STORIA: I soldati polacchi che liberarono Bologna

«Il 21 aprile 1945 i soldati polacchi guidati dal generale Wladyslaw Anders furono i primi militari alleati a entrare a Bologna, da Porta Maggiore, dopo aver preso parte alla liberazione di molte città della Romagna. Noi bolognesi saremo sempre grati all’esercito polacco. Per questo accompagniamo ogni anno i bambini e le bambine delle nostre scuole nel cimitero dei polacchi, ai confini della nostra città».

Lo ha ricordato quest’anno il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, svelando la nuova lapide in Piazza del Nettuno  per ricordare l’ingresso in città del 2° gruppo d’armata polacco nell’80° anniversario della Liberazione del nord Italia dal nazifascismo. Ne riportiamo acuni stralci:

“Quando il generale Władysław Anders attraversò le strade della nostra città con la sua armata, portava sulle spalle il peso di un popolo deportato, disperso, costretto all’esilio. Molti dei suoi soldati – ed il generale Anders stesso – venivano dalla prigionia sovietica, altri erano orfani, altri ancora avevano attraversato le steppe dell’Asia centrale per raggiungere l’Iran, l’Iraq, la Palestina, da dove si sono poi riorganizzati e hanno cominciato la marcia che li avrebbe poi portati ad avere un ruolo fondamentale per la liberazione di diverse città italiane, con un grande sacrificio di sangue. Un sacrificio che ancora ricordiamo e onoriamo insieme anche oggi.”

“Non erano semplicemente soldati: erano uomini che combattevano per il diritto ad esistere come popolo libero. E lo dimostra anche l’attenzione eccezionale che il Generale Anders aveva per loro, dal rifiuto di mandare in battaglia le sue truppe senza adeguato addestramento ed equipaggiamento, all’impegno trasferire le truppe fuori dai confini sovietici al fine di sopperire anche alla mancanza di cibo e armamenti.”

La battaglia di Bologna

La battaglia di Bologna iniziò il 9 aprile 1945. Dopo dodici giorni di combattimenti, le forze alleate del 2° corpo polacco, dell’8a armata britannica, della 5a armata americana e dell’esercito italiano liberarono il capoluogo emiliano il 21 aprile.

Due mesi prima, a Jalta, Churchill e Roosevelt avevano accettato di consegnare all’Unione sovietica una larga parte dei territori orientali della Polonia interbellica, tra cui l’intera regione del Kresy, da cui proveniva una delle tre divisioni dell’armata di Anders.

Il 9 aprile, all’avvio dell’offensiva, i bombardamenti americani uccisero anche 38 soldati polacchi. Le unità polacche avanzarono nei giorni successivi attraversando i fiumi Senio e Santerno e liberando Imola, quindi superando il Sillaro. Il 21 aprile, la 3ª brigata fucilieri dei Carpazi e la 5ª divisione kresowa entrarono a Bologna, dove combattevano ancora solo isolate unità tedesche. Le bandiere polacche sventolavano su Palazzo d’Accursio e dall’alto della torre degli Asinelli. Solo più tardi entrarono in città i soldati americani, i partigiani della brigata Maiella, e il gruppo Friuli dell’esercito cobelligerante italiano del generale Scattini. Fu l’ultima battaglia del II Corpo d’armata polacco, che il giorno successivo lasciò il fronte. In tutto, avevano subito 234 morti e 1.228 feriti su 55.780 soldati di prima linea

La creazione dell’esercito di Anders

Con l’invasione nazista dell’Unione Sovietica e con l’accordo militare russo-polacco Sikorski-Majskij del 14 agosto 1941, Stalin permise la ricostituzione di un esercito polacco su suolo sovietico, con l’intenzione iniziale di farli combattere accanto all’Armata Rossa sul fronte orientale.

Il comandante prescelto, il generale Władysław Anders, era stato appena rilasciato dalla prigione della Lubjanka a Mosca il 4 agosto. Anche la maggioranza delle truppe proveniva da cittadini polacchi (ma vi erano anche ebrei, bielorussi e ucraini) arrestati e internati durante l’annessione della Polonia orientale (Kresy Wschodnie) all’Unione Sovietica.

