CALCIO: I trasferimenti fantasma di Hagi jr e Manea

In mezzo al caos recente che ha colpito il calcio romeno, il Viitorul Costanza sembrava essere un’isola felice. La squadra, di proprietà della leggenda Gheorghe Hagi – che ne è anche allenatore e presidente – è l’espressione dell’Academia Hagi, la migliore struttura giovanile del paese, e sta veleggiando su un sorprendente terzo posto in classifica, di fronte tra gli altri ai campioni uscenti dello Steaua Bucarest, club coinvolto da mesi in una bagarre legale con il ministero della Difesa. Dietro al club e al nome di Hagi, però, cominciano a addensarsi nubi cupe.

Quest’estate il Viitorul aveva fatto parlare per due trasferimenti principeschi: le due migliori giovani speranze del calcio romeno piazzate a due super-club europei. Il primo trasferimento era quello di Cristi Manea al Chelsea. Il terzino destro era stato convocato dall’allora CT della nazionale Victor Pițurcă alla fine della sua prima stagione in prima squadra e, con solo cinque presenze in Liga 1, aveva debuttato in nazionale contro l’Albania a diciassette anni non ancora compiuti, diventando il più giovane giocatore ad aver mai vestito la maglia dei Tricolorii. Un trasferimento da circa tre milioni di euro per il giocatore, che sarebbe stato parcheggiato dai Blues al Vitesse Arnheim, un club partner del Chelsea qualificato per l’Europa League. Il secondo trasferimento-bomba riguardava invece Ianis Hagi, figlio di Gheorghe e vice-capitano della squadra, per cui gioca come ala o trequartista: il giovane talento si sarebbe trasferito per un milione di euro alla Fiorentina, che avrebbe però concesso il prestito di una stagione al Viitorul. Al tempo Hagi, non ancora diciassettenne, aveva giocato sette partite in Liga 1, segnando il suo primo gol in prima squadra all’esordio da titolare.

Due colpi perfetti, almeno in apparenza. Recentemente è stato dimostrato che il trasferimento di Manea al Chelsea non è mai avvenuto, ed è stata messa in dubbio anche la veridicità del trasferimento di Hagi junior alla Fiorentina. Il giornalista di ProSport e Futbolgrad Costin Ştucan ha rilevato come né nei siti ufficiali di Chelsea e Fiorentina, né nell’elenco dei trasferimenti della Lega Serie A comparissero i nomi dei due giocatori. In particolare il trasferimento del giugno 2015 di Manea, annunciato da diverse fonti autorevoli e persino incluso nel dettagliatissimo database del videogioco Football Manager 2016, non solo non è mai avvenuto, ma il giocatore era stato venduto un anno prima ai ciprioti dell’Apollon Limassol. Da Cipro il giocatore è stato girato in prestito per la stagione 2015/16 al club belga Royal Mouscron, che lo ha impiegato per soli 322 minuti in campo.

L’Apollon Limassol è anche al centro del recente caso legato ad Andrija Živković, promessa del calcio serbo a cui a inizio mese è stato vietato di allenarsi con il Partizan Belgrado per via del suo rifiuto di estendere il proprio contratto con il club bianconero. La vicenda di Živković è complicata da un meccanismo chiamato third party ownership (TPO), ovvero la proprietà dei calciatori da parte di terze parti (fondi di investimento, agenti, etc.). Un meccanismo messo al bando dalla FIFA dal 1 maggio 2015 e illegale anche per il Parlamento Europeo, secondo cui la TPO potrebbe danneggiare l’integrità delle competizioni e aprire varchi all’inflitrazione criminale nello sport. Come spiega Ştucan: «Le compagnie prestano fondi ai club che sono interessati ad acquistare giocatori che normalmente non possono permettersi. […] I club possono tenere i giocatori e rifondere il credito o decidere di vendere il giocatore prima della data di scadenza del credito, restituendo i soldi, aumentati da una percentuale del trasferimento. In teoria, l’accordo è profittevole per entrambi. I problemi emergono quando i fondi di investimento mettono pressione ai club perché vendano, o quando acquisiscono percentuali dei diritti economici dei giocatori».

