Una bomba è esplosa attorno alle 14.40, ora locale, di lunedì 3 aprile nella metropolitana di San Pietroburgo causando, stando alle dichiarazioni del Ministro della Salute russo Veronika Skvortsova, dieci vittime e quarantasette feriti, di cui sei in gravissime condizioni.
Lo scoppio è avvenuto su un convoglio appena uscito dalla fermata Sennaya Ploschad e diretto a Tekhnologicheskiy Institut, sulla linea blu.
L’ordigno, secondo le agenzie di stampa Tass e Interfax, sarebbe di natura artigianale con circa 200-300 grammi di tritolo e contenente numerosi frammenti, probabilmente inseriti col fine di causare un numero superiore di vittime.
Una seconda bomba, con caratteristiche simili e con circa 1 chilo di tritolo, è stata rinvenuta inesplosa alla fermata Ploschad Vosstaniya, mentre si sono rivelate infondate le notizie iniziali che parlavano di un’ulteriore esplosione in un tratto della metro in prossimità a quello della deflagrazione.
Gli ordigni erano posti all’interno di borse e non è stata segnalata la presenza di alcun attentatore kamikaze.
Le autorità hanno dapprima imposto l’evacuazione di sette fermate della metropolitana, ma successivamente hanno deliberato la chiusura dell’intera rete, che non tornerà operativa fino a martedì 4.
Il Presidente Putin, che si trova nei pressi di San Pietroburgo, a Strelna, per incontrare il Presidente bielorusso Lukashenko ha dichiarato che ogni possibile pista deve essere presa in considerazione, inclusa quella del terrorismo, ed ha disposto che siano i servizi di sicurezza russi, l’FSB, ed il Comitato Nazionale Antiterrorismo a prendere la guida delle investigazioni e riportare direttamente a lui.
Le misure di sicurezza sono state aumentate nella metropolitana della capitale e negli scali aerei di San Pietroburgo e Mosca.