UCRAINA: Poroshenko al timone, mentre i russi riprendono il controllo dei separatisti

L’ultimo numero di Der Spiegel, in un ampio servizio ricco di informazioni, racconta la battaglia in corso di Angela Merkel contro la gran parte dei suoi colleghi europei. Il cancelliere è accusato dal settimanale di mettere in atto un “golpe silenzioso contro l’elettorato”. Merkel non vuole che il vincitore delle elezioni al Parlamento europeo diventi il presidente della Commissione, ma che esso sia invece scelto di concerto fra i 28 capi di governo della UE. Una eventualità del genere, mette in evidenza il cancelliere austriaco Werner Faymann, farebbe perdere credibilità agli elettori e rafforzerebbe i nemici dell’Europa, quelli euroscettici che hanno già mietuto successi. Questa UE ha dossier importanti da affrontare nell’immediato, fra cui quelli della politica estera e della politica di sicurezza energetica, dossier che hanno a che fare in primo luogo con la Federazione Russa.

Poroshenko al timone dell’Ucraina. Verso una stabilizzazione?

In parallelo alle elezioni nella UE si sono svolte le elezioni presidenziali in Ucraina. Lunedì la Commissione elettorale centrale ha annunciato a Kyiv il risultato ufficiale, dichiarando presidente Petro Poroshenko, che ha ricevuto il 54,7% dei voti. A lunga distanza il rivale, l’ex primo ministro Yuliya Timoshenko, con il 12,81%.

Intanto la tornata di elezioni presidenziali (non si sono svolte nella Crimea annessa e negli oblast’ di Donetsk e Luhansk, dove combattono le bande dei filo-russi) ha dimostrato che proprio un paese spaccato l’Ucraina al momento non è. Petro Poroshenko, il nuovo presidente, ha ottenuto la maggioranza dei voti in ogni regione e lo stato non è imploso negli altri oblast’ del sud-est. Certo, può rinvigorirsi la destabilizzazione russa, ma al momento non si è estesa. Sembra, piuttosto, che si stia creando una certa stabilizzazione, frutto di un compromesso fra il governo di Kyiv e gli oligarchi.

Indubbiamente non è la migliore delle situazioni, che può incrinarsi nei prossimi mesi quando il governo si troverà costretto (dai condizionamenti legati agli ingenti trasferimenti finanziari dell’Occidente) a riformare quel sistema economico che costituisce la base del potere e delle ricchezze degli oligarchi stessi. Le necessarie riforme avranno poi dei costi sociali, che potranno incrinare quel livello di unità interna oggi raggiunto. La riforma sarà una cartina di tornasole del processo di distacco dal passato ma anche una delle sfide più difficili che il governo dovrà affrontare.

Il putsch dei russi del battaglione Vostok contro i separatisti di Donetsk

Sempre lunedì, ma non tutte le notizie sono verificate a fondo, sembrano essere state attuate delle azioni militari contro i separatisti della autoproclamata Repubblica popolare di Luhansk. In quella zona proseguono combattimenti, ma da qualche giorno è ufficiale la presenza di soldati russi del Battaglione Vostok, negata fino alla settimana scorsa. Quella del Vostok è una storia intricata: costituito nel 1999 dal signore della guerra ceceno Sulim Yamadaev, che in protesta per il crescente processo di islamizzazione abbandonò la guerriglia cecena. Il Battaglione venne posto alle dirette dipendenze del GRU, il direttorato intelligence e operazioni speciali del Ministero della difesa russo, e svolse un ruolo di tutto rilievo nella lotta agli indipendentisti ceceni e agli jihadisti stranieri che combattevano al loro fianco. Nel 2008 unità del Battaglione Vostok aiutarono i separatisti dell’Ossezia del sud (dopo l’aggressione militare russa dell’agosto, Ossetia del sud e Abkhazia sono state staccate dalla Georgia). Cinque anni fa il Vostok venne dichiarato sciolto, ma in realtà venne soltanto riprofilato e incorporato all’interno di unità militari russe di stanza in Cecenia.

