KAZAKISTAN: Cosa contiene l'accordo di cooperazione militare con l'Italia

Da ROMA (Public Policy) – Nei giorni in cui le cancellerie europee sono in trattativa con i governi di Mosca e Kiev per una risoluzione della crisi in Ucraina, nel Parlamento italiano si discute l’approvazione di un accordo sulla cooperazione militare, che prevede anche lo scambio di armamenti ‘pesanti’, tra l’Italia e il Kazakhstan, una tra le repubbliche dell’ex Urss più importanti, almeno dal punto di vista industriale e minerario, nel panorama geopolitico euro-asiatico.

Il che significa – in concreto – dare l’ok a un accordo che prevede, tra le altre misure, specifiche intese sull’export e sull’import di materiale di difesa nei settori aeronautico e navale militare, nonché sull’approvvigionamento di armi da fuoco. E, ancora, su progetti di formazione e addestramento ‘condivisi’ in campo militare. Il disegno di legge in questione è di origine governativa e prevede la ratifica e l’esecuzione dell’accordo tra il governo italiano e quello della repubblica asiatica sulla cooperazione militare, fatto a Roma il 7 giugno 2012. 

Il proseguo della discussione era previsto nella convocazione della settimana in corso alla commissione esteri di Montecitorio, ma il provvedimento non è stato ancora trattato a causa della deliberazione sui lavori ‘fiume’ dell’aula della Camera. L’accordo tra Italia e Kazakhstan si pone l’obiettivo di fissare la cornice giuridica entro cui sviluppare una cooperazione bilaterale tra le forze armate ‘nell’intento di consolidare le rispettive capacità difensive e di migliorare la comprensione reciproca sulle questioni della sicurezza’. Ecco cosa c’è nel ddl e i passaggi essenziali avvenuti alla Camera.

Cosa c’è nell’accordo di cooperazione militare con il Kazakhstan

Secondo l’accordo i campi di cooperazione sono: politica di difesa, istruzione in campo militare, importazione ed esportazione di armamenti e materiale militare, approvvigionamento logistico, legislazione militare e servizio giuridico nelle forze armate, medicina militare e attività internazionale di pacificazione. Ma anche: cultura e sport e ‘altri campi di interesse specifico’. Tale cooperazione, si legge nell’accordo, potrà effettuarsi ‘in visite ufficiali, incontri operativi tra le rispettive delegazioni, scambio di esperienze nel quadro di consultazioni e incontri di lavoro, partecipazione a conferenze, seminari e corsi di istruzione nelle scuole militari nonché a progetti di formazione e di addestramento o a tirocini, partecipazione di osservatori a esercitazioni militari, scambio di informazioni e documenti relativi ai campi di cooperazione, partecipazione a eventi sportivi e culturali e altre attività stabilite di comune accordo’.

Inoltre – questo il ‘cuore’ delle previsioni – Italia e Kazakhstan promuoveranno ‘l’esportazione e l’importazione di materiale della difesa nei settori aeronautico, navale militare e l’approvvigionamento di armamenti (armi da fuoco, armamenti pesanti e relativo munizionamento)’. Tuttavia ‘l’eventuale riesportazione verso paesi terzi dovrà avvenire con il preventivo benestare del paese cedente’.

L’articolo 7 dell’accordo prevede poi che l’attuazione sarà concretizzata attraverso l’approvazione di un piano annuale di cooperazione militare. La disposizione successiva riguarda, invece, gli aspetti finanziari della cooperazione, affermando il principio generale della reciprocità in base a cui ognuno ‘sosterrà autonomamente tutte le spese connesse all’attuazione dell’accordo’, con la specificazione della subordinazione ‘alla programmazione di bilancio e alla disponibilità dei fondi’ per la copertura dei relativi oneri.

E ancora si prevede: lo scambio di informazioni classificate solo dopo la stipulazione di uno specifico accordo per la reciproca protezione di tali informazioni, che le disposizioni dell’accordo non pregiudichino diritti e obblighi derivanti da altri accordi internazionali e che le eventuali controversie siano risolte con trattative e consultazioni. Infine si stabilisce (all’articolo 13) una durata indeterminata all’accordo, che ‘cesserà i suoi effetti – si legge nell’articolato – sei mesi dopo che una delle parti abbia notificato all’altra, per iscritto’ la propria intenzione di recedere.

Le relazioni Italia-Kazakhstan, tra commercio e antiterrorismo

I contenuti del provvedimento sono stati esposti alla commissione esteri di Montecitorio lo scorso 28 ottobre della relatrice al provvedimento, Lia Quartapelle Procopio (Pd) che, dopo aver illustrato i contenuti, ha ricordato come ‘se è noto il ruolo italiano nell’upstream dei giacimenti kazaki, è meno noto forse che nel luglio scorso, Astana ha reso operativa l’abolizione unilaterale dei visti per dieci Paesi (Italia compresa) con i quali i rapporti commerciali sono particolarmente intensi’ e ha rilevato come ‘secondo i dati ufficiali kazaki l’Italia è uno dei principali partner economico-commerciali di Astana, poiché rappresenta il secondo paese di destinazione delle esportazioni kazake (petrolio in larghissima parte) con una quota del 18% sul suo interscambio totale, secondi solo alla Cina’.

Durante la relazione di Quartapelle è emerso anche come ‘l’Italia continui ad essere il secondo Paese esportatore in Kazakhstan dopo la Germania in ambito UE ed il sesto in assoluto, con oltre 900 milioni di euro di export nel 2012 (oltre il 70% di tutto l’export in Asia centrale), quasi quintuplicato in 10 anni’.

E, infine, che il ‘Kazakhstan riveste una grande rilevanza sia sotto il profilo commerciale – e segnatamente degli approvvigionamenti energetici – che sotto quello militare e di contrasto al terrorismo internazionale di matrice islamista’. Tanto che ‘l’attività di prevenzione attuata dalle forze di sicurezza locali ha portato in Kazakhstan a diversi arresti‘ ed ai primi del mese del luglio scorso ‘anche alla condanna di cinque militanti del partito della liberazione islamica‘.

Anche il viceministro degli affari esteri Lapo Pistelli intervenuto nel corso della discussione, ha ricordato le ‘iniziative assunte anche dalla presidenza del Consiglio per il rilancio delle relazioni bilaterali’ e, sul profilo economico, ha sottolineato ‘che l’Italia, a fronte di un dato sbilanciato fino al 2013, ha realizzato un incremento netto delle esportazioni pari a 3 miliardi di euro e ha ridotto le importazioni per un importante valore percentuale’.

Rapporti migliori con Astana, dopo il caso Shalabayeva?

Il governo italiano sembra già aver riallacciato buoni rapporti con la repubblica asiatica dopo il caso Shalabayeva, già prima dell’approvazione del ddl che dà l’ok definitivo all’accordo con il Kazakistan. Che è, comunque, del 2012. In una nota sul sito web di palazzo Chigi del luglio scorso si ricorda, infatti, l’incontro tra Matteo Renzi e il presidente del Kazakistan,Nursultan Nazarbayev e il primo ministro, Karim Massimov. ‘La tappa in Kazakhstan – si legge nel comunicato – ha permesso anche la firma di due accordi: uno di Eni con la compagnia petrolifera kazaka e l’altro tra Iveco e il ministero dell’Industria di Astana’.

(Public Policy) IAC
Foto: Public Policy 

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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