Per questo motivo Živković ha bloccato un trasferimento al Real Madrid (per 15 milioni di euro) e, sostenuto dal padre Jovica, si è rifiutato di discutere di un rinnovo di contratto fino a che l’accordo in essere non sarà scaduto, ovvero fino al primo luglio. Una decisione che impedirebbe all’Apollon Limassol, la terza parte che possiede diritti sul cartellino di Živković, di ricevere il 30% su qualsiasi trasferimento futuro del giocatore. Il Partizan Belgrado nell’ultimo decennio avrebbe ricavato oltre 100 milioni dal trasferimento dei giovani talenti della sua accademia. Nonostante questo, il club ha ammassato un debito di 13 milioni, una situazione che ha portato i tifosi a protestare contro la dirigenza e che potrebbe essere legata alla presenza di accordi di TPO che hanno deviato parte dei ricavi verso fondi privati. Se così fosse, si potrebbe mettere in questione anche la poesia della scelta di Nikola Ninković, che recentemente ha deciso di accettare un trasferimento al Genoa (e un prestito al Chievo) per 500 mila euro invece di firmare per il Napoli in scadenza di contratto, perché il Partizan potesse ricevere una compensazione.

L’Apollon Limassol, legato ai casi Živković e Manea, secondo l’investigazione di Costin Ştucan sarebbe controllato dal super-agente israeliano Pini Zahavi, connesso anche con il Royal Mouscron (figurano due Zahavi nel consiglio di amministrazione del club belga), che ha salvato dalla bancarotta promettendo un investimento di otto milioni e mezzo di euro. Zahavi avrebbe creato, secondo Ştucan, un vero e proprio impero calcistico nei Balcani, grazie alle sue connessioni con molti fondi di investimento che controllano club di calcio e alla sua abilità nel circumnavigare le restrizioni imposte dalla FIFA alla TPO

Sempre secondo Ştucan, il businessman israeliano sarebbe dietro all’acquisizione del Chelsea da parte di Roman Abramovič e un suo partner in affari, il tedesco di origini macedone-albanesi Falji Ramadani, sarebbe divenuto un consulente non ufficiale della Fiorentina per i trasferimenti, contribuendo all’arrivo di giocatori del calibro di Ante Rebić e Milan Badelj. Tra i protetti dei due agenti figurano Tévez e Mascherano (Zahavi), Jovetić, Maksimović, Ljajić, Behrami e Seferović (l’agenzia Lian Sports di Ramadani). Sia Zahavi sia Ramadani avrebbero inoltre connessioni molto strette con i fratelli del proprietario dello Steaua Gigi Becali, Ioan e Victor Becali. I fratelli, super-agenti romeni, sono coinvolti nel trasferimento di Adrian Mutu alla Fiorentina sotto indagine nel dossier Fuorigioco della procura di Napoli con accuse di riciclaggio di denaro e frode fiscale. Ioan e Victor Becali sono attualmente in prigione dal 2014 per aver architettato trasferimenti fraudolenti di giocatori attraverso compagnie in paradisi fiscali.

Una fonte anonima di Ştucan ha dichiarato che nel 2013, la prima stagione disputata dal Viitorul in Liga 1, il club e l’Academia Hagi riuscirono a sopravvivere a stento a una crisi finanziaria che costrinse Gheorghe Hagi a ipotecare quasi tutti i suoi possedimenti. Sarebbe stato questo il momento in cui la dirigenza del club cominciò a discutere con fondi di investimento interessati ai suoi talenti, in un momento in cui la TPO non era stata ancora messa al bando. L’Academia Hagi ha dichiarato che la Fiorentina avrebbe concluso nel 2014 “un accordo riguardo una prima opzione per Ianis Hagi in un trasferimento futuro”: non sarebbe quindi a titolo ufficiale un giocatore della Fiorentina, né il club viola avrebbe potuto prestarlo nuovamente al Viitorul, non avendolo acquistato. Resta da chiarire quindi se effettivamente sia avvenuto qualche trasferimento legato alla TPO che abbia interessato il giovane Hagi, apparentemente incappato in una torbida rete di affari come Cristi Manea e Andrija Živković.

Foto: Academia de Fotbal Gheorghe Hagi (Facebook)

Chi è Damiano Benzoni

Giornalista pubblicista, è caporedattore della pagina sportiva di East Journal. Gestisce Dinamo Babel, blog su temi di sport e politica, e partecipa al progetto di informazione sportiva Collettivo Zaire74. Ha collaborato con Il Giorno, Avvenire, Kosovo 2.0, When Saturday Comes, Radio 24, Radio Flash Torino e Futbolgrad. Laureato in Scienze Politiche con una tesi sulla democratizzazione romena, ha studiato tra Milano, Roma e Bucarest. Nato nel 1985 in provincia di Como, dove risiede, parla inglese e romeno. Ex rugbista.

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