REP. CECA: Moneta unica e nucleare. Così Praga incontra Parigi

di Gabriele Merlini

Risale a giovedì scorso la firma di un articolato piano per la cooperazione tra Repubblica Ceca e Francia; a stipularlo i primi ministri Petr Nečas e François Fillon. Molti punti toccati e inclusi nel progetto di crescita: educazione, scienza, ingegneria civile. Ma sopratutto energia, o meglio energia nucleare, essendo francese il colosso Areva che intende occuparsi dell’impianto ceco di Temelín (ne abbiamo parlato qui la settimana scorsa) in procinto di espandersi con due nuovi reattori.

Quindi l’argomento Euro a procedere di pari passo obbligatoriamente, in questi tempi, con i temi della stabilità e del rilancio: l’asse franco-tedesco per tenere in piedi l’economia continentale è ben visto da Praga, mentre Parigi ha accolto favorevolmente sia la riforma delle pensioni ceca che le misure anti-debito, essenziali per ogni paese dell’Unione compresi quelli che ancora non abbiano adottato la moneta unica, ma in quella direzione intendano muoversi. È il caso ceco?

Ogni volta la musica si ripete (non stonante, per altro. Ma sempre troppo uguale a sé stessa. Una nenia ragionevole e pacata sebbene forse servirebbero, di tanto in tanto, dimostrazioni di maggiore dedizione alla causa e sprint, casomai proprio su quella strada intendessimo muoverci.) Vale a dire: abbiamo detto a Praga che siamo pronti a discutere riguardo l’adesione all’Euro, però prima creiamo una base stabile sulla quale iniziare a costruire. Senza di quella, ossia con progetti destinati a franare, neanche inizieremo i lavori. Date di una eventuale introduzione in Repubblica Ceca dell’Euro non ribadite da Nečas a Parigi, ma tante volte in passato è stato ventilato il gennaio 2015 e, almeno a livello di suggestione, continuamo a tenere quel giorno per buono.

Com’è scontato che sia, poter contare a Praga su un agile patto di crescita con la Francia era tassello quantomai essenziale; inoltre -da un punto di vista prettamente diplomatico- si tratta di provvidenziale tentativo per rimediare (forse tardivo, ma comunque ben accetto) agli screzi risalenti il semestre ceco di presidenza EU,* successivo al francese e che tante contrapposizioni ha visto emergere tra i due stati.

La sempre maggiore integrazione di Praga nel tessuto continentale non può prescindere da un franco, e possibilmente fruttuoso, rapporto con i colossi europei; in modo particolare Parigi, che è tra i primi partner commerciali della Repubblica Ceca in moltissimi e basilari settori.

* 1 gennaio 2009 – 31 giungo 2009.

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