UNGHERIA: “Sziget, un festival unico dove si respira libertà”

Arriva l’estate e ovviamente non si può non parlare di Sziget, uno dei più grandi festival di musica al mondo ed uno dei più apprezzati in Europa. Eastjournal ha intervistato Ettore Folliero responsabile di Sziget Italia (Alternativa srl) per capire come è nata la collaborazione con il festival ungherese e per avere alcuni consigli sull’edizione del 2016.

Iniziamo parlando di voi che cosa è Alternativa e come nasce?
Alternativa è una società nata nel 2004 dopo un’esperienza di scambi culturali che hanno coinvolto le città di Budapest e Bari. Negli anni ’90 gli organizzatori del Sziget erano scesi a Bari ad una manifestazione musicale per promuovere il festival che allora stava percorrendo i primi passi. Qui ci siamo conosciuti ed abbiamo iniziato una collaborazione che è rimasta a livello amatoriale fino al 2004 quando abbiamo fondato Alternativa. Inizialmente organizzavamo pullman fra amici per andare allo Sziget, poi la collaborazione ha avuto così successo che dal 2004 abbiamo fondato la società e siamo diventati i referenti dello Sziget in Italia.

Tu quando sei stato la prima volta allo Sziget? Che ricordi hai?
Era il 1999. Sono capitato per caso in questo giro. A Bari c’erano delle persone che pubblicizzavano il festival, vidi il cartellone con dei nomi che mi interessavano e decisi di partire. Budapest poi mi aveva sempre incuriosito, era aveva un fascino “esotico” di città dell’est Europa. Decisi quindi di partire. Budapest allora era totalmente diversa da quella di oggi, era diroccata, trasandata ancora da scoprire per molti turisti. Una volta arrivato sull’isola fui letteralmente scioccato, non avrei mai potuto immaginare una cosa del genere. In Italia festival così non c’erano, o almeno l’idea che noi avevamo di festival era qualcosa di totalmente diverso da quello che poi abbiamo scoperto essere un festival. Io, come tutti gli italiani, rimasi assolutamente stregato dal clima di pace, di tolleranza e dal divertimento che c’era. Qui c’era un modo di divertirsi diverso dal nostro, qui si respirava veramente la libertà. Da quel momento decisi che il Sziget era la mia vita, da allora ci sono andato tutti gli anni.

Da allora il Sziget è cambiato? In positivo o in negativo?
Forse risulterò blasfemo a molti in Italia come in Ungheria, secondo me però il Sziget non è cambiato, semplicemente sono cambiati i tempi e le persone. Il Sziget ha mantenuto il suo spirito ed il suo obiettivo che è quello di costruire un festival che non parli solo di musica o di grandi nomi, ma che sia un contenitore in cui le persone possano esprimersi nella loro libertà. Il Sziget ha una particolarità che lo rende sempre uguale: dura tanto, dai 7 ai 10 giorni, è il festival che dura di più in Europa. Così per tutti c’è il tempo per sciogliersi in questo ambiente, diventando parte di un’unica grande comunità. Poi ovviamente molte cose dal punto di vista organizzativo sono cambiate, il festival è più grande, l’organizzazione migliorata, non si mangiano più solo cibi ungheresi, è diventato a tutti gli effetti un festival internazionale. Ma dal punto di vista della sintesi che il festival riesce a produrre secondo me non è cambiato nulla.

Molti però criticano il fatto che nonostante sia nato come festival di studenti oggi sia diventato molto costoso?
Penso sia normale, d’altronde anche la vita a Budapest è diventata più costosa. Poi l’idea è stata quella di migliorare notevolmente la qualità della musica e dei servizi e per fare questo è stato necessario aumentare i prezzi. Comunque continuano ad esserci numerosi sconti e gli stessi abbonamenti se acquistati prima dell’inizio del festival hanno prezzi molto bassi se comparati ai servizi che offre. Il Sziget poi non ha molti sponsor, non riceve sovvenzioni dal Comune, anzi paga l’affitto dell’isola e come risultato produce un indotto enorme per tutta la città di Budapest.

Quali sensazioni vivevano gli italiani che venivano la prima volta al festival?
Rimanevano sbalorditi e ci ringraziavano all’infinito. Nei primi anni venivamo solo in pullman, erano 24 ore di viaggio. Molti già sul pullman bevevano e iniziavano la vita da “festival” così che si arrivava a Budapest stremati. Però appena appoggiavano i piedi sull’isola recuperavano qualsiasi energia e iniziavano una nuova avventura. Durante tutto il festival ci ringraziavano di avergli fatto scoprire una cosa del genere che per loro era assolutamente impensabile, e ancora oggi per molti è una scoperta bellissima.