L’interessante è il modo con cui è stata rivelata ufficialmente la sua presenza in Ucraina: il 29 maggio uomini del Vostok sono stati protagonisti di un’operazione contro il quartier generale di un gruppo di separatisti nel centro di Donetsk, accusati di avere razziato un supermercato. Una operazione disciplinare, per porre fine alle attività autonome di bande separatiste. Un chiaro segnale contro le rivalità fra i vari gruppi armati e l’indicazione che non si può agire autonomamente da Mosca. La dichiarata presenza del Vostok solleva anche nuovi interrogativi sulle prossime azioni di Mosca.

Il progetto putiniano di Unione euroasiatica e il rischio di uno scenario Transnistria per l’Ucraina

Inglobata la Crimea, con l’Occidente che ha reagito con sanzioni ipocrite e ridicole, non a torto sbeffeggiate dai portavoce del Cremlino, quale sarà la prossima mossa del Cremlino in Ucraina? Negli ultimi giorni l’attenzione di Vladimir Putin sembra essere stata rivolta al suo ambizioso progetto (più politico che economico, a dire il vero) di Unione Economica Euroasiatica, consacrata ad Astana il 29 maggio. È chiaro l’obiettivo di reintegrazione dello spazio post-sovietico, con la Russia perno di un polo politico e geopolitico negli affari mondiali, in opposizione all’Occidente. Ma una reintegrazione di questo spazio appare monca, quantomeno psicologicamente, senza la presenza ucraina.

Uno degli scenari più preoccupanti è quello che vede la possibile trasformazione degli oblast’ di Donetsk e Luhansk in una versione maggiore della Transnistria (regione secessionista della Moldova che resta tale grazie al sostegno russo). Una regione non riconosciuta da nessuno, ma che grazie al sostegno di Mosca potrebbe creare e mantenere le sue strutture amministrative e la sua economia, restando una perenne spina nel fianco di una Ucraina già mutilata della Crimea. E dell’Europa stessa, proprio come la Transnistria.

Di queste vicende, quasi in presa diretta, se ne discute nell’incontro-dibattito “Europa, Ucraina e Russia dopo le elezioni“, che si terrà a Trento mercoledì 4 giugno, alle ore 17,30, nella Sala degli affreschi della Biblioteca comunale (Via Roma 55). L’incontro è organizzato dal Centro Studi sulla Storia dell’Europa Orientale. Federigo Argentieri dirige il Guarini Institute for Public Affairs della John Cabot University e insegna storia contemporanea e politica internazionale al Rome Campus della Temple University e al Rome Program della Catholic University of America.

Chi è Fernando Orlandi

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9 commenti

  1. Certo che un paese che si appresta ad entrare inella democratica europa direi che a leggere certe notizie nn mi sembra molto democratico se il sistema di risoluzione delle controversie è quello che si legge dalle notizie ANSA:
    Continuano i blitz di Kiev nell’est secessionista del Paese, dove nelle ultime 24 ore – secondo Vladislav Selezniov, portavoce dell’operazione – sarebbero stati uccisi circa 300 miliziani filorussi ed altri 500 sarebbero rimasti feriti. Queste cifre non sono state confermate dai separatisti. Kiev ha anche annunciato la morte di due soldati e il ferimento di altri 45.

