TURCHIA: Strage ad Ankara, decine di morti. Manifestavano contro la guerra in Kurdistan

Un terribile attentato scuote la Turchia. Almeno trenta persone sono state uccise e più di cento ferite a seguito di una doppia esplosione stamane ad Ankara. L’attentato ha colpito un corteo che manifestava per la pace in Kurdistan. Le due bombe, piazzate all’esterno della stazione centrale di Ankara, avevano come unico obiettivo i manifestanti. Non c’erano obiettivi militari o strategici nella zona. I manifestanti non sono stati coinvolti accidentalmente ma erano l’obiettivo di questo attentato. A centinaia erano giunti dai quattro angoli del paese per manifestare il proprio dissenso alla ripresa delle ostilità tra le autorità turche e il PKK, il partito curdo dei lavoratori. Ostilità che nelle ultime settimane hanno fatto del Kurdistan turco il teatro di una vera e propria guerra civile.

L’esplosione ha lasciato a terra decine di corpi, non si contano i feriti. I morti giacciono in terra pietosamente coperti con le bandiere dei manifestanti. Fonti del governo turco hanno confermato che si tratta di un attacco terroristico e hanno riferito che si stanno verificando le indicazioni secondo cui gli autori sarebbero due kamikaze.

A seguito della doppia deflagrazione, la sorpresa si è tramutata in rabbia e un gruppo di manifestanti ha attaccato le forze di polizia, evidentemente ritenendo le autorità in qualche misura responsabili per l’accaduto. La polizia ha sparato in aria a più riprese ed è intervenuta con i gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti.

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L’attentato non è stato ancora rivendicato da nessuno. Il prossimo primo novembre si terranno le elezioni anticipate in Turchia, dopo che il voto dello scorso 7 giugno non aveva consegnato una maggioranza in grado di formare il governo. Questo attentato si inserisce tra i molti, avvenuti in passato, rimasti senza colpevole e senza rivendicazione, prodotti da quell’intrico di interessi e poteri sotterranei che hanno caratterizzato la storia politica turca. L’azione sotterranea del deep state ha più volte trascinato nel sangue i passaggi politici più delicati della storia turca. L’attentato di oggi indebolisce un governo alle prese con un forte dissenso, accusato da più parti di deriva autoritaria e responsabile per le riprese delle ostilità in Kurdistan, e scuote la fragilissima democrazia turca seminando panico e tensione.

La manifestazione per la pace nel conflitto con il PKK curdo in Turchia, prevista per oggi ad Ankara, è stata annullata. Gli organizzatori hanno invitato i partecipanti a tornare a casa e chiesto a quelli che stavano raggiungendo Ankara da altre città di tornare indietro nel timore di ulteriori attacchi. Fra i promotori della manifestazione «per la pace e la democrazia» c’era anche l’HDP, partito democratico del popolo, su posizioni filocurde, che alle scorse elezioni di giugno raccolse il 13,2% superando il rigido quorum del 10% e impedendo all’AKP, il partito di Erdogan, di ottenere la maggioranza in parlamento.

Video The Guardian; Foto: Twitter

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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