Perchè il Sziget ha così tanto successo?
Ci sono diverse concause. Innanzitutto ha una location naturale irripetibile. Un’isola all’interno di una capitale europea, una città bellissima, non è facile da trovare. Questa situazione aiuta molto anche l’organizzazione che si trova ad avere i servizi della città ma in un ambiente isolato e quindi con meno responsabilità sui controlli. Il Sziget riesce inoltre a mantenere un equilibrio tra costi, prezzi e offerta che oggi solo nei paesi dell’est si riesce a mantenere. Poi come dicevo prima vi è il fatto che dura tanto, non ci sono festival che durano 7 giorni. Oggi gli abbonamenti settimanali per l’edizione 2016 sono quasi sold out a più di un mese dall’inizio del festival, questo dimostra il grande successo che il festival continua a riscuotere.

Tornando a voi, avete lanciato un concorso per band nel 2004, come funziona?
Abbiamo sempre avuto l’inclinazione a lavorare in ambito musicale e ad aiutare la musica italiana a uscire dai confini nazionali. Abbiamo così organizzato un contest che desse la possibilità sia di esportare band italiane sia di promuovere il sziget in Italia. Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti. Ogni anno si iscrivono circa 700 band, i vincitori suonano allo Sziget e allo Home in Italia. Gli ultimi anni inoltre molte band che hanno partecipato al contest hanno avuto successo a X Factor. Per noi è stata una conferma del lavoro svolto.

Al festival dove suonano le band vincitrici del contest?
I vincenti di tutti i contest europei, perchè dopo il nostro concorso un po’ tutti i paesi hanno iniziato ad organizzarne di loro, suonano allo Europe Stage. E’ lo stage evolutosi dal nostro Puglia Sound che creammo nel 2012 con l’aiuto della regione Puglia. Ora quel palco si è ampliato ed avrà una risonanza europea. E’ un palco diurno, attivo dalle 12.30 alle 16.00, un orario apposito per evitare la competizione con i grandi palchi. Da quest’anno inoltre come Alternativa avremmo di nuovo uno spazio tutto nostro, il Light Stage dove suoneranno 18 band di cui 10 non italiane.

Alternativa che servizi offre? Avete collaborazioni anche con altri festival?
Noi siamo i referenti del Sziget in italia. Facciamo promozione e scelta degli artisti. Organizziamo viaggi in pullman o aereo, siamo gli organizzatori del campeggio italia al festival. Siamo quindi a tutti gli effetti un vero e proprio ufficio del Sziget. A parte il sziget abbiamo intrapreso una collaborazione con lo Home festival di Treviso che ha tutte le carte in tavola per diventare uno dei migliori festival in Italia.

Per chi andrà allo Sziget quest’anno cosa consigli?
Intanto consiglio sempre di arrivare preparati. Ascoltare i gruppi prima, su internet, perchè poi spesso ci si pente di non aver ascoltato qualche concerto particolarmente bello di cui magari non si conosceva il nome della band. Se arrivi preparato ti puoi orientare. L’Europa stage è assolutamente da frequentare, è un palco diurno quindi non ti perdi niente, hai solo da guadagnarci, magari vieni a mangiare un piatto di pasta al ristorante italiano lì vicino e ti ascolti un bel concertino. Ha grandissimo successo ogni anno il teatro acrobatico. L’anno scorso c’era uno spettacolo incredible, allucinante. Per quanto riguarda le installazioni c’è un progetto che finanzia giovani architetti e designer, le loro creazioni si trovano alla Art zone e in giro per il festival, sono sempre molto interessanti. Da non trascurare neanche il palco di musica classica perchè ascoltata dal vivo in un conteso come il Sziget acquisisce valore anche per chi non è un estimatore, insomma una prova va fatta.

E dopo il festival? Consigli qualche posto da visitare in Ungheria?
A parte Budapest che è bellissima posso consigliare il lago Balaton, ma la riva a nord quella meno commerciale. Qui fra le colline si possono trovare dei bellissimi villaggi dove tra l’altro producono un buonissimo vino che costa molto poco. L’ideale per rilassarsi un po’ dopo i 7 giorni di delirio dello Sziget.

Per chi non si accontenta dei sette giorni al Sziget, Eastjournal ha redatto una Guida ai festival musicali dell’est Europa.

Chi è Aron Coceancig

nato a Cormons-Krmin (GO) nel 1981. Nel 2014 ho conseguito all'Università di Modena e Reggio Emilia il Ph.D. in Storia dell'Europa orientale. In particolare mi interesso di minoranze e storia dell'Europa centrale. Collaboro con il Centro Studi Adria-Danubia e l'Istituto per gli incontri Culturali Mitteleuropei.

Leggi anche

Ungheria Svezia

UNGHERIA: Via libera all’adesione NATO della Svezia

Due anni dopo l'inizio della guerra in Ucraina, l'Ungheria ha dato il via libera all'adesione NATO della Svezia.

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com