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ALBANIA: Dimissioni per quattro ministri, continua la protesta dell’opposizione

Rimpasto di governo a sorpresa in Albania. Il premier di centro-sinistra Edi Rama ha deciso di rimuovere quattro dei suoi ministri, a partire dal ministro dell’Interno Saimir Tahiri, accusato di non aver saputo contenere il fenomeno della coltivazione della cannabis del paese. Il premier Rama ha smentito più volte le voci su una richiesta dell’alleato Meta per rimuovere Tahiri in vista delle elezioni del 18 giugno.

Il rimpasto avviene mentre l’opposizione di centro-destra guidata da Lulzim Basha ha indetto da oltre due settimane una protesta ad oltranza davanti alla sede della presidenza del consiglio per chiedere un governo tecnico che garantisca elezioni libere ed in rispetto degli standard europei.

La mossa del premier Rama vuole calmare un pò gli animi, non solo dell’opposizione scesa in strada a protestare, ma anche dell’alleato di governo, il Movimento Socialista per l’Integrazione, che ha una diffidenza circa le reali intenzioni dei socialisti.

La riforma giudiziaria

Il boicottaggio dei deputati dell’opposizione rischia di avere effetti pesanti sui lavori parlamentari. In aula, difatti, si discute della riforma del sistema giudiziario, una riforma importante che rischia di saltare proprio per il boicottaggio dell’opposizione.

L’Assemblea nazionale, in cui è presente solo la maggioranza di centro-sinistra del premier Edi Rama, si è riunita lunedì 6 marzo per istituire la commissione ad hoc che avrà il compito di vagliare le candidature degli aspiranti membri agli organismi di valutazione di circa 800 giudici e procuratori. In assenza dell’opposizione, però, la commissione non potrebbe essere istituita, poiché la sua composizione prevede tre membri del centro-sinistra e tre del centro-destra. La decisione di procedere comunque alla selezione dei valutatori, dunque, visto lo stallo, sembra piuttosto una mossa della maggioranza per poter guadagnare tempo.

Gli appelli

La decisione dell’opposizione blocca una riforma del sistema giudiziario considerata cruciale per l’apertura dei negoziati di adesione all’UE, che l’Albania auspica di raggiungere entro la fine dell’anno.

La scorsa settimana a Tirana l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini ha criticato la decisione dell’opposizione di boicottare il parlamento. “Il mio messaggio è questo: da parte sua l’Ue è pronta ad avviare i negoziati, non appena l’Albania inizierà ad attuare la riforma giudiziaria e in particolare il processo di valutazione dei magistrati”, ha rimarcato la Mogherini.

Inoltre, un appello a non ostacolare l’attuazione della riforma giudiziaria è giunto anche dalla società civile albanese. Almeno 40 organizzazioni non governative si sono rivolte alle massime autorità del paese ed ai leader politici chiedendo l’accelerazione del processo di attuazione della riforma, ed in particolare della valutazione dei giudici e procuratori.

La campagna elettorale

Nonostante gli appelli, il leader del Partito Democratico Basha ha spiegato, parlando ai manifestanti nel centro di Tirana, che l’opposizione si presenterà in Aula soltanto quando si “voterà la nascita di un governo tecnico con l’incarico di organizzare elezioni libere e oneste“. Negli ultimi giorni, inoltre, l’opposizione ha alzato il tono, annunciando che non intende partecipare alle prossime elezioni politiche. Una presa di posizione forte, ma non definitiva: la scadenza per l’iscrizione dei partiti presso la commissione elettorale è, infatti, nei primi giorni di aprile.

Tuttavia i partiti politici albanesi sono a modo loro già in campagna elettorale. In prospettiva non ci sono solo le elezioni parlamentari, poiché la prossima legislatura dovrà anche scegliere il nuovo presidente della Repubblica. La carica della presidenza è molto ambita dall’alleato del governo Rama, il Movimento Socialista per l’Integrazione guidato da Ilir Meta, un personaggio che fa alta politica da 25 anni. Le sorti del prossimo governo, come di quello attuale, dipenderanno dal numero dei deputati che Meta riuscirà a raccogliere ed offrire ai due maggiori partiti per formare un nuovo governo. La situazione, dunque, è grave, ma ancora tutta in divenire.

Chi è Lavdrim Lita

Giornalista albanese, classe 1985, per East Journal si occupa di Albania, Kosovo, Macedonia e Montenegro. Cofondatore di #ZeriIntegrimit, piattaforma sull'Integrazione Europea. Policy analyst, PR e editorialista con varie testate nei Balcani. Per 4 anni è stato direttore del Centro Pubblicazioni del Ministero della Difesa Albanese. MA in giornalismo alla Sapienza e Alti Studi Europei al Collegio Europeo di Parma.

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