  2. Non riesco ad essere d’accordo col termine “riprendono”. Presupporrebbe che i russi, o meglio Putin, l’avessero in qualche maniera perso, mentre direi che tutta l’operazione est Ucraina è stata creata e pianificata fin dall’inizio dalla dirigenza putiniana.
    Creata in quanto fino alla destituzione di Janukovyč, lui stesso russo etnico e originario del l’oblast’ di Donec’k, di una “questione russa” in Ucraina non si era molto sentito parlare. L’uso praticamente ubiquo della lingua russa era semplicemente l’eredità della storia di quelle terre: prima lingua delle élites e dello stato unitario zarista, poi lingua del partito, della scuola, della pubblica amministrazione, dell’industria, insomma chi abitava in città o voleva fare carriera doveva necessariamente parlare russo. Lo sforzo di creare una identità ucraina statale, anche in ambito culturale, fino a qualche mese fa non sollevava particolare interesse o contestazione, il più delle volte sopportata o subita dalla maggior parte degli ucraini, che a casa loro senza problemi usavano quella che volevano.
    La svolta demagogica ultranazionalista e autoritaria e il conseguente imperialismo guerrafondaio di Putin hanno bisogno di quinte colonne, di giustificazioni storiche e “morali” per la sua brutale politica di potenza. La visione eurasiatica di Putin ha bisogno dell’Ucraina: da un punto di vista demografico, di giustificazione storica, financo di politica religiosa: metà del Patriarcato di Mosca è in Ucraina! Di qui la necessità di polarizzare, di estremizzare, prima nella propaganda e poi sul terreno, di realtà che fino a ieri avevano, bene o male, convissuto.
    In questa visione non può esistere un’altra Russia. Passi un vuoto ed innocuo orpello costituzionale, una bizzarria etnografica (vedi le “repubbliche” federate russe…) ma una realtà altra, quella NO, anatema!
    La partita che si gioca non è sul controllo di un paio di oblast’ caratterizzati dalla presenza di miniere di carbone e industria pesante (matura) : nelle attuali strategie economica del Cremlino sarebbero delle zavorre.
    Putin ha bisogno di (tutta) l’Ucraina, è l’unico che ci guadagna (nella sua ottica) e quindi è l’iniziatore e il mandante di quanto sta succedendo in Ucraina. Non si è ripreso niente, ha sempre comunque tirato le fila ultime della situazione.

  3. 5 giugno – Il Parlamento illegittimo della Crimea ha adottato in seconda lettura una legge che abolisce le elezioni dirette dei sindaci – è tutto come in Russia.

    5 giugno – Nel corso del giorno le guardie di confine hanno abbandonato le loro posizioni su 130 km di confine di Stato nella regione di Luhans’k. Di notte attraverso questo passaggio sono già passati 15 Kamaz con a bordo i terroristi, – afferma il leader dell’opposizione Iurii Lutsenko. – “Oggi stesso essi andranno ad aiutare le bande terroristiche della regione di Donets’k, contro le quali operano le forze della ATO”.

    5 giugno – La Svizzera ha bloccato un totale di 137 milioni di euro dei conti dell’ex presidente dell’Ucraina Viktor Ianukovych e dei suoi collaboratori, – ha comunicato il capo del Dipartimento di Diritto Internazionale del Ministero degli Esteri della Svizzera Valentin Zellweger.

    5 giugno – L’ambasciatore russo in Ucraina Mikhail Zurabov tornerà a Kyiv e parteciperà all’inaugurazione del neoeletto Presidente Petro Poroshenko, – dichiara il segretario del vice ministro degli Esteri della Russia Grigory Karasin. Si tratta di un’interruzione della fase attiva della guerra con l’Ucraina o semplicemente di una nuova tattica?

    5 giugno – L’atteggiamento dei russi nei confronti degli americani è notevolmente peggiorato, raggiungendo un massimo storico. L’Ucraina è il secondo nemico sulla lista dei russi dopo gli Stati Uniti, – come dimostrano i risultati di un sondaggio russo di “Levada-Center” del 23-26 maggio. Alla domanda “Quali sono i cinque Paesi che secondo voi sono più ostili nei confronti della Russia?”, il 69% dei russi ha risposto Stati Uniti, 30% – Ucraina,24% – Lituania, 23% – Lettonia, 21% – Estonia, 19% – Georgia.

    5 giugno – Il comandante dei terroristi di Horlivka Igor Bezler ha presentato un ultimatum al Governo ucraino, minacciando di uccidere gli ufficiali ucraini loro prigionieri: “Ho come prigionieri tre colonnelli della SBU (Servizio di Sicurezza dell’Ucraina) e tre tenenti… Adesso verranno fucilati il Sig. Budyk e il Sig. Vasiushchenko. Se tra un’ora e mezza non verrà liberato il mio uomo, altre due persone verranno uccise. E così via, fino a che non verranno uccisi tutti gli otto gli ufficiali”. Si tratta della liberazione di una donna – agente della FSB arrestata il giorno prima dal Servizio di Sicurezza. Il Presidente dell’Ucraina ad interim Oleksandr Turchynov ha detto che “il cittadino russo Igor Bezler chiamato “Bis” è un criminale e un assassino, e perciò dovrebbe essere punito per legge internazionale, così come per quella ucraina.