Stalin tuttavia ritirò presto il proprio sostegno al progetto, dati gli insanabili contrasti tra Mosca e il governo polacco in esilio a Londra. Con i polacchi convinti di un imminente crollo sovietico, nella primavera del 1942 gli Alleati decisero di far confluire i reparti polacchi nell’esercito britannico in Nord Africa attraverso il corridoio persiano. Con loro furono liberati anche migliaia di civili polacchi detenuti dai sovietici.

Attraverso i protettorati britannici di Iran e Iraq, l’esercito di Anders raggiunse il mandato britannico della Palestina, dove si unirono alla 3ª divisione di fanteria “Carpazi”, composta da soldati polacchi arrivati nel Libano francese attraverso Ungheria e Romania, e che combattevano coi britannici in Egitto e a Tobruk. Mentre si trovavano in Palestina, vari soldati polacchi di origine ebraica disertarono per unirsi ad unità paramilitari sioniste come Haganah e Irgun – tra di loro anche il futuro primo ministro israeliano Menachem Begin.

Il Secondo corpo polacco venne creato nel 1943 sulla base dell’Allied Forces Act britannico del 1940 che permetteva alle unità  del governo in esilio della Polonia di essere raggruppate in un unico teatro di guerra. Ma il comando britannico non acconsentì mai a incorporarvi anche la Forza Aerea Polacca.

Il secondo corpo d’armata polacco nella liberazione dell’Italia

Nel 1944 il Secondo corpo polacco venne trasferito dall’Egitto all’Italia, dove divenne  parte autonoma dell’8ª armata britannica. Forte di circa 50.000 uomini, soffrì pesanti perdite nella feroce battaglia di Montecassino del maggio 1944, durante la quale anche le unità di retrovia e di supporto furono gettate nello scontro: al generale Anders fu caldeggiato il ritiro delle sue unità perché potessero ricostituirsi e riorganizzarsi. Tuttavia l’Unione Sovietica aveva rotto ogni contatto diplomatico con il governo polacco in esilio a Londra e impedito ai polacchi ancora in Russia di lasciare il paese. Anders decise che le nuove reclute potevano arrivare solo dai campi di prigionia tedeschi.

Il Secondo corpo ebbe modo di distinguersi nella battaglia di Ancona, liberata il 18 luglio 1944, e nel corso dell’operazione Olive, che intaccò seriamente il settore orientale della Linea Gotica nel settembre 1944. Risalita la valle del Tevere, i soldati polacchi superarono la cresta appenninica, raggiungendo Forlì, dove poi fecero base per l’inverno. Il 28 ottobre, anniversario della marcia su Roma, liberarono Predappio, cittadina natale di Mussolini. Nella primavera 1945 il Secondo Corpo partecipò alla battaglia di Bologna.

La sorte dell’esercito libero polacco

Dopo la Liberazione, nell’inverno 1945-46 un contingente polacco svolse funzioni di forze di occupazione alleate a Sansepolcro, in Valtiberina. Nel giugno 1946, Anders offrì le proprie truppe a Umberto II dopo la grande confusione che seguì il referendum del 2-3 giugno 1946. Il sovrano rifiutò l’offerta, per scongiurare ogni rischio di una nuova guerra civile. A quella data, il numero totale di militari del Secondo corpo polacco era di 103.000. La maggioranza dei soldati rimase in esilio e si stabilì in Gran Bretagna. Vari soldati polacchi rimasero in Italia, dove ancora vivono i loro discendenti.

I pochi che decisero di rientrare nelle terre polacche di confine, passate all’Unione Sovietica, furono arrestati in massa nel 1951 e deportati con le loro famiglie a Irkutsk, in Siberia, dopo la confisca di ogni bene e revoca delle decorazioni di combattimento. I circa 4.500 esiliati (888 soldati e famiglie) poterono tornare dalla Siberia tra il 1958 e il 1961; la maggioranza di loro si trasferì nella Polonia socialista.

Foto: Le truppe del II Corpo polacco entrano a Bologna. In macchina i generali Zygmunt Bohusz-Szyszko e Klemens Rudnicki (al volante). Archivi nazionali polacchi.

Chi è Andrea Zambelli

Andrea Zambelli è uno pseudonimo collettivo usato da vari membri della redazione di East Journal.

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