L’EPOPEA DELL’ASIA CENTRALE: Le origini e i grandi imperi persiani

L’Asia centrale è una macro regione politico-geografica, composta oggigiorno da cinque stati: Kazakistan, Uzbekistan, Turkmenistan, Tagikistan e Kirghizistan. Questi Paesi sono spesso percepiti come remoti e poco importanti, e per questo sono generalmente trascurati, tanto a livello mediatico quanto storico. In realtà, invece, la storia di quest’area è costellata da epiche imprese, floride città e grandi conquistatori, che hanno fortemente contribuito a scrivere la storia del nostro mondo.

L’Asia centrale entra per la prima volta nella storia nel VI secolo A.C., quando l’area corrispondente agli attuali Uzbekistan, Turkmenistan, Tagikistan, e Kirghizistan meridionali venne inglobata nell’impero persiano da parte di Ciro il Grande. All’epoca della conquista, la zona era abitata da una serie di popolazioni nomadi di stirpe iranica. Nei secoli seguenti la regione, seppur largamente indipendente, continuò a far parte dell’impero persiano e successivamente dei suoi Stati successori, ovvero l’impero seleucide, sorto in seguito alle conquiste di Alessandro Magno, l’impero dei Parti, ed infine quello dei sasanidi. Quest’ultimo, fondato nel 224 DC, espanse ulteriormente i propri possedimenti in Asia centrale, e diede per la prima volta alla regione un’organizzazione stabile. I Sasanidi infatti divisero l’area in tre province: la Margiana (corrispondente all’attuale Turkmenistan, con capitale Merv), la Sogdiana (Uzbekistan orientale, Tagikistan e Kirghizistan, che inglobava anche le città di Bukhara e Samarcanda) e la Corasmia (Uzbekistan occidentale e Karakalpakstan, con la scomparsa città di Urgench).

La storia della parte settentrionale dell’Asia centrale è invece molto meno documentata, così come molto più scarne sono le notizie al riguardo dei popoli che la abitavano. Il primo a parlarne è Erodoto, il primo storico greco, il quale riporta che la regione dell’odierno Kazakistan fosse all’epoca occupata da una serie di popoli nomadi, tra i quali egli individua i Massageti ed i Dahai, che a loro volta appartenevano al popolo degli Sciti. Questi ultimi erano un popolo di origine iranica, ed erano molto famosi per le loro capacità equestri e belliche. Questi popoli nomadi, oltre che alla pastorizia, vivevano grazie al bottino ricavato dalle continue incursioni che compivano all’interno dell’impero persiano, alcune delle quali ebbero tale successo da rovesciare la dinastia regnante. Fu questo il caso dei Parti, un popolo nomade facente parte dei Dahai, che riuscì a sconfiggere i sovrani seleucidi e ad istituire un potente impero, che sarebbe diventato l’arci-nemico dei romani.

In questi secoli inoltre, in particolare nel periodo tra il I secolo A.C. ed il I secolo D.C., si delineò quell’importantissima arteria commerciale che ebbe una profonda influenza sulla storia dell’Asia centrale, ovvero la Via della Seta. La Via della Seta, che prese questo nome solamente nel XX secolo, era composta da una serie di percorsi e stazioni di sosta che mettevano in collegamento l’Impero cinese con la Persia e successivamente con l’Europa. Lungo questa Via passò un enorme quantità di merci diverse, tra le quali ovviamente la seta, oltre ad idee, religioni, e tecnologie. La Via della Seta favorì la fioritura di numerose città, che da meri caravanserragli si trasformarono in fiorenti città commerciali. Tra queste le più importanti furono Kokand, Bukhara, Samarcanda, il cui nome ha assunto in Italiano il significato di posto semi-mitico e lontanissimo, e Merv.

La stabilità dell’area venne definitivamente scossa nel VII secolo dopo Cristo, quando l’impero sasanide venne rapidamente travolto dalle invasioni arabe. I conquistatori istituirono un vastissimo impero, retto da un califfo con sede prima a Damasco e successivamente a Baghdad, che si estendeva dalla Spagna fino all’Afghanistan, e copriva gran parte dell’attuale Asia centrale. In quegli anni, gli abitanti dell’Asia centrale iniziarono la loro conversione alla religione dei suoi padroni, l’Islam. L’invasione araba ruppe il periodo di pace e collaborazione con l’elemento cinese che aveva permesso lo sviluppo della Via della Seta, che per questo motivo subì un periodo di relativa crisi. Nonostante ciò, l’età del califfato costituì un periodo di pace e sviluppo economico e culturale per l’Asia centrale, periodo che tuttavia terminò rapidamente a causa dell’arrivo di una nuova ondata di conquistatori, i Turchi.

 

Chi è Umberto Guzzardi

Nato a Novara nel 1991, appassionato di geopolitica, relazioni internazionali, storia antica e moderna, ha conseguito la laurea magistrale in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l'Alma Mater Studiorum Università di Bologna sede di Forlì. Ha trascorso vari periodi di studio all'estero, tra cui uno in Lituania ed un altro a Buenos Aires, per la scrittura della tesi magistrale. Atualmente è Ricercatore presso Wikistrat, e collabora anche con il Caffè geopolitico, dove si occupa di America latina e Sud-est asiatico.

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