incitamento all’odio in un suo discorso tenutosi a Praga e introdotto dal saluto nazista “Na stráž!”, ovvero in guardia, utilizzato dalle forze di guardia slovacche in tempo di guerra. Infine, l’anno scorso è stato indagato per detenzione illegale di armi.
Le cause dell’estremismo
Secondo la sessantanovenne Brigita Schmögnerová, ex ministro delle finanze slovacco ed ex vicepresidente della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), la crescita dell’estremismo slovacco si deve a cause già viste all’inizio del secolo scorso. Oltre a problemi interni quali l’irrisolta questione della minoranza rom, e il declino dell’istruzione, tra i maggiori colpevoli c’è il capitalismo attuale. Infatti, l’economia non offre condizioni di vita adeguate, creando “valli di fame” e producendo masse di persone infelici che costituiscono terreno fertile per l’estremismo politico.
Alla rabbia di cittadini stremati da una situazione economica difficile si aggiunge la paura dello straniero, frutto degli attacchi terroristici che scuotono l’Europa. L’islamofobia dilagante aggrava l’estremizzazione di una società come quella slovacca, che non avrebbe alcuna sostanziale ragione di sentirsi oppressa dalla presenza di cittadini stranieri. Infatti, secondo l’Organizzazione Internazionale per la Migrazione (IOM), la Slovacchia è il paese dell’Unione Europea con la più bassa percentuale di residenti stranieri, con una quantità di immigrati pari all’1,56%. Al contrario, la quantità di cittadini che lasciano il paese si è attestata nel 2015 al 5,92%, ovvero 341.620 persone. La rabbia e la paura stanno radicalizzando la società slovacca in un trend che sembra destinato al peggioramento.