    5 giugno – Il Presidente Barack Obama ha mostrato la sua preoccupazione per i piani francesi di vendita delle navi “Mistral” alla Russia. Egli crede che sia meglio sospendere per il momento questa materia.

    5 giugno – Il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato il Primo Ministro britannico David Cameron in Francia. L’incontro è iniziato senza la stretta di mano tradizionale.

  4. June 4 – National guards were forced to leave the military unit in Luhansk. It was destroyed as a result of fights with terrorists.

    June 4 – The US will provide Ukrainian Army with another installment of financial support amounting to 5 million dollars and will help to overcome energy dependency on Russia, mentioned US President Barack Obama in Warsaw.

    June 4 – Anti-terrorist forces are asking local residents to stay away from locations, where insurgents are stationed. At the same the insurgents are trying to camp in hospitals, orphanages and residential areas, informs the Head of ATO’s press-center Valdyslav Seleznyov.

    June 4 – Russian “cossack” organizations are involved in abducting the members of OSCE mission, informs Security Service of Ukraine (SSU). “SSU has established a direct involvement of Russian “cossack” organizations in supplying arms to terrorist groups operating in Eastern Ukraine, as well as in the abduction of OSCE mission members on May 29th”, states SSU’s website. SSU also published the recordings of telephone conversation between the “Ataman of the Great Don Army”Nikolay Kozitsyn and the insurgents in Donbas. During the conversations he orders to detain OSCE observers.

    June 4 – Sanctions of the West are becoming more tangible and there is a possibility of a “revolt” in Vladimir Putin’s milieu, which will allow for Crimea to return to Ukraine, said the leader of Crimean Tatars Mustafa Dzhemilev.

    June 4 – Acting President of Ukraine has informed about the closure of the eastern border of Ukraine, in particular in the central part of Luhansk and southern part of Donetsk oblasts.

  5. consola leggere commenti di persone informate, oltre a quelli di fanatici e provocatori…

    • gian angelo se cronica informata reputi quello che scrive Oksana bhe dire che è meglio c’è ti documenti meglio.
      Si tratta di propaganda del governo ucraino della più becera.

  6. Il mondo è un posto estremamente interessante dal punto di vista etologico anche perchè c’è sempre qualcuno che reputa vantaggioso rinunciare a South Stream in cambio di qualche badante.

  7. sposato con ucraina

    premetto che sono felicemente sposato da 8 anni con una donna ucraina la quale critica che la stampa segue maggiormente la propaganda russa e soprattutto nel sud ucraina dove lei è nata quindi odessa ,mikolauv e kherson,la gente non ha la minima voglia di stare sotto putin o la pagliacciata di novorossia,si sentono 100% ucraini e sono fieri di essere ucraini e non russi (nb la famiglia di mia moglie è originaria di mosca,ma si sentono ucraini) la verita’ è:chi l’estate scorsa ha bloccato le importazioni delle merci ucraine?putin,chi ha ucciso i 4 pescatori ucraini nel mar d’azov?la russia,chi ha messo al governo ucraino il mafioso e ladro janucovich ( che nel frattempo oltre che rubare ha distrutto completamente l’esercito ucraino) e la sua banda di mafiosi?putin,chi sovvenziona il partito comunista ucraino ( che è tutto tranne che comunista) e il partito delle regioni che ambedue hanno fatto gli interessi di mosca e contro la sovranita’ ed indipendenza dell’ucraina?putin,chi ha invaso la crimea?putin,chi sovvenziona i terroristi che sono russi,ceceni,caucasicimentre di ucraini sono pochissimi nel donbass?putin, e putin ovviamente non fa questo per il popolo che a lui non frega niente ma perchè la crimea è piena di gas e petrolio e il donbass èpieno di shale gas e l’ucraina sarebbe un pericoloso concorrente per il gas russo,inoltre l’ucraina ha costruito tutti i missili nucleari della russia,i carri armati,i motori degli aerei e degli elicotteri,le grandi navi dell’unione sovietica,l’elettronica militare,etc. e quindi la russia sneza l’ucraina avra’ anche problemi per la manutenzione dei missili nucleari,degli elicotteri ecc.,l’ucraino è stanco di vivere sotto dittatura ,lavorarevivere poveramente e gli oligarchi vivono buttando via i loro soldi

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