Precipita la situazione in Cabardino-Balcaria

di Alessandro Mazzaro

Precipita la situazione in Cabardino-Balcaria. Il 2011 non è cominciato sotto i migliori auspici, e ad essere colpiti stavolta sono stati i turisti. Il 18 febbraio nel villaggio di Zaukovo un minibus , nel quale erano presenti alcune persone, è stato avvicinato da un’auto nella quale erano presenti uomini armati, i quali hanno aperto il fuoco ed hanno colpito mortalmente tre persone ferendone altre due. Questo è bastato per diffondere il panico tra i turisti, soprattutto russi, che hanno preferito abbandonare il luogo di villeggiatura nei pressi del monte Elbrus. La risposta delle autorità è stata tardiva. Solo dopo l’attentato ad un pilone della funivia, che porta in cima al monte, del 20 febbraio (solo qualche ferito lieve) è partita la cosiddetta “operazione antiterrorismo”.

“Non è solo un assassinio brutale, è uno sputo in faccia a tutto il popolo della Cabardino-Balcaria” ha dichiarato il presidente della repubblica Arsen Kanokov, il quale ha poi espresso tutto il cordoglio alle vittime promettendo maggiore sicurezza nei confronti dei turisti: “Dobbiamo fare tutti gli sforzi possibili per garantire la sicurezza dei nostri turisti”. Nel frattempo è stata disposta la chiusura di tutte le stazioni sciistiche della zona.

Alexei Malashenko, membro del consiglio accademico del Carnegie Center di Mosca, è preoccupato della ripercussione che tale situazione può avere su quello che lui definisce l’aspetto più “pubblicizzato” del Caucaso settentrionale, vale a dire il turismo: “Chi si sognerà più di andare in vacanza quando sa benissimo che quel che è successo sulla funivia potrebbe accadere da un momento all’altro? Solo chi ha il gusto del brivido”. Malashenko, inoltre, tratteggia una Russia quanto mai impacciata: “Mosca non può sostituire Kanokov, e non può chiedere a quest’ultimo più di quanto lui non possa fare”.

La situazione resta profondamente delicata e il panico serpeggia. Nonostante i numerosi richiami alla calma la gente ha sempre più paura, e a farla aumentare sono anche gli avvenimenti che si susseguono di giorno in giorno nella piccola repubblica, oramai in preda ad una semi-anarchia. Ecco due episodi eblematici: nei pressi di un hotel, tra i più gettonati della zona del monte Elbrus, è stata rinvenuta una macchina con 70 kg di esplosivo; il capo dell’amministrazione di un villaggio, Ramazan Frieva, è stato freddato da due uomini mascherati. Il presidente Kanokov, dopo essersi recato all’ospedale a fare visita ai due feriti, che sono ripartiti in direzione Mosca per ricevere cure migliori, è andato a far visita alla moglie di Frieva, alla quale ha assicurato la pronta risoluzione del caso della morte del marito.

L’operazione antiterrorismo coordinata dalle autorità coinvolge tutta la zona turistica, vero e proprio cuore economico della repubblica. Metà del paese vive sotto un regime giuridico speciale, che non si sa quanto durerà. Un noto analista si è espresso così sulla situazione, riassumendo bene un concetto a tutti chiaro: “Una manciata di terroristi è riuscita a terrorizzare un milione di persone”.

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