La Maslenica, una festa pagana slava che ricorda il nostro carnevale

La festa della Maslenica, o Maslenitsa a seconda delle traslitterazioni, che quest’anno cade tra il 20 e il 26 febbraio, è l’antica festa russa, ucraina, bielorussa, che più comunemente, ed un po’ alla spiccia, viene equiparata al nostrano Carnevale. Questa ricorrenza ha delle tradizioni ed usanze particolari che in realtà da questo la distinguono non poco.

Gli eccessi prima della nuova “purificazione”

La Maslenica, come altre festività, ha origini pagane, alle quali sono poi stati aggiunti e intrecciati significati e simboli cristiani. La prima attestazione scritta dei festeggiamenti risale al XVI secolo, ma probabilmente la ricorrenza era in uso anche precedentemente.

La Maslenica, originariamente, sanciva la fine dell’inverno e salutava l’inizio della primavera. Con l’avvento del cristianesimo la sua ricorrenza è stata di fatto legata alla Quaresima, che la segue immediatamente. Quest’anno infatti la settimana della Maslenica cade dal 20 al 26 febbraio.

Precedendo un periodo di “magro”, la festività segue appositamente un corollario opposto, sancendo il trionfo dell’abbondanza e degli eccessi, soprattutto in relazione al cibo, all’alcool ed ai divertimenti. Eccedendo oltre misura in questi sette giorni, se ne garantivano poi quaranta di ligia purificazione di corpo ed anima, in attesa della Pasqua. Non a caso il nome della festività deriva dalla parola “maslo”, burro, che assieme ad altri latticini (dal tvorog – un tipo di ricotta particolare – alla smetana – la panna acida) serve di base per l’alimento principale della Maslenica: i bliny. Se ne sfornano in continuazione in questi giorni, tanto che gli stessi produttori registrano raddoppi delle vendite. Anche in Piazza Rossa a Mosca sono molti gli stand che offrono degustazioni e lezioni per imparare a farli.

Le tradizioni della Maslenica

Come estasiato notava Gogol’ giunto a Roma nel periodo di Carnevale (nel racconto omonimo “Roma”), anche per la Maslenica la caratteristica principale è il coinvolgimento di ogni abitante del villaggio e della città. Anzi, chi non prendeva parte ai festeggiamenti era destinato, secondo la credenza, a sfortuna, infelicità e malattia.

Il sabato precedente la Maslenica è detto “malen’kaja Maslenica”, ovvero “piccola Maslenica”: ci si prepara ai festeggiamenti ricordando prima di tutto i cari defunti e preparando bliny in loro onore. Nei giorni successivi hanno inizio grandi spese e pulizie generali, visite ad amici e parenti e momenti di rilassante “banja”. Grande spazio viene dato ai giochi, alle gare su slitte e pattini, al tiro alla fune, alla lotta, al “Vzjatie snežnogo gorodka” (la costruzione di castelli di neve e conseguente “battaglia” e “presa” della cittadella). Inoltre, tradizionalmente in questa settimana si tenevano le presentazioni ufficiali dei fidanzati, le promesse nuziali e le relative feste per il futuro matrimonio. Personaggio centrale e simbolo della Maslenica assieme agli onnipresenti bliny, infine, è il čučelo, una specie di bambola o spaventapasseri, che viene arso in un gran falò l’ultima sera, la domenica, sperando che con le sue ceneri si porti via anche tutti i dolori, i cattivi pensieri dell’anno precedente.

Oggi, di queste tradizioni nelle grandi città è rimasto purtroppo poco; tuttavia si tengono svariati feste ed eventi cittadini dedicati alla Maslenica. Il valore di questa festività non è svanito nella cultura russa ed a molti tuttora torna alla mente il noto cartone animato sovietico dedicato ironicamente a questa ricorrenza, “Iš’ ty, Maslenica” (Ишь ты, Масленица, 1985).

Chi è Martina Napolitano

Dottoressa di ricerca in Slavistica presso l'Università di Udine, è direttrice editoriale di East Journal e scrive principalmente di Russia.

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