Il partito radicale di estrema destra Jobbik, una delle forze di opposizione nel parlamento di Budapest, ha comunicato di voler lanciare una campagna per prevenire il passaggio nelle mani degli investitori stranieri di terreni agricoli e risorse idriche ungheresi. Nel frattempo il vice-amministratore delegato della banca commerciale ungherese OTP Daniel Gyuris fa sapere che i finanziamenti per gli investimenti in agricoltura giocheranno un ruolo più grande nel futuro giro d’affari della OTP. OTP, uno dei principali istituti per prestiti erogati nel paese, ha istituito nel novembre scorso una divisione apposita dedicata al settore agricoltura, di cui Daniel Gyuris è il responsabile, e ha aumentato la proporzione di sussidi di pre-finanziamento basati sul terreno dal 70 all’80-85%. La banca, secondo la dichiarazione di Gyuris riportata da agribusiness.hu, sarebbe anche pronta ad anticipare ad alcuni agricoltori il 100% del sussidio.
L’importanza dello sviluppo agricolo, del resto, è stata ribadita più volte dal nuovo governo ungherese (guidato dalla coalizione tra il partito conservatore Fidesz e i cristiano-democratici), eletto un anno fa. Il settore sta a cuore anche a Jobbik, che promuove una politica protezionista e addirittura contraria agli investimenti esteri. Domenica scorsa, un legislatore del partito ha riportato all’attenzione una proposta per bandire la vendita di terreni coltivabili e risorse idriche verso investitori stranieri inoltrata dallo stesso Jobbik durante i lavori per la stesura della nuova Costituzione – approvata il 25 aprile e in vigore dal 1 gennaio 2012. In materia di terreni agricoli, bisogna ricordare che in Ungheria vige la moratoria europea prolungata di tre anni, fino alla primavera del 2014 (leggi qui). Jobbik ha affermato che gli investitori stranieri hanno escogitato alcuni “trucchi” per riuscire ad acquistare i terreni ungheresi, vantaggiosi per i loro prezzi minori rispetto alla media europea. Secondo Zoltan Magyar, legislatore di Jobbik per i territori di Gyor-Moson-Sopron, sono stati identificati già 12 “trucchi”, inclusi i finti matrimoni tra un’ungherese e un cittadino straniero. Magyar ha poi insistito sulla questione che l’Ungheria dovrebbe riprendere i negoziati con l’UE in materia di protezione degli interessi ungheresi nel lungo termine. Tibor Bana ha dichiarato che Jobbik potrebbe di commissionare ai suoi esperti un tour del paese per incontrare di persona i proprietari terrieri che hanno venduto agli stranieri.
L’Ungheria ha una percentuale di terreni agricoli molto alta, pari a circa l’87% del territorio totale, che è per contro molto piccolo, di circa 93.030 km² . Si parla di circa 2 milioni di ettari di terre coltivabili. Prima del rinnovo della moratoria, si prevedeva per il 2011 un massiccio acquisto di terreni magiari da parte sia dei numerosi stranieri già attivi con le loro aziende agricole, sia da nuovi investitori europei. In questi anni la presenza straniera è dovuta ricorrere al diritto di usufrutto o all‘”uso di favore”. In Ungheria, inoltre, vige l’usucapione (dal latino uso-capere, prendere con l’uso) , grazie al quale anche gli stranieri possono ottenere la proprietà di un terreno dopo 15 anni di uso imperturbato. Già nel 2007, l’Istituto per il Commercio Estero riferiva del disagio degli investitori italiani del settore in Ungheria legato proprio al divieto di acquisto dei terreni agricoli, ventilando la possibile proroga della moratoria oltre la scadenza del 2011. Sul portale newsitaliapress.it si scriveva infatti che il divieto comporta “gravi difficoltà per i nostri imprenditori agricoli qui presenti (sicurezza in relazione ad eventuali investimenti produttivi, anche ulteriori rispetto a quelli già realizzati, difficoltà nell’accesso al credito bancario, rischi di perdita del terreno, ecc.), soprattutto se letto in combinato disposto con la restante, complessa normativa ungherese in vigore per questo delicato settore economico”.