ALBANIA: La crisi politica è ufficiale. L’opposizione non partecipa alle elezioni

I partiti dell’opposizione albanese non parteciperanno alle prossime elezioni politiche. Lunedì 11 aprile era la data decisiva per presentare l’iscrizione presso la Commissione Elettorale, ma i partiti politici ostili al governo guidato da Edi Rama non si sono presentati. La mancata iscrizione da parte del Partito Democratico albanese e del resto dell’opposizione era quasi scontata, ma ora si è avuta la conferma. In realtà, secondo un’interpretazione della Commissione Elettorale, la registrazione dei partiti potrebbe ancora avvenire il 29 aprile prossimo, quando verranno presentate le liste dei candidati, ma è una versione che non convince tutti. Di fatto, la crisi politica ed istituzionale è ufficiale.

In una nota congiunta l’Alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, e del Commissario Ue per l’Allargamento Johannes Hahn, si esprime il “rammarico” per il boicottaggio parlamentare in Albania e per il fatto che l’opposizione non si sia ancora registrata per partecipare alle elezioni

Da due mesi l’opposizione albanese guidata dal leader del Partito Democratico Lulzim Basha sta portando avanti una protesta ad oltranza, chiedendo l’istituzione di un governo tecnico che garantisca elezioni libere. L’opposizione ha boicottato tutti i lavori parlamentari, portando la politica in strada. In Parlamento, il boicottaggio rischia di far saltare provvedimenti importanti, tra cui la nomina degli organi per il vetting di giudici e procuratori, fase chiave della riforma del sistema giudiziario.

I tentativi di avviare un dialogo fra la maggioranza socialista e l’opposizione di centrodestra non hanno fin qui prodotto risultati. “Il dialogo dovrebbe avere solo un obiettivo, istituire un governo tecnico. Ci placheremo solo quando il premier Edi Rama firmerà la lettera di dimissioni“, ha dichiarato Basha.

Dal canto suo, il premier socialista è convinto di andare avanti fino allo svolgimento delle elezioni, in programma il 18 giugno. Ma il suo principale alleato, il Movimento socialista per l’Integrazione (Lsi) guidato da Ilir Meta, presidente del parlamento, ha avanzato l’idea di “un governo di fiducia”, minacciando di non partecipare “ad una possibile farsa elettorale senza la presenza dell’opposizione“.

Una crisi politica che si innesta su una situazione complicata dalla forte presenza sul territorio della criminalità organizzata impegnata nella produzione e traffico di cannabis verso l’Italia. In questo scenario diviene fondamentale la gestione delle prossime elezioni da parte di un governo di garanzia in grado di rasserenare il clima di scontro politico fra i maggiori partiti albanesi.

Inoltre, in prospettiva non ci sono solo le elezioni parlamentari, poiché questa legislatura dovrà anche scegliere il nuovo presidente della Repubblica. Il mandato del presidente Bujar Nishani scade difatti il 24 luglio prossimo. La carica della presidenza è molto ambita da Meta, il che aprirebbe nuove fibrillazioni politiche tra i partiti. Questo, aggiunto all’opposizione fuori dal parlamento, potrebbe aprire ulteriori scenari di instabilità per l’Albania.

Chi è Lavdrim Lita

Giornalista albanese, classe 1985, per East Journal si occupa di Albania, Kosovo, Macedonia e Montenegro. Cofondatore di #ZeriIntegrimit, piattaforma sull'Integrazione Europea. Policy analyst, PR e editorialista con varie testate nei Balcani. Per 4 anni è stato direttore del Centro Pubblicazioni del Ministero della Difesa Albanese. MA in giornalismo alla Sapienza e Alti Studi Europei al Collegio Europeo di Parma.

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