La Verkhovna Rada, il Parlamento ucraino, ha approvato, in prima lettura, gli emendamenti costituzionali proposti dal Presidente che mirano a decentralizzare il potere così come previsto, almeno questo l’intento di Kiev, secondo l’accordo di Minsk II del 12 febbraio scorso.
Serviva la maggioranza assoluta dell’Assemblea legislativa ucraina, ed i voti a favore sono stati 266 a fronte dei 226 minimi richiesti. Nei prossimi mesi si terrà la seconda lettura, e la situazione sarà maggiormente complessa dal momento che serviranno almeno 300 voti per l’ultima e definitiva approvazione. Numerose le critiche alla revisione costituzionale, soprattutto da parte dei partiti considerati più ai lati dello scenario politico ucraino: Pravy Sektor, Svoboda e Partito Radicale. Essi sostengono, appoggiati anche dalla leader del Partito Patria, Yulia Timoshenko, che gli emendamenti andrebbero troppo incontro ai separatisti mettendo a rischio l’unità nazionale e aprendo una via legale per la legittimazione e concessione di autonomia forte ai ribelli del Donbass.
Mentre all’interno del Parlamento si svolgevano le votazioni un gruppo di circa mille manifestanti, molti dei quali a volto coperto, e con bandiere principalmente di Svoboda, hanno dapprima iniziato a urlare slogan nazionalisti e insulti contro i parlamentari a favore della revisione costituzionale, ed in seguito hanno iniziato a spingersi contro gli agenti in tenuta antisommossa i quali hanno usato lacrimogeni per tenerli a distanza. In questa situazione confusionaria (video) è stata lanciata una granata contro le forze dell’ordine che ha provocato, stando a quanto dichiarato dal sindaco di Kiev Vitaly Klitschko, almeno un morto e circa cento feriti, di cui alcuni in pericolo di vita.
La Polizia ha dichiarato che il colpevole è stato arrestato, ed insieme a lui altri trenta manifestanti che avrebbero partecipato agli scontri, mentre il Presidente Poroshenko, ha annunciato un discorso alla nazione sui fatti.