ALBANIA: Politica interna, ingresso in Europa e rapporti con l’Italia. Intervista a Lavdrim Lita

Riportiamo un’intervista di Mentinfuga.com al nostro Lavdrim sull’attualità politica dell’Albania. Buona lettura.

Abbiamo rivolto alcune domande a Lavdrim Lita per avere un punto di osservazione speciale sull’Albania, un paese che aspetta di entrare in Europa e che mantiene una relazione di primo livello con l’Italia. Lavdrim Lita ha lavorato e collaborato come giornalista per i quotidiani 55 (Albania), Bota Sot (Kosovo), Zhurnal.Mk e Aktuale.Mk (Macedonia) e L’Occidentale (Italia). È stato inoltre direttore del Centro pubblicazioni nel Ministero della Difesa albanese. Per East Journal si occupa di Albania e Kosovo.

Recentemente il parlamento albanese ha approvato un accordo per un credito da 331 milioni di euro con il FMI. In cambio austerity per far rientrare deficit e debito pubblico. La situazione economica e sociale rischia di aggravarsi ulteriormente? Il governo socialista vedrà allargarsi le proteste con l’opposizione in testa?

È vero, il parlamento albanese ha approvato un accordo il Fondo monetario internazionale, per i prossimi 3 anni, in cambio della riduzione dell’alto tasso di debito pubblico (oltre 70% del Pil, al 60%) e del deficit di bilancio. Il credito del Fmi, il cui tasso d’interesse è dell’1,13%, aiuterà il governo socialista di Edi Rama a rimborsare alle imprese private circa 520 milioni di euro di debiti, accumulati dal precedente esecutivo, per lavori pubblici non pagati.
L’opposizione di centro destra guidata da Lulzim Basha è stata contraria all’accordo perché il governo Rama dovrebbe rinunciare alla sua sovranità per approvare politiche di sviluppo ed aumentare le imposte, dalle tariffe dell’energia elettrica fino all’età di pensionamento.
Le ultime proteste dell’opposizione albanese contro il governo di Edi Rama sono di carattere economiche. Secondo l’opposizione, il governo di Edi Rama è responsabile per la crisi economica, mancate riforme, innalzamento delle tasse, alta disoccupazione, fallimento nella lotta alla corruzione e alla povertà. Dopo il mese di giugno, se arriverà una risposta negativa dall’Ue per lo status di paese Candidato per l’Albania, si vedranno allargarsi le proteste con l’opposizione in testa.

L’economia albanese mi sembra molto orientata all’estero, dalle aziende straniere sul territorio, alle rimesse, sempre meno dallo scoccare della recessione internazionale del 2008, degli emigrati. Rischi e opportunità per gli albanesi?

Nonostante abbia evitato la recessione, l’economia albanese ha subito un forte calo dopo il 2008, scendendo da un tasso medio di crescita del 6-8% allo 0,6% per il 2013. La crisi economica in Italia e Grecia  ha avuto un ripercussione sulle rimesse degli emigrati ed ovvio anche nel sistema economico del paese. Ma intraprendere un’attività in Albania presenta dei vantaggi, tanto che ad oggi sono più di 400 le imprese italiane presenti nel territorio albanese. Ai vantaggi della semplificazione burocratica si aggiunge un basso costo della mano d’opera che conosce l’italiano. Tuttavia le riforme intraprese a livello locale, l’amministrazione pubblica albanese rimane inefficiente e lacunosa. Il non rispetto delle leggi, o la sua mancata applicazione, non favoriscono il clima degli investimenti.

Spesso l’immagine dell’Albania è pesantemente offuscata dalle notizie sulla criminalità organizzata anche del passato. Può darne una connotazione che sgombri il campo da una visione bloccante?

