Da TIRANA – La Corte Costituzionale albanese ha sospeso la legge sulla valutazione dei magistrati approvata lo scorso 30 agosto con i soli voti della maggioranza di centrosinistra del premier Edi Rama. La normativa è l’elemento chiave dell’intera riforma giudiziaria. Questa prevede l’accurato riesame delle credenziali (il vetting) degli oltre 800 giudici e procuratori albanesi per scongiurare casi di corruzione o conflitto d’interesse.
Secondo la Corte, l’attuazione della legge sul vetting rischierebbe di causare danni irreversibili. Quindi dovrebbe decidere di rivolgersi alla Commissione di Venezia, organo consultivo del Consiglio d’Europa, per ottenere un’opinione legale sulla compatibilità tra la legge e la Costituzione albanese, anch’essa appena riformata questa scorsa estate. La Commissione di Venezia dovrà verificare anche se vi sia un conflitto d’interesse nella decisione della Corte costituzionale stessa, visto che anche i giudici costituzionali dovrebbero sottoporsi al processo di valutazione. In un comunicato congiunto diffuso a Tirana dalla delegazione dell’UE e dall’ambasciata statunitense dopo la sentenza, si sollecita la Corte a rivolgersi il prima possibile alla Commissione di Venezia.
Con questa mossa i tempi della riforma della giustizia si allungano ulteriormente – come desiderato dai leader politici, in vista dei risultati delle elezioni parlamentari previste per il giugno prossimo. La legge sul vetting era stata contestata dall’opposizione di centrodestra guidata da Lulzim Basha, sostenendo fosse in violazione della Costituzione. “Le modifiche apportate alla Costituzione prevedono l’istituzione di strutture indipendenti. Ma con la normativa varata dai socialisti, il premier Edi Rama, in violazione alla costituzione, vuole che il controllo sul processo di vetting venga realizzato dai suoi direttori”, ha dichiarato Oerd Bylykbashi, parlamentare del Partito Democratico albanese all’opposizione, tre settimane fa quando ha presentato il ricorso alla Corte costituzionale.
La normativa prevede che le informazioni sui magistrati vengano offerte dalla Direzione per la prevenzione del riciclaggio e dalla Direzione per l’informazione qualificata, che dipendono dal governo. La legge è stata fortemente sostenuta dalle missioni statunitensi ed europee di assistenza legislativa all’Albania. Anche nella dichiarazione congiunta viene ribadito “il continuo impegno alla piena attuazione della riforma giudiziaria”.
Una delle principali aree di riforme chieste all’Albania dall’Unione Europea è quella del sistema giudiziario, universalmente percepito come corrotto e soggetto a pressioni politiche. I maggiori partiti politici albanesi restano ancora distanti nelle loro posizioni per quanto riguarda la riforma della giustizia. La sospensione della legge sulla valutazione dei magistrati potrebbe influire negativamente sul via libera all’apertura dei negoziati tra UE e l’Albania, atteso con trepidazione a Tirana nelle prossime settimane.