UNGHERIA: Orbán passa la “Lex CEU”

Budapest, 2017. április 4. Orbán Viktor miniszterelnök szavaz a nemzeti felsőoktatásról szóló törvény módosításáról szóló javaslatról az Országgyűlés plenáris ülésén 2017. április 4-én. MTI Fotó: Illyés Tibor

Il Parlamento ungherese ha passato nella plenaria di oggi pomeriggio la cosiddetta “Lex CEU” che potrebbe impedire all’ateneo fondato da George Soros di restare a Budapest.
Le condizioni incluse dalla modifica di legge, votata con procedura accelerata, sono infatti molto impegnative per l’università: dovrebbe aprire un campus nello stato di New York, presso il quale è pure accreditata, oltre a dover richiedere un permesso di lavoro a tutto il personale non proveniente da un Paese membro UE e a cambiare nome con la versione ungherese di Central European University.

“Il supporto che per noi ha significato di più è quello dei nostri colleghi ungheresi, dell’Accademia ungherese delle scienze, degli studenti, dei cittadini di Budapest. Emozionalmente di tutto il sostegno che abbiamo ricevuto è quello ungherese che per noi conta di più.” commenta il rettore Michael Ignatieff dal “seminterrato di un albergo a Washington”, in videoconferenza con la sede della CEU a Budapest.

Con 123 voti a favore, 38 contrari e 38 astensioni, la legge ha avuto appoggio quasi pieno da parte della coalizione Fidesz-democristiani al governo, eccetto 8 deputati non in aula. Jobbik si è astenuto e DK ha boicottato il voto. Si sono opposti invece tutti i deputati del socialista MSZP, i verdi di LMP e 7 indipendenti.

Adesso spetta al Presidente della Repubblica firmare la legge, rispedirla in Parlamento o alla Corte Costituzionale ungherese in caso di dubbia costituzionalità. Il processo dovrà avvenire entro 5 giorni. In caso di firma senza bisogno di ridiscutere la legge, sarà comunque possibile l’invio alla Corte Costituzionale, se un quarto dei deputati lo richiederà o se a farlo saranno il capo della Corte Suprema, il Giudice Generale o il Commissario per i Diritti Fondamentali.

Potrebbe anche ripetersi il copione cui l’Ungheria si è quasi abituata negli ultimi anni, con Orbán costretto a fare marcia indietro di fronte al massiccio dissenso dei cittadini. Successe con la tassa su Internet, è accaduto con la chiusura domenicale dei negozi e, con una campagna apposita, con la candidatura alle Olimpiadi 2024.

“Contesteremo la costituzionalità della legge” ha detto Michael Ignatieff “Nel frattempo chiediamo al governo di entrare in dialogo con noi per valutare la possibilità di un accordo per risolvere la questione.” La posizione dell’università è quella affermata nella conferenza stampa della settimana scorsa: “Resteremo a Budapest”.
Alle 17 di oggi, davanti all’ingresso della CEU, partirà la catena umana per esprimere il dissenso contro la decisione del governo. Domenica in migliaia sono scesi in piazza per manifestare contro la proposta, ma Orbán aveva già deciso.

Chi è Claudia Leporatti

Giornalista, è direttore responsabile del giornale online Economia.hu, il principale magazine in italiano sull'economia ungherese e i rapporti Ungheria-Italia, edito da ITL Group. Offre tour guidati di Budapest in italiano e inglese. Parla inglese e ungherese, ma resta una persona molto difficile da capire. Scrive racconti e sta lavorando (o pensando) al suo primo romanzo. Nata a Bagno a Ripoli (Firenze) senza alcuna ragione, vive a Budapest, per lo stesso motivo.

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