Non voglio dare un’opinione. Mi basta il rapporto della Commissione europea sull’allargamento del 2013 che scrive: “la lotta contro la criminalità organizzata deve essere ulteriormente potenziata”. Nei primi quattro mesi del 2014 la criminalità nel paese ha presso il sopravvento: 30 attentati dinamitardi, decine di tonnellate di cannabis sativa sequestrata e non, omicidi eccellenti, ecc. Per trovare le cause di questa situazione si richiede una più ampia analisi che include una serie di elementi come la situazione economica, il vuoto creato dalla rotazione del potere e lo spoil system nelle forze di sicurezza.

Lo scorso anno l’Albania, in primis per l’opposizione dell’Olanda, non ha potuto fare l’ulteriore passo per la sua entrata nell’Unione europea. Il presidente Napolitano concludeva la sua visita a marzo in Albania con la speranza di aprire il semestre di presidenza dell’Unione con la repubblica di Albania ammessa ufficialmente allo status di candidato da parte del Consiglio europeo. Quanto ritiene possibile questo evento? E gli albanesi come vivono il rapporto con l’Europa?

A dicembre l’Ue ha rimandato ancora una volta la concessione all’Albania dello status di paese candidato. Secondo un sondaggio effettuato da IPR-marketing la maggioranza dei cittadini albanesi ritiene responsabile di questo ennesimo “rifiuto” la mancata collaborazione politica tra il governo e opposizione. Nonostante questo la maggioranza dei cittadini è ottimista e pensa che a giugno l’Albania otterrà lo status di paese candidato. Personalmente sono scettico: la “diffidenza” di una parte degli elettori olandesi, tedeschi, francesi ed italiani su immigrazione, corruzione e criminalità, ma anche la situazione non pacifica della politica albanese – rischiano di far perdere un altro giro a Tirana.
L’Albania vive il rapporto col Europa come un figlio che cerca di riunirsi con la famiglia dopo molti anni all’estero. Gli albanesi si sentono europei perché sono europei, tutt’altra cosa sono gli adempimenti degli standard dell’Ue. Su questo si deve lavorare molto.

Veniamo ai rapporti e ai legami con l’Italia. A Tirana cosa si auspicano da Roma per il futuro delle relazioni tra i due paesi? Quali sono i punti di maggiore collaborazione e scambio tra le due sponde?

Gli albanesi amano l’Italia, ne sono affascinati. L’Albania è il paese balcanico che più degli altri ha legami storici con l’Italia, sia dal punto di vista dei rapporti economico-commerciali, che da quello linguistico, con una grande diffusione della conoscenza della lingua italiana. L’Italia ha fatto molto in questi anni, sia sul piano bilaterale che multilaterale, per facilitare il cammino dell’Albania verso una maggiore stabilità  economica e sociale, ma anche sull’integrazione all’Ue. L’Italia è il primo partner commerciale del paese, con una quota pari a circa il 35% dell’intero commercio, ed è altresì il primo investitore per numero di imprese e primo donatore bilaterale. Inoltre, l’Albania ha un sistema produttivo simile a quello italiano, basato essenzialmente sulle piccole e medie imprese. La compatibilità dei due sistemi costituisce pertanto un elemento di attrazione del flusso degli investimenti dall’Italia in un contesto di crescita positiva ed in aumento. Nell’ultimo decennio l’imprenditoria italiana ha conseguito un notevole livello di radicamento nel mercato albanese, detenendo tuttora il primato tra le presenze straniere, con circa 400 piccole e medie imprese che operano prevalentemente lungo la costa adriatica e nella parte occidentale del Paese.

Chi è Lavdrim Lita

Giornalista albanese, classe 1985, per East Journal si occupa di Albania, Kosovo, Macedonia e Montenegro. Cofondatore di #ZeriIntegrimit, piattaforma sull'Integrazione Europea. Policy analyst, PR e editorialista con varie testate nei Balcani. Per 4 anni è stato direttore del Centro Pubblicazioni del Ministero della Difesa Albanese. MA in giornalismo alla Sapienza e Alti Studi Europei al Collegio Europeo di Parma.

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