TURCHIA: Abbattuto aereo siriano, Damasco accusa "palese aggressione"

Un caccia siriano è stato abbattuto dalle forze di difesa turche perché aveva, secondo Ankara, violato lo spazio aereo turco. Damasco ha reagito duramente accusando la Turchia di aver compiuto una “aggressione palese e senza precedenti” e sottolineando che l’aereo si trovava ancora in spazio siriano quando è stato intercettato e abbattuto da due F-16 turchi che stavano pattugliando il confine.

La frontiera tra Turchia e Siria, lunga 800 km, è una zona calda fin dall’inizio della guerra civile siriana quando Ankara decise di schierarsi contro il regime di al-Assad. Da allora le due parti sono state coinvolte in piccoli scontri. Già nel settembre dell’anno scorso le forze armate turche abbatterono un elicottero siriano lungo il confine. Per tutta risposta Damasco abbatté un caccia turco lungo la costa mediterranea siriana. Da quel momento il governo turco decise nuove regole d’ingaggio: qualsiasi mezzo in avvicinamento al confine sarebbe stato considerato una minaccia.

Il Capo di Stato maggiore turco, in una dichiarazione ai media, ha spiegato che i caccia erano inizialmente due ma che dopo reiterati avvertimenti uno dei due aerei è tornato indietro. L’altro, essendo entrato nello spazio aereo turco, è invece stato abbattuto.

Il premier turco Erdogan si è complimentato con le forze armate per l’operazione. La vicenda potrà forse distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalle recenti misure prese per oscurare Twitter, ma è da ritenere verosimile che sarà benzina sul fuoco della protesta che cova sotto la cenere. Una guerra con la Siria non sembra essere in agenda ad Ankara, malgrado analoghi episodi avvenuti negli scorsi anni, i due paesi hanno cercato di evitare lo scontro diretto. Anche se i movimenti di truppe lungo il confine siriano non lasciano ben sperare. Un conflitto con la Siria, fin qui appoggiata dalla Russia, aprirebbe un secondo fronte (oltre a quello ucraino) di confronto fra le forze Nato e quelle della Federazione russa. Uno scenario non certo auspicabile.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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Un commento

  1. alcune fonti dicono che circa 3 gruppi infiltrati in zona qualche giorno prima passando dalla dogana(Yayladağı) con la Turchia, stavano attaccando ad un villaggio armeno in confine(Kesab). secondo Armenian Weekly il villaggio è stato già evacuato sabato e la popolazione è andata verso Lazkiye perché hanno ricevuto le notizie in merito all’eventuale attacco dei jihadisti. dopo gli attacchi da parte dei gruppi terroristici l’esercito siriano ha risposto con i bombardamenti aerei e dopo poche ore un aereo dell’esercito siriano è stato abbattuto dall’esercito di repubblica di turchia. alcune fonti dicono che è stato un attacco mezzo pianificato dato che nelle ultime settimana l’esercito siriano è riuscito a riprendere diverse aree in zona ed il passaggio improvviso e di massa dei jihadisti è avvenuto in questi ultimi giorni dalla turchia verso la siria.

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